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martedì 27 giugno 2017

37esimo anniversario della strage di Ustica

Il 27 giugno 1980 un aereo della compagnia Itavia s'inabissò nel mare vicino l'isola di Ustica. A bordo 81 persone, tra passeggeri e membri dell'equipaggio. 
Il vettore era partito dall'aeroporto "G. Marconi" di Bologna alle 20:08 ed era diretto a Palermo. Il volo si svolge regolarmente fino all'ultimo normale contatto radio tra il velivolo e "Roma controllo" avvenuto alle 20:58. Alle 21:04, chiamato per autorizzare l'avvio della fase di atterraggio su Palermo, il DC9 non risponde. Alle 21:25 si avviano le operazioni di ricerca.
Durante la notte, diversi aerei, elicotteri e navi percorrono invano il tratto di mare sul quale si sono perse le tracce dell'aereo, soltanto all'alba un elicottero avvista una chiazza oleosa tra le isole di Ustica e Ponza, segue il rinvenimento d'oggetti e corpi umani. Di questi ne saranno recuperati 38.
Le indagini che furono avviate dalle Procure di Palermo e Roma e dal Ministero dei Trasporti, considerarono le ipotesi di cedimento strutturale, di una attentato con bomba a bordo, di una collisione in volo, oppure di un missile. La prima ipotesi sarebbe presto caduta, la commissione ministeriale chiude i propri lavori escludendo il cedimento strutturale, ma il sospetto che si era diffuso sulla cattiva manutenzione dell'aereo aveva portato alla chiusura - l'anno successivo la tragedia - della compagnia Itavia. 


Sulla vicenda scese il silenzio fino al 1986 quando, dopo un'inchiesta giornalistica che indicava il DC9 quale vittima di un'azione militare, un gruppo di politici ed intellettuali si rivolgeva con un appello al Presidente della Repubblica perchè "qualsiasi dubbio, anche minimo, sull'eventualità di un'azione militare lesiva di vite umane e di interessi pubblici primari fosse affrontato".
Nel 1988  nacque l'associazione dei parenti vittime della strage di Ustica per iniziativa di Daria Bonfietti - sorella di una delle vittime.
Ne seguirono due importanti effetti: con due successive campagne di recupero - svolte a 3.700 metri di profondità, nel 1987 e nel 1991, furono recuperati il 96% dei resti dell'aereo. Qundi la vicenda divenne oggetto della Commissione parlamentare che si occupa di stragi. Quest'ultima giunse a segnalare comportamenti di militari, in servizio presso alcuni centri radar, volti ad occultare ciò che era avvenuto quella sera nei cieli del mar Tirreno.
Nel 1992 i vertici dell'Aeronautica militare furono accusati di alto tradimento perchè "dopo aver omesso di riferire alle autorità politiche e a quella giudiziaria le informazioni concernenti la possibile presenza di traffico militare, l'ipotesi di un'esplosione coinvolgente il velivolo e i risultati dei tracciati radar, abusando del proprio ufficio, fornivano alle Autorità politiche informazioni errate". Gli imputati furono prosciolti per prescrizione nel 2004, e all'inizio del 2007 assolti dalla Cassazione.
Nel 1999 il giudice Rosario Priore affermò che l'incidente "del DC9 era occorso a seguito di azione militare di intercettamento". Il DC9 era coinvolto in una azione militare nel corso della quale un missile ne aveva causato la caduta.
L'ipotesi di una bomba collocata a bordo, per lungo tempo andata avanti insieme a quella del missile, si rivelò solo un'operazione di depistaggio.

Anche la satira, nel corso degli anni, ha voluto dire la sua in merito quest'atroce vicenda. Numerosi disegnatori e giornalisti sono intervenuti, con sarcasmo o ironia, per mettere a nudo l'ipocrita situazione creatasi a seguito della strage, dei tentativi d'insabbiamento e depistaggio occorsi negli anni.



