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giovedì 12 luglio 2018

Festa Campagnola @ Tignano 2018

La festa campagnola di Tignano (frazione di Sasso Marconi) è una kermesse unica nel suo genere. Situata in mezzo agli appennini bolognesi tra i comuni di Sasso Marconi e  Monte San Pietro, questa festa  profuma d'antico, di quando si festeggiava sull'aia, in mezzo ai filari di viti e frutta.

Quest'anno, poi, proprio sopra i terrazzamenti su cui sono posti i tavoli per mangiare, c'è un bellissimo campo di girasoli che sembra un fiume giallo che scende dalla collina.
La festa è promossa dai Circoli del PD dei comuni di Sasso Marconi e Monte San Pietro. Ma è una kermesse che va oltre, che coinvolge un intero territorio, grazie all'impegno dei residenti locali ce numerosi contribuiscono al buon funzionamento dell'iniziativa.

La festa durerà tutto il mese di luglio, dal giovedì alla domenica (solo a cena, dalle 19 alle 22), saranno aperti lo stand del ristorante, gli spettacoli (sempre rigorosamente gratuiti) e lo spazio dei dolci.

Cucina locale e di pesce

Ballo liscio

Tanto fresco







martedì 27 marzo 2018

Valorizzare i prodotti locali. A Sasso Marconi andrebbe istituita la Denominazione Origine Comunale

Oltre ai tradizionali marchi di qualità Ue per cibi e bevande (Dop, Igp, Stg) in Italia abbiamo un altro marchio di riconoscimento, meno noto: De.Co. (Denominazione Comunale d’origine). 
Di che si tratta? Le Denominazioni Comunali D'Origine (De.C.O.) sono marchi di garanzia nati in seguito alla legge nº 142 dell'8 giugno 1990, che consente ai Comuni la facoltà di disciplinare, nell'ambito dei principi sul decentramento amministrativo, in materia di valorizzazione delle attività agroalimentari tradizionali.
La Denominazione Comunale d’origine (a differenza dei marchi Dop, Igp e Stg) non è un marchio di qualità. È un’attestazione comunale, un certificato notarile che viene approvato a seguito di delibera comunale e contrassegnato dal sindaco, e che attesta che un determinato prodotto è un prodotto tipico e caratteristico di quel territorio comunale, e ha un valore identitario forte per quella comunità.
La "Denominazione comunale" fu una intuizione del noto enogastronomo e giornalista Luigi Veronelli (1926-2004) che, alla fine degli anni '90, iniziò un nuovo percorso di valorizzazione e promozione di quelle produzioni di nicchia, esclusive di un comprensorio comunale, che non avrebbero potuto ottenere i blasonati marchi di tipicità citati sopra. Veronelli sosteneva che "per restituire ai cittadini, agli abitanti dei comuni il loro patrimonio, il frutto della fatica di tanti anni, io vorrei che i sindaci si facessero attivi per un "certificato di origine" di ciascuno dei prodotti che nasce e che è confezionato nella loro terra".
La De.c.o. è attualmente un percorso di sviluppo integrato e marketing territoriale che ogni Comune può intraprendere per valorizzare quei prodotti, agroalimentari o artigianali, locali e caratteristici realizzati all'interno dei confini comunali. 
La De.c.o. si concretizza nel marchio che viene attribuito ad un determinato prodotto previa approvazione, da parte del Consiglio comunale, di un'apposita delibera che sancisce e regola l'attribuzione del marchio stesso, la gestione dell'uso del medesimo e la caratterizzazione del prodotto tramite un apposito Regolamento, nonché specifici disciplinari, registro comunale dei produttori che quali hanno le caratteristiche per realizzare e commercializzare i prodotti a marchio De.c.o.
Il certificato De.Co. può essere rilasciato a un prodotto alimentare o a una ricetta, ma anche a un prodotto dell’artigianato locale, a una festa, una fiera, una sagra, o una certa pratica (per esempio una tecnica di coltivazione, di allevamento o di pesca).
Una novità che il Comune di Sasso Marconi dovrebbe fare propria date le numerose eccellenze che caratterizzano il nostro territorio. Ciò potrebbe rivestire grandi potenzialità  d'indotto. Non semplicemente un’etichetta da applicare ad un prodotto, ma un percorso di promozione. 
Pensiamo, ad esempio, al rapporto tra Sasso Marconi e il tartufo. L’associazione dei tartufai con il suo lavoro e le sagre (quella tradizionale autunnale e quella nuova di giugno) hanno dato il vero gusto di questo prodotto della terra alla gente. E' vero che la Tartufesta è già inserite in un contesto territoriale più ampio ma dare una connotazione con significativo imprinting locale a questo come altri prodotti, è sicuramente utile per valorizzare il lavoro della filiera locale e delle associazioni che operano nel territorio sassese.
In conclusione la Denominazione Comunale d'Origine può rappresentare la nuova frontiera su cui potrebbe agire l'Amministrazione Locale per salvaguardare l'identità del nostro territorio. Essa è già stata adottata da oltre 400 comuni italiani per tutelare e valorizzare in primis la produzione tipica del mondo agricolo, ma anche i piatti della tradizione e alcuni prodotti artigianali di eccellenza. Si tratta di un sistema che vuole difendere il locale rispetto al fenomeno della globalizzazione, la quale tende ad omogeneizzare prodotti e sapori.

venerdì 16 marzo 2018

A Sasso Marconi si preparano liste e movimenti in vista delle elezioni per il nuovo sindaco

