I primi mesi a Sasso Marconi sono stati durissimi: la nascita del primo figlio, il trasferimento in un posto a me
sconosciuto, l’inverno, il pendolarismo lavorativo. Tutto questo non ha certo aiutato
la mia integrazione. L’unico conforto, oltre alla famiglia, proveniva dai
tortellini che mi venivano gentilmente forniti dalla bisnonna (quasi novantenne) dei miei figli
che abita sul nostro pianerottolo.
Per fortuna, con la primavera e la fine delle coliche gassose del
primogenito, ho avuto l’opportunità di guardarmi intorno e ho trovato un’attività
che mi consentisse d’uscire di casa, socializzare e soddisfare la mia propensione
al buon cibo. Tramite Facebook scoprii che presso la sede del PD di Sasso
Marconi organizzavano un corso, promosso da quella che in seguito diverrà la referente
regionale di Slow Food, con quattro vere sfogline locali che
insegnavano a preparare tagliatelle e tortellini: tirare la sfoglia col mattarello, preparare
il ripieno, chiudere i quadretti di pasta, conservarli nel modo più adeguato.
Ho così iniziato a scoprire Sasso Marconi e farmi un'opinione su questa cittadina, dove quasi tutto si muove sottotraccia e in cui, dietro la (apparente) calma serafica tipica dei bolognesi, si cela un brulicante mondo fatto di sport, civismo e cultura del cibo declinata nei modi più variegati.
Ho quindi compreso, ben prima dei giornali anglosassoni e dei reality
sulla cucina, che a Bologna e provincia il vero dio è il tortellino e la patrona
di Sasso Marconi è la crescentina. La santa viene onorata almeno una domenica
al mese sulla piazza del mercato (guarda caso di fronte casa mia), dove viene
eseguita la liturgia della preparazione e della frittura a cura dell’associazione
Antico mondo contadino: i volontari – umarells e zdaure locali – vendono crescentine
farcite o vuote per finanziare attività rivolte alla comunità, come ad esempio
l’acquisto di pulmini per la Pubblica Assistenza o altre associazioni del
territorio.
Il cibo a Sasso lo si può trovare un po’ ovunque, ma spesso va cercato
poiché non v’è enfasi di palesarsi, per cui bisogna indagare
e chiedere, dato che difficilmente i locals
ti raccontano le cose di loro spontanea volontà. Quindi, novello Diogene, ho
provato, cercato e sovente trovato persone e luoghi che mi hanno permesso d’apprezzare
la vera cucina bolognese (nel capoluogo di provincia se le sognano le pietanze che si trovano in provincia).
Ovviamente a Sasso Marconi ci sono anche eventi legali al cibo: la
Tartufesta (tra fine ottobre ed inizio novembre) e la Fira di sdaz sono i due momenti clou, ma ogni occasione è buona per mangiare. Questo l’hanno ben
compreso alla parrocchia di Pontecchio Marconi, dove tutti i venerdì
organizzano tornei di carte e nel mentre alcune volontarie preparano crescenta, crescentine,
pizza e pesce fritto. Un modo laico ma efficace per coinvolgere i parrocchiani.
Ma a Sasso Marconi non si mangia solo bolognese (sebbene siano numerosi ristoranti e agriturismi) e proprio
sulla Porrettana, strada che parte da Ferrara e arriva a Porretta terme, si trova il “Marconi” gestito dai fratelli Mazzuchelli che, a detta di tutte le guide specializzate, è il migliore
ristorante della provincia felsinea, rinomato per la sua nouvelle cousine.
Ovviamente il primo nemico dei sassesi è
il colesterolo, che viene combattuto con un’intensa attività fisica. Ma quest’ultima
sarà oggetto di un post futuro.
Foto: le crescentine dell'immagine che correda questo post sono state scattate presso la casa di due zdaure di Batedizzo, frazione di Sasso Marconi.
Foto: le crescentine dell'immagine che correda questo post sono state scattate presso la casa di due zdaure di Batedizzo, frazione di Sasso Marconi.
Ricetta delle crescentine , grazie!
RispondiEliminaIngredienti:
RispondiElimina1 Kg di farina 00, 1 cubetto di lievito fresco, 2-3 cucchiai di olio extravergine, 2 cucchiai di sale fino, acqua tiepida, latte intero.
Preparazione:
In un contenitore stemperate bene il lievito nell'acqua. Setacciate la farina con il sale e disponetela a fontana. Al centro mettete il lievito sciolto nell'acqua tiepida e l'olio. Impastate e lavorate energicamente aggiungendo il latte fino ad ottenere una pasta morbida ed omogenea. Mettete l'impasto così ottenuto in una ciotola e copritela con uno strofinaccio umido. Lasciate lievitare per almeno 2 ore. Tirate la pasta in una sfoglia alta 3-4 mm, tagliatela a rombetti e friggete le crescentine poche per volta nello strutto o in olio di semi di arachide. Servitele ben calde, accompagnandole con salumi, formaggi freschi e morbidi, sottaceti e sott'oli.
Per ottenere un fritto asciutto, aggiungete all'impasto un cucchiaino d'aceto.