Tutte le immagini a corredo del post sono state scattate da me un paio di settimane fa all'interno ed all'esterno del museo per la Memoria di Ustica. Il museo, fortemente voluto dall'Associazione dei Parenti delle Vittime della Strage di Ustica, è stato aperto il 27 Giugno 2007 e si trova in via di Saliceto n. 3/22 presso gli ex Magazzini ATC di Bologna.  

mercoledì 14 settembre 2016

A Bologna c'era un palazzo di gelato

Una volta, a Bologna, fecero un palazzo di gelato proprio sulla Piazza Maggiore, e i bambini venivano di lontano a dargli una leccatina.
Il tettto era di panna montanta, il fumo dei comignoli di zucchero filato, i comignoli di frutta candita. Tutto il resto era di gelato: le porte di gelato, i muri di gelato, i mobili di gelato.
Un bambino piccolissimo si era attaccato a un tavolo e gli leccò le zampe una per una, fin che il tavolo gli crollò addosso con tutti i piatti, e i piatti erano di gelato al cioccolato, il più buono.
Una guardia del Comune, a un certo punto, si accorse che una finestra si scioglieva. I vetri erano di gelato alla fragola, e si squagliavano in rivoletti rosa.
“Presto”, gridò la guardia, “più presto ancora!”
E giù tutti a leccare più presto, per non lasciar andare perduta una sola goccia di quel capolavoro.
“Una poltrona!” implorava una vecchiettina, che non riusciva a farsi largo tra la folla, “una poltrona per una povera vecchia. Chi me la porta? Coi braccioli, se è possibile”.
Un generoso pompiere corse a prenderle una poltrona di gelato alla crema e pistacchio, e la povera vecchietta, tutta beata, cominciò a leccarla proprio dai braccioli.
Fu un gran giorno, quello, e per ordine dei dottori nessuno ebbe il mal di pancia.
Ancora adesso, quando i bambini chiedono un altro gelato, i genitori sospirano: “Eh già, per te ce ne vorrebbe un palazzo intero, come quello di Bologna”.