Anche a Sasso Marconi qualcosa si muove nella politica locale. Dopo il predominio degli hastag imposto in questi anni dal primo cittadino Stefano Mazzetti e un'opposizione spesso in sordina, la situazione si sta sbloccando: i cittadini, e in particolare il popolo del web, stanno affilando le armi in vista delle Elezioni Amministrative del 2019.
Leggendo sui social network sembra siano già in pista numerose liste che al proprio interno racchiudono le principali istanze dei cittadini di Sasso Marconi. A quanto si legge c'è assoluta volontà di cambiare e rinnovare. Da questo punto di vista Facebook sta offrendo numerosi spunti. E' soprattutto grazie ai social che si stanno creando gruppi e movimenti vogliosi di scalare il municipio di Sasso Marconi per scegliere il nuovo sindaco.
Forza Sgambatoio: questa lista animalista, ambientalista, vegetariana, vegana, fruttariana e respiana, ha come primo obiettivo creare la più grande area di sgambamento d'Italia per ovviare a quello che sembra essere il primo problema dei cittadini di Sasso Marconi, avendo questi oltre 2.500 cani. Un altro segnale che questa lista intende offrire è rivolto alla gioventù: eliminazione della carne dai menù delle scuole di Sasso Marconi sostituendola con tofu e seitan. Un terzo importante punto programmatico afferisce la delocalizazione di macellerie, salumerie e allevamenti al di fuori del territorio di Sasso Marconi per non rendersi complici dell'omicidio di maiali, polli e bovini. Inoltre chi avesse la sfortuna di investire un animale selvatico - tipo capriolo o cinghiale - riceverà il Daspo urbano e sarà espulso dal paese.
Anche Sasso ha il suo MoVimento però non è 5 Stelle bensì Movimento 5 Crescentine. Nasce per contrastare le liste civiche vegane/vegetariane e rilanciare un prodotto tipico locale che trova moltissimi estimatori ma anche ottimi preparatoriIl M5C ha già coniato efficaci slogan per accattivarsi gli elettori: Lardo ai giovani e Più strutto per tutti. Può inoltre contare sull'appoggio di allevatori, norcini, salumieri e macellai locali, con uno sponsor (sebbene interessato) rappresentato dalle principali industrie farmaceutiche. In caso di vittoria elettorale a Sasso Marconi sarà istituito il Colesterolo Day e successivamente nel menù delle scuole primarie saranno introdotte crescentine al posto del pane e tutti i venerdì borlenghi per pranzo.
Lista per l'autodeterminazione degli automobilisti. Parafrasando il personaggio di Jhonny Stecchino: il problema di Sasso Marconi è il traffico. Questi, nonostante l'apertura del Casello Autostradale di Borgonuovo, è ancora congestionato. Sta così formandosi un gruppo che ha come obiettivo quello del cambio di paradigma nella gestione della viabilità locale: niente più autovelox, limiti di velocità, stop e semafori. Tutto dev'essere lasciato alla sensibilità e attenzione del singolo automobilista il quale saprà regolarsi e gestirà al meglio le proprie prestazioni. La nascitura lista, in caso di vittoria elettorale, promuoverà corsi di guida sportiva per gli over 65enni che portano il cappello in auto e una gara di rally intorno alle colline marconiane per incentivare il turismo. Sarà quindi proibita la circolazione alle auto Diesel sotto il 2.000 cc di cilindrata, alle auto a metano e GPL. Tutti i soldi per gli investimenti saranno dirottati per la realizzazione di un tunnel che dalle Ganzole arrivi a Pian di Macina. Infine la lista chiederà di togliere il Telepass dal casello di Borgonuovo e introdurre la modalità di pagamento solo tramite dobloni d'oro o monete d'argento d'antico conio.
Lista anti-MircaRisi. La passionaria del PD di Sasso Marconi è forse la più invisa sui gruppi di Facebook che parlano del paese. Ma è anche colei che non teme di metterci la faccia. Questo, però, la rende il parafulmine dell'Amministrazione Locale, che sentitamente ringrazia per il martirio. In compenso c'è un nutrito gruppo di cittadini e qualche troll che non manca di polemizzare con la Giovanna D'Arco dei renziani, rea di gestire in modo antidemocratico il gruppo Facebook Sei di Sasso Marconi se... la Lista nero-verdepadano nata contro Mirca ha come primo punto programmatico quello di chiudere il summenzionato gruppo e successivamente deportare la Dolores Ibarruri de noantri in un agriturismo del Principato di Mongardino dove sarà rinchiusa in attesa di processo online da parte del Popolo della Rete.
Movimento dei MaiContenti. Probabilmente quello che raggruppa il maggior numero di consensi e su cui, in particolare dopo questo articolo, potrebbero convergere alcune liste sopraccitate:
- primo punto del programma elettorale: individuare un capro espiatorio, cosa assai semplice visto lo stato in cui versa la politica in questo periodo storico;
- secondo punto: lamentarsi di come tutto sia peggiorato rispetto il passato;
- terzo punto: spiegare come gestirebbero la cosa pubblica al posto di chi governa anche se a governare dovessero esser loro;
- quarto punto: incazzarsi e denigrare chi fa notare che i problemi molto difficilmente si possono risolvere con post indignati sui social network ma sarebbe più opportuno utilizzare i canali istituzionali;
- quinto punto: creare un tribunale online in cui processare pubblicamente tutti i conniventi con le passate e l'attuale amministrazione comunale;
- sesto punto: abolizione del portale web del Comune di Sasso Marconi, sostituendolo con una pagina Facebook creata ad hoc i cui amministratori saranno eletti tra coloro che  hanno scritto il più alto numero di post e commenti contro sindaco e giunta comunale.
- settimo punto: utilizzare i social per le scelte fondamentali dell'amministrazione pubblica. Ad esempio: approvazione del bilancio o degli investimenti tramite 1 like su Facebook = 1 voto.
- Ultimo ma non ultimo mettere a tacere l'estensore* di questo post.