Tratto da "Favole al telefono", Gianni Rodari, 1962

mercoledì 31 agosto 2016

Una Mollica buona buona

L'ingresso del forno
Sasso Marconi è incluso in quel territorio - l'Emilia-Romagna - rinomato per avere la cucina migliore al mondo. Questo sia per la qualità di ciò che si produce (carne, formaggi, verdura, frutta), sia per la capacità di trasformare ciò che la natura offre. Sasso Marconi, come rilanciato più volte in questo blog, è una cittadina dove abbondano - sia tra i privati, sia in ambito ristorativo - amore e dedizione per il cibo e la buona tavola: è sufficiente avere una zdaura a cui rivolgersi e s'avrà modo d'assaggiare prelibatezze tipiche (tortellini, passatelli, arrosti, ecc.) che difficilmente potreste trovare anche in ristoranti di qualità. Sasso Marconi ospita sul suo territorio numerosi agriturismi e ristoranti, molti di pregio e uno in particolare (il Ristorante Marconi di Aurora e Massimo Mazzucchelli) riconosciuto come vera eccellenza gastronomica, non solo a livello locale ma nazionale. I Fratelli Mazzucchelli con il preziosissimo contributo di Francesca Zagato (che si occupa della preparazione del pane e dei lievitati) alcune settimane fa hanno aperto Mollica, un innovativo progetto in grado di coniugare tradizionale e contemporaneo, dando vita ad un'offerta che non ha eguali nella valle del Reno e non solo. Definirlo forno è sicuramente riduttivo, ma anche caffetteria, wine bar, pizzeria o pasticceria non rendono l'idea. Mollica è un mix di stili, inseriti in un ambiente caldo e accogliente, che offre pane, colazioni e pizze di elevatissima qualità.
Chi mi conosce sa della mia passione per farinacei e affini per cui non potevo non provare questo nuovo locale a pochi passi da casa (circa 3 km dal centro di Sasso Marconi in direzione Casalecchio). In questi ultimi scampoli d'estate, io e la mia signora, abbiamo eletto Mollica come nostro luogo ideale per la colazione prima di recarci al lavoro.
Pan dolce con farcitura di crema pasticcera
cappuccino e caffè (torrefazione Lelli)
Il forno visto dall'interno
Abbiamo così scoperto che Mollica ha un menù flessibile e in grado di soddisfare sia i golosi - come il sottoscritto - che coloro che cercano bontà ma anche leggerezza e salubrità. Pane e derivati essendo preparati con farine di ottima qualità e lievito madre non gonfiano, nè appesantiscono, lasciando però il giusto senso di sazietà. Inoltre, per chi si reca a colazione, vi sono proposte particolari che non si trovano nelle tradizionali caffetterie o pasticcerie, ad esempio: pane burro e marmellata (di fichi o al gelsomino) oppure, per coloro che gradiscono il salato, panini al grana farciti sul momento con ottimo prosciutto cotto. Una menzione speciale per le creme che farciscono i pan dolci: delicate, freschissime, talvolta arricchite con particolari fragranze (ad esempio al cardamomo).
Cappuccino e panino con gocce di cioccolato farcito con crema al cioccolato
Insomma, ciò che scrivono i fratelli Mazzuchelli sul sito web della loro bakery corrisponde a quanto realmente potrete apprezzare recandovi al locale di via Porrettana: "Al mattino potrete gustare una fetta di torta o una crostatina da infilare nel cestino della merenda di vostro figlio o prendere un caffè per caricarvi prima di iniziare la giornata". E anche i prezzi - aggiungo  io che ormai me ne intendo (in qualità d'assiduo utente) di forni, caffetterie e pasticcerie - non sono più elevati di altri locali, anzi per dirla tutta alcuni prodotti hanno prezzi più bassi. 
Fette di pan brioches accompagnate da burro e marmellata ai fichi
Particolare del banco dei prodotti per la colazione
Pizza e Focaccia
Mollica non è solo un luogo per amene colazioni poichè già all'apertura (alle 7 di mattina) trovate sul banco dei lievitati  (ovviamente con pasta madre) pane fresco appena sfornato di varie tipologie: dal comune all'integrale, passando per pani speciali come quello alle carrube. Non mancano pizza e focacce, quest'ultima veramente notevole per fragranza e leggerezza.
Alcune tipologie di pane presenti sul banco dei lievitati
Nel pomeriggio, ad orario di aperitivo, si possono assaggiare - accompagnate con una buona birra artigianale o un calice di vino - altre prelibatezze salate.

Dalle 19 si può gustare la pizza da asporto o da consumare in uno dei (per la verità pochi ) tavoli all'interno del locale. 
La pizza è qualcosa di veramente notevole. Se pani, focaccia e colazione sono ad un livello ottimo, per quanto riguarda la pizza tonda del Forno Mollica è possibile affermare che difficilmente avrete modo di provarne d'eguali. Tecnica e materie prime, dalle farine per gli impasti, agli ingredienti per i condimenti, spingendosi poi a toccare tutti gli altri prodotti che compongono il variegato panorama delle farciture. Abbiamo provato due pizze, una bianca (stracciatella e prosciutto cotto al forno) e l'altra classica (pomodoro e mozzarella con farcitura alle melanzane). 
Le abbiamo accompagnate con Chinotto Paoletti ma per i più esigenti c'è una selezione di vini e birre artigianali notevoli. 

Mini crema bruciata al limone e vaniglia. Un piccolo dessert per chiudere in dolcezza la serata

giovedì 4 agosto 2016

Bologna d'agosto

Nel mese d'agosto, con la chiusura dell'Università, di molte fabbriche, d'uffici e attività commerciali, Bologna tende a svuotarsi.
In questo periodo dell'anno la città risplende d'una luce nuova e - a mio parare - risulta molto più vivibile. Sicuramente è più tranquilla.
E' bello passeggiare nelle vie del centro storico, fare un bagno di sole nelle sue piazze e poi trovare ristoro all'ombra dei portici dove s'infila il vento a rendere più piacevole le passeggiate.
Agosto, se non si hanno pretese di shopping e mangiare nei numerosi ristorante che affollano il centro, è il mese ideale per scoprire la città e viverla in modo diverso dagli altri 11 mesi dell'anno.
Basilica di San Petronio
Via Orefici
Piazza Maggiore
Via Zamboni vista dal portico del Teatro Comunale
Sempre via Zamboni
Portico del Pavaglione
Piazza VIII Agosto

giovedì 16 giugno 2016

Spunti per una gita di due giorni a Bologna

Bologna oltre che essere "una regola", come sostiene Luca Carboni, è diventata ormai una delle città italiane più visitate.
L'interesse verso il capoluogo dell'Emilia-Romagna nasce per vari motivi, al di là dell'intrinseca bellezza della città: il cibo, siti storici e architettonici notevoli, mostre di pregio (la prima è stata quella su Vermeer e i fiamminghi ma ogni anno se ne tengono numerose), inoltre sono in corso sinergie con altre realtà del territorio emiliano-romagnolo che, nelle sue principali città, offre bellissimi spunti di viaggio: Ferrara, Ravenna, Parma, la riviera romagnola, ecc. Poi, ultimo ma non ultimo, l'aeroporto di Bologna che in questi anni è diventato una delle basi più importanti di compagnie low cost, in primis RyanAirQuesti aspetti hanno permesso di rendere bologna sempre più appetibile per i turisti, in particolare coloro che desiderano conoscere una città e i suoi dintorni nel corso di pochi giorni, ad esempio un weekend. E Bologna si presta benissimo a questo tipo di vacanze brevi.

VIAGGIO e ALLOGGIO
  • Bologna è lo snodo viario tra nord e sud Italia: da qui passano le principali arterie autostradali e ferroviarie del paese. E' presente il già citato aeroporto dedicato a Guglielmo Marconi dal quale ogni anno transitano milioni di passeggeri. Quindi, per arrivare a Bologna, non c'è che l'imbarazzo della scelta. Ad esempio, se si viene in treno usando l'Alta Velocità, essa dista 30 minuti da Firenze, 60 da Milano e circa due ore da Roma. Ora, se si proviene dal centro e sud Italia è più facile percorrere l'autostrada A1, dopo l'apertura della variante di valico tra Barberino e Sassso Marconi, che collega più volocem
  • Per pernottare a Bologna non c'è che l'imbarazzo della scelta: hotel, bed & Breakfast, agriturismi se ci si sposta in provincia, pure il campeggio. Gli alberghi, va detto, sono un pò costosi, ma negli ultimi anni si stanno sviluppando - soprattutto grazie a piattaforme come Airbnb - opportunità di soggiorno a prezzi più contenuti ma comunque di pregio.
  • Il cibo a Bologna è un must! La gente viene a Bologna da tutto il mondo principalmente per guastare le sue prelibatezze. E i bolognesi (autoctoni e d'importazione) l'hanno ben compreso, così stanno fiorendo attività commerciali legate l'alimentazione ed il cibo in modo considerevole. Non tutte sono di pregio, ma sempre più si sta operando per offrire qualità e stile: dal mercato di mezzo al mercato delle erbe, passando per le storiche salumerie e gastronomie sparse per il centro città, fino ad arrivare ai laboratori di pasta fresca. Questi ultimi - per lo meno i migliori - situati in periferia della città e nell'hinterland: Casalecchio, San Lazzaro di Savena, Sasso Marconi, Castelmaggiore.
Di seguito alcuni suggerimenti su cosa vedere e fare a Bologna nel corso di un fine settimana. Tra l'altro il sabato e la domenica (oltre che nei festivi) la zona T - comprendente via Rizzoli, via Ugo Bassi e la parte terminale di via Indipendenza che sfocia tra le due strade sopraccitate - viene chiusa al traffico veicolare, rendendo così molto più vivibile il centro storico. Una scelta molto apprezzata dai turisti.