*:


venerdì 23 settembre 2016

Elogio alle crescentine di Sasso Marconi (e alcune considerazioni sulla valorizzazione dei prodotti tipici)

Cesto di crescentine prodotte da una zdaura di Sasso Marconi
Quanto penso al comune in cui vivo la prima cosa è: Qualità di vita (e anche costo della vita). Subito dopo: le crescentine. Perchè, sebbene molti non se ne rendano conto, il territorio di Sasso Marconi si fonda sulle crescentine fritte. Chiariamo per i 'forestieri': le crescentine sono un piatto tipico dell’Emilia-Romagna che, a seconda della zona, cambia nome in gnocco fritto, torta fritta,  pizza fritta, pinzini. L'impasto delle crescentine è simile a quello del pane (anche se vi sono variabili date dalle tradizioni locali e familiari) che viene tirato con il mattarello, tagliato a losanghe e fritto. Si accompagna a salumi, formaggi molli e marmellate. Ma ci può stare anche la Nutella.
La tradizione vuole che le crescentine si friggano nello strutto. Questo tipo di fritto, se ben fatto, non è pesante, anzi le crescentine diventano anche meno unte rispetto al classico olio di semi o di palma. 
Lo stand dell'Antico Mondo nella piazzetta del mercato
A Sasso Marconi le crescentine sono un must, il cibo di strada (oggi declinato nel più anglofono: street food) che non manca mai, quando ci sono feste o una sagre, grazie all'impegno d'associazioni come Antico Mondo Contadino, Mieti & Trebbia e al giovane imprenditore locale Lorenzo Biagioni con lo stand Le crescentine di Biagio
Le crescentine, ovviamente, si trovano anche nei forni, nelle rosticcerie, nei ristoranti e negli agriturismo del territorio. Ognuno le declina a proprio modo: peculiarità nella ricetta, dimensioni (piccole come una noce, grandi quasi come la federa di un cuscino), tipo di cottura (olio o strutto). Molto spesso sono buone, anche se in qualche rara occasione - forse per la fretta, forse per risparmiare - ci si trova ad addentare qualcosa che solo vagamente ricorda le crescentine.
Tante zdaure locali preparano questo cibo in casa. L'unica controindicazione afferisce l'odore di fritto che si genera durante la cottura, tant'è che per molte signore è usuale cuocerle all'aperto per evitare d'impestare la casa.
Un momento della cottura delle crescentine di Biagio
A Sasso Marconi, sebbene le crescentine riscuotano sempre successo, servirebbe maggiore attenzione nei confronti di questa pietanza, data la bontà, la sua diffusione capillare e la tipicità. Senza nulla togliere al tartufo, ai funghi o alle ciliegie - che hanno spazi e momenti a loro dedicati - vi sono anche altri prodotti, come crescentine e vino, che meriterebbero maggiore visibilità e considerazione. 
La capacità di valorizzazione dei numerosi prodotti tipici locali può rappresentare "un elemento decisivo per lo sviluppo e il rilancio del territorio sassese, in considerazione delle importanti ricadute economiche, sociali e turistiche che esso può produrre. Attraverso la valorizzazione delle tipicità, infatti, la funzione meramente produttiva delle attività agricole e commerciali viene integrata da nuove e diverse funzioni, tra cui la tutela dell’ambiente e del territorio, la conservazione della cultura e delle tradizioni rurali, creando e ampliando spazi e luoghi interessati da nuove dinamiche di tipo economico e sociale" (cit.). 
Zdaura di Batedizzo
prepara le crescentine in garage
Nella nostra regione (incluso il territorio di Sasso Marconi) negli ultimi anni si è assistito ad una "proliferazione d'iniziative volte ad affiancare alla produzione agricola quella dei servizi (turistici, ricreativi, educativi, sociali, ecc.), anche allo scopo d'intercettare e soddisfare nuovi segmenti di consumatori interessati alla fruizione dei prodotti agricoli nei territori di produzione al fine di “immergersi” nella cultura dei luoghi e di vivere le esperienze di consumo come occasioni di arricchimento culturale e sociale" (cit.).
Al contempo, "l'affermarsi di un modello di produzione e di consumo non di massa ha rafforzato e fatto emergere l'interesse per i prodotti agro-alimentari tradizionali e tipici", dando luogo altresì al fenomeno definito da alcuni studiosi di ristrutturazione rurale: pensiamo, ad esempio, ai numerosi agriturismi che punteggiano il nostro territorio per rispondere a una nuova multifunzionalità che caratterizza le attività agricole e ricettive. 
Se le istituzioni locali, in collaborazione con il tessuto imprenditoriale e il mondo dell'associazionismo, operassero in modo ancora più incisivo e convinto per la valorizzazione e la promozione della qualità dei prodotti tipici - dai funghi al vino passando per le pietanze tipiche - mettendo ancora più al centro dell’attenzione quanto di buono si crea e si trasforma sul territorio, "si avrebbero sicuri vantaggi, non solo dagli operatori economici ma anche per le amministrazioni pubbliche le quali avrebbero un elemento centrale su cui basare una strategia complessiva di sviluppo locale che prevede anche la salvaguardia culturale delle tradizioni produttive" (cit.). 