SABATO
  • Arrivati in città, prendendo come punto d'avvio del percorso la stazione dei treni, si percorre via Indipendenza (bella ma ormai una sorta di centro commerciale a cielo aperto) principale via d'accesso al centro storico. La si percorre tutta, fino a piazza Re Enzo, dove si trova la fontana sormontata dalla statua del Nettuno, quindi si entra in piazza maggiore dove si trova la basilica di San Petronio con i portali di Jacopo della Quercia e con il suo grande interno gotico: Cappella Bolognini (a pagamento) con affreschi di Giovanni da Modena (famoso il quadro con la rappresentazione di Maometto all'inferno). Passando sul retro della basilica, da piazza Galvani si può salire sul terrazzo (a pagamento) e godersi una splendida vista della città.
  • Uscendo dalla Basilica, e tenendo San Petronio di fronte a sè, si svolta a sinistra per un immancabile giro per le strade che compongono il quadrilatero dei mercati (via Pescherie vecchie, via Drapperie, via Clavature) col colore delle botteghe tipiche e il Mercato di Mezzo, 
    per mangiare in modo informale. Questo luogo ospita numerose eccelnenze del territorio: dal forno Calzolari di Monghidoro alla carne della macelleria Zivieri (presso il banco RoManzo) di Monzuno, arrivando alle paste di Gino Fabbri presso la pasticceria gestita dalla Granarolo. Attenzione all'orario in cui ci andate poichè dopo le 12:30 c'è spesso troppa gente per godersi questo spazio e fermarsi a pranzo nei tavoli al centro del grande salone.
  • Superata la zona del Quadrilatero e attraversata via Castiglione, si passa davanti al bellissimo palazzo della Mercanzia (sede della Camera di Commercio felsinea) e ci si immette in via Santo Stefano (la parte pedonale), si arriva di fronte al complesso di Santo Stefano (la Santa Gerusalemme bolognese): uno degli scorci più belli di Bologna, sia per la piazza omonima, sia per le 7 chiese, di epoche diverse, ospitate in questa poliedrica struttura.
  • Proseguendo nel giro, ci si può recare in via Oberdan per un caffè da Terzi quindi, riprendendo via Oberdan, proseguire verso via Righi, poi svoltare a destra ed entrare in via Piella (parallela via Indipendenza nella quale c'è una finestrella con affaccio sul canale delle Moline, esempio dell'intreccio dei torrenti appenninici che creavano energia per le manifatture tessili preindustriali.
piazza Santo Stefano e la basilica

  • Palazzo Pepoli in via Castiglione sede della fondazione Genius Bononiae. Attualmente, in questo palazzo, sono in corso due mostre: la prima sulla "Street art" denominata 'Bansky & Co' (aperta fino al 26 giugno), la seconda Barbie: la famosa bambola americana, icona di generazioni di bambine.
  • Proseguendo in un tour delle chiese, mi permetto di suggerire le seguenti: S. Maria della Vita (a pagamento) con Compianto di Nicolò dell'Arca e museo della medicina e dell'assistenza; Basilica di S. Domenico (arche dei glossatori all'esterno) all'interno tomba di S. Domenico di Nicolò dell'Arca e Michelangelo, affreschi di Guido Reni; Basilica di S. Francesco (esterno arche dei glossatori) imponente interno gotico. Notevole sul l'altar maggiore ancona marmorea dei fratelli Dalle Masegne.
  • Per quanto riguarda la sera, ed in particolare la cena, si consiglia un salto al rinnovato mercato delle erbe: di giorno un vivacissimo mercato, di sera luogo ideale per aperitivi, ristorazione e per stare in compagnia in modo informale. Il Mercato delle Erbe rappresenta il cuore originario del centro cittadino, un luogo dove, oltre che al commercio, si può scoprire la continuità della storia di Bologna strettamente legata alla gastronomia, al cibo e alla tradizione. Immersi in aromi di ogni genere si possono ammirare i commercianti indaffarati con clienti di tutte le generazioni e dalle più svariate provenienze. Signore e signori locali, universitari, e turisti sono gli avventori quotidiani di questo spazio che celebra la vita di Bologna.
DOMENICA