RICETTA delle CRESCENTINE
Ingredienti
  • 500 g di farina 0
  • 50 g di strutto
  • 1 cucchiaino di bicarbonato
  • 10 g di sale fino
  • latte tiepido q.b.
  • 1 kg di strutto per friggere
Procedimento
Disponete la farina a fontana e inserite al centro lo strutto sciolto, il bicarbonato, il sale e un po’ di latte. Iniziate ad impastare aggiungendo latte a sufficienza per ottenere un impasto liscio e abbastanza sostenuto.
Fate una palla e mettetela a riposare in una ciotola coperta da un burazzo/canovaccio per mezzora. Con il mattarello tirate una sfoglia sottile (3 mm) e tagliatela a rombi di 6/7 cm di lunghezza.
In una padella abbastanza larga fate sciogliere lo strutto (o fate scaldare l’olio) e friggete un alcuni rombi alla volta 1 minuto per lato (devono essere leggermente dorati). Noterete che l’impasto a contatto con lo strutto si gonfia formando delle bolle e viene subito in superficie.
Adagiate le crescentine in un vassoio con carta assorbente e servitele calde accompagnate da affettati (ci stanno bene tutti, dal prosciutto crudo alla coppa di testa, passando per la mortadella e i ciccioli), formaggi molli (squacquerone, stracchino), marmellate e pure la Nutella. Ciò rende le crescentine un prodotto adatto dall'antipasto al dolce.

mercoledì 14 settembre 2016

A Bologna c'era un palazzo di gelato

Una volta, a Bologna, fecero un palazzo di gelato proprio sulla Piazza Maggiore, e i bambini venivano di lontano a dargli una leccatina.
Il tettto era di panna montanta, il fumo dei comignoli di zucchero filato, i comignoli di frutta candita. Tutto il resto era di gelato: le porte di gelato, i muri di gelato, i mobili di gelato.
Un bambino piccolissimo si era attaccato a un tavolo e gli leccò le zampe una per una, fin che il tavolo gli crollò addosso con tutti i piatti, e i piatti erano di gelato al cioccolato, il più buono.
Una guardia del Comune, a un certo punto, si accorse che una finestra si scioglieva. I vetri erano di gelato alla fragola, e si squagliavano in rivoletti rosa.
“Presto”, gridò la guardia, “più presto ancora!”
E giù tutti a leccare più presto, per non lasciar andare perduta una sola goccia di quel capolavoro.
“Una poltrona!” implorava una vecchiettina, che non riusciva a farsi largo tra la folla, “una poltrona per una povera vecchia. Chi me la porta? Coi braccioli, se è possibile”.
Un generoso pompiere corse a prenderle una poltrona di gelato alla crema e pistacchio, e la povera vecchietta, tutta beata, cominciò a leccarla proprio dai braccioli.
Fu un gran giorno, quello, e per ordine dei dottori nessuno ebbe il mal di pancia.
Ancora adesso, quando i bambini chiedono un altro gelato, i genitori sospirano: “Eh già, per te ce ne vorrebbe un palazzo intero, come quello di Bologna”.

Tratto da "Favole al telefono", Gianni Rodari, 1962

mercoledì 31 agosto 2016

Una Mollica buona buona

L'ingresso del forno
Sasso Marconi è incluso in quel territorio - l'Emilia-Romagna - rinomato per avere la cucina migliore al mondo. Questo sia per la qualità di ciò che si produce (carne, formaggi, verdura, frutta), sia per la capacità di trasformare ciò che la natura offre. Sasso Marconi, come rilanciato più volte in questo blog, è una cittadina dove abbondano - sia tra i privati, sia in ambito ristorativo - amore e dedizione per il cibo e la buona tavola: è sufficiente avere una zdaura a cui rivolgersi e s'avrà modo d'assaggiare prelibatezze tipiche (tortellini, passatelli, arrosti, ecc.) che difficilmente potreste trovare anche in ristoranti di qualità. Sasso Marconi ospita sul suo territorio numerosi agriturismi e ristoranti, molti di pregio e uno in particolare (il Ristorante Marconi di Aurora e Massimo Mazzucchelli) riconosciuto come vera eccellenza gastronomica, non solo a livello locale ma nazionale. I Fratelli Mazzucchelli con il preziosissimo contributo di Francesca Zagato (che si occupa della preparazione del pane e dei lievitati) alcune settimane fa hanno aperto Mollica, un innovativo progetto in grado di coniugare tradizionale e contemporaneo, dando vita ad un'offerta che non ha eguali nella valle del Reno e non solo. Definirlo forno è sicuramente riduttivo, ma anche caffetteria, wine bar, pizzeria o pasticceria non rendono l'idea. Mollica è un mix di stili, inseriti in un ambiente caldo e accogliente, che offre pane, colazioni e pizze di elevatissima qualità.
Chi mi conosce sa della mia passione per farinacei e affini per cui non potevo non provare questo nuovo locale a pochi passi da casa (circa 3 km dal centro di Sasso Marconi in direzione Casalecchio). In questi ultimi scampoli d'estate, io e la mia signora, abbiamo eletto Mollica come nostro luogo ideale per la colazione prima di recarci al lavoro.
Pan dolce con farcitura di crema pasticcera
cappuccino e caffè (torrefazione Lelli)
Il forno visto dall'interno
Abbiamo così scoperto che Mollica ha un menù flessibile e in grado di soddisfare sia i golosi - come il sottoscritto - che coloro che cercano bontà ma anche leggerezza e salubrità. Pane e derivati essendo preparati con farine di ottima qualità e lievito madre non gonfiano, nè appesantiscono, lasciando però il giusto senso di sazietà. Inoltre, per chi si reca a colazione, vi sono proposte particolari che non si trovano nelle tradizionali caffetterie o pasticcerie, ad esempio: pane burro e marmellata (di fichi o al gelsomino) oppure, per coloro che gradiscono il salato, panini al grana farciti sul momento con ottimo prosciutto cotto. Una menzione speciale per le creme che farciscono i pan dolci: delicate, freschissime, talvolta arricchite con particolari fragranze (ad esempio al cardamomo).
Cappuccino e panino con gocce di cioccolato farcito con crema al cioccolato
Insomma, ciò che scrivono i fratelli Mazzuchelli sul sito web della loro bakery corrisponde a quanto realmente potrete apprezzare recandovi al locale di via Porrettana: "Al mattino potrete gustare una fetta di torta o una crostatina da infilare nel cestino della merenda di vostro figlio o prendere un caffè per caricarvi prima di iniziare la giornata". E anche i prezzi - aggiungo  io che ormai me ne intendo (in qualità d'assiduo utente) di forni, caffetterie e pasticcerie - non sono più elevati di altri locali, anzi per dirla tutta alcuni prodotti hanno prezzi più bassi. 
Fette di pan brioches accompagnate da burro e marmellata ai fichi
Particolare del banco dei prodotti per la colazione
Pizza e Focaccia
Mollica non è solo un luogo per amene colazioni poichè già all'apertura (alle 7 di mattina) trovate sul banco dei lievitati  (ovviamente con pasta madre) pane fresco appena sfornato di varie tipologie: dal comune all'integrale, passando per pani speciali come quello alle carrube. Non mancano pizza e focacce, quest'ultima veramente notevole per fragranza e leggerezza.
Alcune tipologie di pane presenti sul banco dei lievitati
Nel pomeriggio, ad orario di aperitivo, si possono assaggiare - accompagnate con una buona birra artigianale o un calice di vino - altre prelibatezze salate.

Dalle 19 si può gustare la pizza da asporto o da consumare in uno dei (per la verità pochi ) tavoli all'interno del locale. 
La pizza è qualcosa di veramente notevole. Se pani, focaccia e colazione sono ad un livello ottimo, per quanto riguarda la pizza tonda del Forno Mollica è possibile affermare che difficilmente avrete modo di provarne d'eguali. Tecnica e materie prime, dalle farine per gli impasti, agli ingredienti per i condimenti, spingendosi poi a toccare tutti gli altri prodotti che compongono il variegato panorama delle farciture. Abbiamo provato due pizze, una bianca (stracciatella e prosciutto cotto al forno) e l'altra classica (pomodoro e mozzarella con farcitura alle melanzane). 
Le abbiamo accompagnate con Chinotto Paoletti ma per i più esigenti c'è una selezione di vini e birre artigianali notevoli. 

Mini crema bruciata al limone e vaniglia. Un piccolo dessert per chiudere in dolcezza la serata

giovedì 16 giugno 2016

Spunti per una gita di due giorni a Bologna

Bologna oltre che essere "una regola", come sostiene Luca Carboni, è diventata ormai una delle città italiane più visitate.
L'interesse verso il capoluogo dell'Emilia-Romagna nasce per vari motivi, al di là dell'intrinseca bellezza della città: il cibo, siti storici e architettonici notevoli, mostre di pregio (la prima è stata quella su Vermeer e i fiamminghi ma ogni anno se ne tengono numerose), inoltre sono in corso sinergie con altre realtà del territorio emiliano-romagnolo che, nelle sue principali città, offre bellissimi spunti di viaggio: Ferrara, Ravenna, Parma, la riviera romagnola, ecc. Poi, ultimo ma non ultimo, l'aeroporto di Bologna che in questi anni è diventato una delle basi più importanti di compagnie low cost, in primis RyanAirQuesti aspetti hanno permesso di rendere bologna sempre più appetibile per i turisti, in particolare coloro che desiderano conoscere una città e i suoi dintorni nel corso di pochi giorni, ad esempio un weekend. E Bologna si presta benissimo a questo tipo di vacanze brevi.

VIAGGIO e ALLOGGIO
  • Bologna è lo snodo viario tra nord e sud Italia: da qui passano le principali arterie autostradali e ferroviarie del paese. E' presente il già citato aeroporto dedicato a Guglielmo Marconi dal quale ogni anno transitano milioni di passeggeri. Quindi, per arrivare a Bologna, non c'è che l'imbarazzo della scelta. Ad esempio, se si viene in treno usando l'Alta Velocità, essa dista 30 minuti da Firenze, 60 da Milano e circa due ore da Roma. Ora, se si proviene dal centro e sud Italia è più facile percorrere l'autostrada A1, dopo l'apertura della variante di valico tra Barberino e Sassso Marconi, che collega più volocem
  • Per pernottare a Bologna non c'è che l'imbarazzo della scelta: hotel, bed & Breakfast, agriturismi se ci si sposta in provincia, pure il campeggio. Gli alberghi, va detto, sono un pò costosi, ma negli ultimi anni si stanno sviluppando - soprattutto grazie a piattaforme come Airbnb - opportunità di soggiorno a prezzi più contenuti ma comunque di pregio.
  • Il cibo a Bologna è un must! La gente viene a Bologna da tutto il mondo principalmente per guastare le sue prelibatezze. E i bolognesi (autoctoni e d'importazione) l'hanno ben compreso, così stanno fiorendo attività commerciali legate l'alimentazione ed il cibo in modo considerevole. Non tutte sono di pregio, ma sempre più si sta operando per offrire qualità e stile: dal mercato di mezzo al mercato delle erbe, passando per le storiche salumerie e gastronomie sparse per il centro città, fino ad arrivare ai laboratori di pasta fresca. Questi ultimi - per lo meno i migliori - situati in periferia della città e nell'hinterland: Casalecchio, San Lazzaro di Savena, Sasso Marconi, Castelmaggiore.
Di seguito alcuni suggerimenti su cosa vedere e fare a Bologna nel corso di un fine settimana. Tra l'altro il sabato e la domenica (oltre che nei festivi) la zona T - comprendente via Rizzoli, via Ugo Bassi e la parte terminale di via Indipendenza che sfocia tra le due strade sopraccitate - viene chiusa al traffico veicolare, rendendo così molto più vivibile il centro storico. Una scelta molto apprezzata dai turisti.

SABATO
  • Arrivati in città, prendendo come punto d'avvio del percorso la stazione dei treni, si percorre via Indipendenza (bella ma ormai una sorta di centro commerciale a cielo aperto) principale via d'accesso al centro storico. La si percorre tutta, fino a piazza Re Enzo, dove si trova la fontana sormontata dalla statua del Nettuno, quindi si entra in piazza maggiore dove si trova la basilica di San Petronio con i portali di Jacopo della Quercia e con il suo grande interno gotico: Cappella Bolognini (a pagamento) con affreschi di Giovanni da Modena (famoso il quadro con la rappresentazione di Maometto all'inferno). Passando sul retro della basilica, da piazza Galvani si può salire sul terrazzo (a pagamento) e godersi una splendida vista della città.
  • Uscendo dalla Basilica, e tenendo San Petronio di fronte a sè, si svolta a sinistra per un immancabile giro per le strade che compongono il quadrilatero dei mercati (via Pescherie vecchie, via Drapperie, via Clavature) col colore delle botteghe tipiche e il Mercato di Mezzo, 
    per mangiare in modo informale. Questo luogo ospita numerose eccelnenze del territorio: dal forno Calzolari di Monghidoro alla carne della macelleria Zivieri (presso il banco RoManzo) di Monzuno, arrivando alle paste di Gino Fabbri presso la pasticceria gestita dalla Granarolo. Attenzione all'orario in cui ci andate poichè dopo le 12:30 c'è spesso troppa gente per godersi questo spazio e fermarsi a pranzo nei tavoli al centro del grande salone.
  • Superata la zona del Quadrilatero e attraversata via Castiglione, si passa davanti al bellissimo palazzo della Mercanzia (sede della Camera di Commercio felsinea) e ci si immette in via Santo Stefano (la parte pedonale), si arriva di fronte al complesso di Santo Stefano (la Santa Gerusalemme bolognese): uno degli scorci più belli di Bologna, sia per la piazza omonima, sia per le 7 chiese, di epoche diverse, ospitate in questa poliedrica struttura.
  • Proseguendo nel giro, ci si può recare in via Oberdan per un caffè da Terzi quindi, riprendendo via Oberdan, proseguire verso via Righi, poi svoltare a destra ed entrare in via Piella (parallela via Indipendenza nella quale c'è una finestrella con affaccio sul canale delle Moline, esempio dell'intreccio dei torrenti appenninici che creavano energia per le manifatture tessili preindustriali.
piazza Santo Stefano e la basilica

  • Palazzo Pepoli in via Castiglione sede della fondazione Genius Bononiae. Attualmente, in questo palazzo, sono in corso due mostre: la prima sulla "Street art" denominata 'Bansky & Co' (aperta fino al 26 giugno), la seconda Barbie: la famosa bambola americana, icona di generazioni di bambine.
  • Proseguendo in un tour delle chiese, mi permetto di suggerire le seguenti: S. Maria della Vita (a pagamento) con Compianto di Nicolò dell'Arca e museo della medicina e dell'assistenza; Basilica di S. Domenico (arche dei glossatori all'esterno) all'interno tomba di S. Domenico di Nicolò dell'Arca e Michelangelo, affreschi di Guido Reni; Basilica di S. Francesco (esterno arche dei glossatori) imponente interno gotico. Notevole sul l'altar maggiore ancona marmorea dei fratelli Dalle Masegne.
  • Per quanto riguarda la sera, ed in particolare la cena, si consiglia un salto al rinnovato mercato delle erbe: di giorno un vivacissimo mercato, di sera luogo ideale per aperitivi, ristorazione e per stare in compagnia in modo informale. Il Mercato delle Erbe rappresenta il cuore originario del centro cittadino, un luogo dove, oltre che al commercio, si può scoprire la continuità della storia di Bologna strettamente legata alla gastronomia, al cibo e alla tradizione. Immersi in aromi di ogni genere si possono ammirare i commercianti indaffarati con clienti di tutte le generazioni e dalle più svariate provenienze. Signore e signori locali, universitari, e turisti sono gli avventori quotidiani di questo spazio che celebra la vita di Bologna.
DOMENICA

  • Di prima mattina si può salire alla Basilica di S. Luca: partendo dall'arco del Meloncello si percorre tutto il bellissimo portico fino in cima al colle di guardia dov'è situata la basilica. Si può salire anche in auto oppure con il trenino che si prende da piazza Maggiore e percorre tutte le vie del centro storico.
  • Tornati in centro, non può mancare una visita al Museo medievale in via Manzoni e Palazzo Fava sede della mostra sul pittore contemporaneo statunitense Edward Hopper aperta fino al prossimo 24 luglio. 
  • Si consiglia di tornare ancora nel quadrilatero dei mercati per pranzo in via Clavature: Ristorante Clive T (ottima cucina informale con vere specialità bolognesi, antipasto di mortadella e piadina, friggione, lasagne, tortellini e tagliatelle al ragù, cotoletta alla petroniana) oppure presso il ristorante di Eataly all'interno dell'ex cinema Ambasciatori (ingresso da via Orefici o via Drapperie). Nel caso, invece, si desideri qualcosa di più formale ci si può spostare presso l'osteria de Poeti, nell'omonima via, locale che un tempo fu gestito da Francesco Guccini (in quell'epoca si chiamava osteria delle dame).
  • Una passeggiata dopo pranzo in Via Zamboni: percorrendola si incrociano i principali palazzi universitari e la sede del rettorato. Ma vi sono anche importanti basiliche: S. Giacomo Maggiore per vedere la cappella Bentivoglio con bellissimi affreschi del Costa e del Francia. Difficile da vedere (bisogna chiedere) dietro altar maggiore a sinistra, ma bisogna andare da destra perché a sinistra c'è un cantiere di restauro.
  • Dopo alcune centinaia di metri via Zamboni si apre in una piazza dedicata a Verdi e qui si trova il Teatro Comunale (dei Bibbiena). 
  • Parallela a via Zamboni si trova via belle arti, dove ha sede la Pinacoteca Nazionale (pagamento) con la S. Cecilia di Raffaello, magnifico polittico di Giotto e Opere di Vitale da Bologna e tanto altro.
  • Spostandosi in un'altra zona del centro (in via don Giovanni Minzoni)  per completare una giornata dedicata all'arte, è consigliata una visita al MAMbo  museo arte moderna di Bologna con la collezione di Giorgio Morandi.
  • Infine, prima di partire, per i nostalgici della Bologna che fu di Guccini e Dalla,
    si consiglia una cena presso la Trattoria da Vito in via Musolesi nel cuore della Cirenaica ed a due passi da Via Paolo Fabbri 43, già residenza di Francesco Guccini.

Si ringrazia Diego Cavallina per le indicazioni riguardanti musei e siti storico-architettonici della città

Tutte le foto sono state scattate dall'estensore del post

lunedì 30 maggio 2016

Conclusa con successo la Festa Unità al Parco del Chiù a Pontecchio Marconi

Il 29 maggio, dopo oltre un mese d'attività, si è conclusa la Festa dell'Unità al Parco del Chiù a Pontecchio Marconi.
L'ingresso del ristorante con i grandi pannelli su cui è esposto il menù
Questa storica kermesse è iniziata con il pranzo (a base di pesce) del 25 aprile ed è terminata domenica scorsa. In questo lungo lasso di tempo essa ha coinvolto oltre 100 volontari e alcune migliaia di cittadini che, nel corso di 5 fine settimana, si sono recati a pranzo e cena alla Festa. 
Sebbene la stagione non sia stata clemente (quasi tutti i fine settimana è piovuto), l'incasso e la partecipazione di pubblico sono stati più che buoni: sia il ristorante, sia le iniziative collaterali politiche e ludico-ricreative, che hanno punteggiato le circa 20 giornate d'apertura, sono state seguite e hanno lasciato soddisfatti i partecipanti.
Sulla sinistra il segretario comunale del PD di Sasso Marconi: Carlo Sinigaglia
Ora i volontari e le volontarie (a cui va un grandissimo ringraziamento) si spostano alla Festa campagnola a Tignano, che si terrà per tre fine settimana di luglio e, successivamente, alla rassegna "il parco sotto le stelle" che si terrà presso l'area del Chiù dal 10 al 15 agosto prossimi. Ma molti di loro saranno impegnati ad aiutare altre associazioni che, nel corso dell'estate, promuovono eventi in giro per il paese: dalla neonata sagra della ciliegia (che si terrà sempre al parco del Chiù nel weekend del 4 e 5 giugno) fino alle feste che si tengono nelle frazioni di Sasso Marconi per vivacizzare la comunità e le sue borgate.
Di seguito alcune immagini esemplificative della Festa Unità di quest'anno.
L'ingresso della balera
Il piatto principe della Festa: i tortellini fatti dalle zdaure di Sasso Marconi
La cassa del ristorante (con le volontarie Mirca e Teresa) e uno scorcio del medesimo
Le volontarie della cucina che preparano gli antipasti e i primi di pesce
I volontari della cucina che si occupano della preparazioni dei primi piatti
Pippo (responsabile della cucina) ringrazia i volontari e saluti gli ospiti nel corso della serata di chiusura della Festa
La volontaria Manila (consigliere comunale) che si occupa di gestire le prenotazioni dei secondi
Il volontario Alessandro, nonchè consigliere comunale, che si premura di servire in tavola la polenta con salsiccia
Polenta con salsiccia e ragù: un must della Festa
Il famoso carrello dei dolci di Oriana


venerdì 27 maggio 2016

Le migliori 5 gelaterie in centro a Bologna (secondo me)

Particolare della gelateria Galliera 49

"I gelati sono buoni ma costano milioni!"* cantavano gli Skiantos a cavallo tra gli anni 70 e 80 del secolo scorso. Anche oggi i gelati non sono certo a buon mercato a Bologna, ma i soldi spesi li valgono tutti se si scelgono le  gelaterie artigianali del centro città. Ed anche in periferia e nei paesi limitrofi ci sono botteghe gelataie di elevatissima qualità. 
Banco dei gelati Gelateria Gianni (via Montegrappa)
Bologna e la sua provincia sono note per il cibo: dai ristoranti ai negozi di pasta fresca, passando per aziende che producono alimenti e attrezzature per la preparazione dei medesimi. Riguardo i gelati nel comune di Anzola Emilia.
hanno sede, presso lo stabilimento dell'azienda Carpigiani, il museo del Gelato e la Gelato University: corsi base, intermedi e specialistici per imparare a conoscere il gelato in tutti i suoi stati: dalla preparazione alla degustazione. La Carpigiani, leader mondiale nella produzione di macchine per il gelato, tiene corsi non solo presso la sua sede bolognese ma anche in vari paesi del mondo: Gran Bretagna, Dubai e Stati Uniti per citare i più noti.
Tornando alle gelaterie in centro a Bologna, ve ne sono alcune che - se siete amanti del gelato - meritano una visita al pari di certi siti storici. della città.
A mio parere le più buone - tutte caratterizzate dall'elevata qualità degli ingredienti - sono le seguenti:

1) GALLIERA 49, in via Galliera al civico 49
Una gelateria che si potrebbe definire sui generis poichè non vi si può entrare e anche fuori, sotto il portico, ci sono ben pochi posti per sedersi. Praticamente c'è solo il laboratorio e davanti il bancone. Ma a parte questo, è il meglio che c'è sulla piazza bolognese: la qualità dei prodotti è notevole, così come la tipologia d'offerta che - nella sua semplicità - è assai ricercata.
Oltre ai gelati sono ottime, sicuramente le migliori di Bologna le granatine siciliane. Sono quindi presenti sorbetti vegani e la panna montata (non zuccherata, come è giusto che sia) viene sempre offerta, sia sul gelato che con le granatine. Assolutamente da non perdere se si dà un giro in centro a Bologna. 
La gelateria fa consegna a domicilio.

2) STEFINO BIO, via San Vitale al civico 37 
Già dal nome si capisce che nella preparazione dei gelati vi è ricercatezza nei proditti: biologici, a Km 0, presidi Slowfood e prodotti provenienti dal commercio equo. Vi sono alcuni gusti di gelato gluten free (senza glutine), utilizzando farina di riso ed altri gusti vegan.
Interno della gelateria Stefino Bio (via S. Vitale)
Il gelato, a differenza delle tre gelateria citate sotto e similarmente a quanto avviene nella gelateria Galliera 49 viene conservato nel banco a pozzettidove la temperatura si mantiene sempre costante e il contatto con l’aria e gli agenti esterni è ridotto al minimo, regola indispensabile per un gelato che non contiene emulsionanti, stabilizzanti ed altri additivi chimici di mantenimento. 
Similarmente ai gelati di via Galleria anche questi sono leggeri poichè sono usati prodotti di alta qualità e zucchero di canna, inoltre non è usato il burro ma la panna. 
Molto bello l'ambiente, tutto in legno con i mantecatori a vista. E' infine possibile farsi consegnare i gelati a domicilio: ve lo portano in bicicletta!

3) SORBETTERIA CASTIGLIONE, via Castiglione n. 44/d
Sorbetteria Castiglione (Immagine tratta da Tripadvisor)
Per molti questa è ritenuta la migliore gelateria di Bologna. Sicuramente è un'eccellenza e alcuni suoi gusti sono unici (con tanto di marchio registrato): nel senso che si trovano solo presso questa gelateria e presso la sue succursali in via Marzabotto n.10 (tra l'ospedale Maggiore e la Certosa di Bologna), via Murri n.81 e via Saragozza n.83. Anche qui i laboratori per la preparazione del gelato sono a vista. Per rendere il gelato più leggero sono stati sostituiti quasi del tutto lo zucchero comune e il glucosio.  Da alcuni anni la Sorbetteria fa consegne a domicilio di gelati e torte: per saperne di più seguite questo link: http://www.lasorbetteria.it/wp-content/uploads/2013/09/composizione_gelati1.pdfInfine, a fianco della Sorbetteria (che funge anche da bar per veloci colazioni) c'è un negozio di cioccolato, gestito sempre dagli stessi proprietari della gelateria dal simpatico nome: il Coccolato.


I gusti di gelato presso la Gelateria Gianni
4) GIANNI, sede storica in via Montegrappa 
(ed anche in: via San Vitale, 2 o nella nuovissima e originalissima sede in via Ugo Bassi). 
Quando a Bologna si dice gelato, il più delle volte lo si associa alle gelaterie di Gianni: un nome storico sulla piazza bolognese e non solo perchè sono decenni che ha aperto, bensì per la sua peculiarità d'offerta, la sua inventiva ed anche per il brand che ha saputo lanciare in questi nani. 
Non è un gelato per palati fini ma se volete qualcosa di veramente sfizioso, originale (sin dal nome) le gelaterie di Gianni sono quelle che fanno per voi. 
Anche questo gelataio, come gli altri citati nel post, usa prodotti biologici, latte fresco e per alcune tipologie di gelato prodotti dei presidi slow food.

5) CREMERIA FUNIVIA, piazza Cavour (sede storica in via Porrettana n.158)
La Funivia
(Immagine tratta da Tripadvisor)
Quando ci si reca presso le due sedi della gelateria Funivia, in particolare nei caldi mesi estivi, è facile imbattersi in lunghe file che escono dai negozi. I gelati alle creme, talvolta dai nomi originali, sono molto buoni, sebbene se un pò pesanti da digerire. I gelati alla frutta variano in base alla stagione, a riprova della freschezza degli ingredienti. Nelle vetrinette presenti in negozio è possibile scegliere anche gelati biscotto, stecco oppure torte gelato. 






Mi permetto infine di segnalare altre 2 gelaterie molto buone:
Gelateria Cremeria Mascarella in via Mascarella
- il Gelatauro in via San Vitale n.98/b
Il bancone della gelateria Gianni di via Montegrappa
*: ovviamente quella di Freak Antoni era un'allegoria.