  • Di prima mattina si può salire alla Basilica di S. Luca: partendo dall'arco del Meloncello si percorre tutto il bellissimo portico fino in cima al colle di guardia dov'è situata la basilica. Si può salire anche in auto oppure con il trenino che si prende da piazza Maggiore e percorre tutte le vie del centro storico.
  • Tornati in centro, non può mancare una visita al Museo medievale in via Manzoni e Palazzo Fava sede della mostra sul pittore contemporaneo statunitense Edward Hopper aperta fino al prossimo 24 luglio. 
  • Si consiglia di tornare ancora nel quadrilatero dei mercati per pranzo in via Clavature: Ristorante Clive T (ottima cucina informale con vere specialità bolognesi, antipasto di mortadella e piadina, friggione, lasagne, tortellini e tagliatelle al ragù, cotoletta alla petroniana) oppure presso il ristorante di Eataly all'interno dell'ex cinema Ambasciatori (ingresso da via Orefici o via Drapperie). Nel caso, invece, si desideri qualcosa di più formale ci si può spostare presso l'osteria de Poeti, nell'omonima via, locale che un tempo fu gestito da Francesco Guccini (in quell'epoca si chiamava osteria delle dame).
  • Una passeggiata dopo pranzo in Via Zamboni: percorrendola si incrociano i principali palazzi universitari e la sede del rettorato. Ma vi sono anche importanti basiliche: S. Giacomo Maggiore per vedere la cappella Bentivoglio con bellissimi affreschi del Costa e del Francia. Difficile da vedere (bisogna chiedere) dietro altar maggiore a sinistra, ma bisogna andare da destra perché a sinistra c'è un cantiere di restauro.
  • Dopo alcune centinaia di metri via Zamboni si apre in una piazza dedicata a Verdi e qui si trova il Teatro Comunale (dei Bibbiena). 
  • Parallela a via Zamboni si trova via belle arti, dove ha sede la Pinacoteca Nazionale (pagamento) con la S. Cecilia di Raffaello, magnifico polittico di Giotto e Opere di Vitale da Bologna e tanto altro.
  • Spostandosi in un'altra zona del centro (in via don Giovanni Minzoni)  per completare una giornata dedicata all'arte, è consigliata una visita al MAMbo  museo arte moderna di Bologna con la collezione di Giorgio Morandi.
  • Infine, prima di partire, per i nostalgici della Bologna che fu di Guccini e Dalla,
    si consiglia una cena presso la Trattoria da Vito in via Musolesi nel cuore della Cirenaica ed a due passi da Via Paolo Fabbri 43, già residenza di Francesco Guccini.

Si ringrazia Diego Cavallina per le indicazioni riguardanti musei e siti storico-architettonici della città

Tutte le foto sono state scattate dall'estensore del post

venerdì 27 maggio 2016

Le migliori 5 gelaterie in centro a Bologna (secondo me)

Particolare della gelateria Galliera 49

"I gelati sono buoni ma costano milioni!"* cantavano gli Skiantos a cavallo tra gli anni 70 e 80 del secolo scorso. Anche oggi i gelati non sono certo a buon mercato a Bologna, ma i soldi spesi li valgono tutti se si scelgono le  gelaterie artigianali del centro città. Ed anche in periferia e nei paesi limitrofi ci sono botteghe gelataie di elevatissima qualità. 
Banco dei gelati Gelateria Gianni (via Montegrappa)
Bologna e la sua provincia sono note per il cibo: dai ristoranti ai negozi di pasta fresca, passando per aziende che producono alimenti e attrezzature per la preparazione dei medesimi. Riguardo i gelati nel comune di Anzola Emilia.
hanno sede, presso lo stabilimento dell'azienda Carpigiani, il museo del Gelato e la Gelato University: corsi base, intermedi e specialistici per imparare a conoscere il gelato in tutti i suoi stati: dalla preparazione alla degustazione. La Carpigiani, leader mondiale nella produzione di macchine per il gelato, tiene corsi non solo presso la sua sede bolognese ma anche in vari paesi del mondo: Gran Bretagna, Dubai e Stati Uniti per citare i più noti.
Tornando alle gelaterie in centro a Bologna, ve ne sono alcune che - se siete amanti del gelato - meritano una visita al pari di certi siti storici. della città.
A mio parere le più buone - tutte caratterizzate dall'elevata qualità degli ingredienti - sono le seguenti:

1) GALLIERA 49, in via Galliera al civico 49
Una gelateria che si potrebbe definire sui generis poichè non vi si può entrare e anche fuori, sotto il portico, ci sono ben pochi posti per sedersi. Praticamente c'è solo il laboratorio e davanti il bancone. Ma a parte questo, è il meglio che c'è sulla piazza bolognese: la qualità dei prodotti è notevole, così come la tipologia d'offerta che - nella sua semplicità - è assai ricercata.
Oltre ai gelati sono ottime, sicuramente le migliori di Bologna le granatine siciliane. Sono quindi presenti sorbetti vegani e la panna montata (non zuccherata, come è giusto che sia) viene sempre offerta, sia sul gelato che con le granatine. Assolutamente da non perdere se si dà un giro in centro a Bologna. 
La gelateria fa consegna a domicilio.

2) STEFINO BIO, via San Vitale al civico 37 
Già dal nome si capisce che nella preparazione dei gelati vi è ricercatezza nei proditti: biologici, a Km 0, presidi Slowfood e prodotti provenienti dal commercio equo. Vi sono alcuni gusti di gelato gluten free (senza glutine), utilizzando farina di riso ed altri gusti vegan.
Interno della gelateria Stefino Bio (via S. Vitale)
Il gelato, a differenza delle tre gelateria citate sotto e similarmente a quanto avviene nella gelateria Galliera 49 viene conservato nel banco a pozzettidove la temperatura si mantiene sempre costante e il contatto con l’aria e gli agenti esterni è ridotto al minimo, regola indispensabile per un gelato che non contiene emulsionanti, stabilizzanti ed altri additivi chimici di mantenimento. 
Similarmente ai gelati di via Galleria anche questi sono leggeri poichè sono usati prodotti di alta qualità e zucchero di canna, inoltre non è usato il burro ma la panna. 
Molto bello l'ambiente, tutto in legno con i mantecatori a vista. E' infine possibile farsi consegnare i gelati a domicilio: ve lo portano in bicicletta!

3) SORBETTERIA CASTIGLIONE, via Castiglione n. 44/d
Sorbetteria Castiglione (Immagine tratta da Tripadvisor)
Per molti questa è ritenuta la migliore gelateria di Bologna. Sicuramente è un'eccellenza e alcuni suoi gusti sono unici (con tanto di marchio registrato): nel senso che si trovano solo presso questa gelateria e presso la sue succursali in via Marzabotto n.10 (tra l'ospedale Maggiore e la Certosa di Bologna), via Murri n.81 e via Saragozza n.83. Anche qui i laboratori per la preparazione del gelato sono a vista. Per rendere il gelato più leggero sono stati sostituiti quasi del tutto lo zucchero comune e il glucosio.  Da alcuni anni la Sorbetteria fa consegne a domicilio di gelati e torte: per saperne di più seguite questo link: http://www.lasorbetteria.it/wp-content/uploads/2013/09/composizione_gelati1.pdfInfine, a fianco della Sorbetteria (che funge anche da bar per veloci colazioni) c'è un negozio di cioccolato, gestito sempre dagli stessi proprietari della gelateria dal simpatico nome: il Coccolato.


I gusti di gelato presso la Gelateria Gianni
4) GIANNI, sede storica in via Montegrappa 
(ed anche in: via San Vitale, 2 o nella nuovissima e originalissima sede in via Ugo Bassi). 
Quando a Bologna si dice gelato, il più delle volte lo si associa alle gelaterie di Gianni: un nome storico sulla piazza bolognese e non solo perchè sono decenni che ha aperto, bensì per la sua peculiarità d'offerta, la sua inventiva ed anche per il brand che ha saputo lanciare in questi nani. 
Non è un gelato per palati fini ma se volete qualcosa di veramente sfizioso, originale (sin dal nome) le gelaterie di Gianni sono quelle che fanno per voi. 
Anche questo gelataio, come gli altri citati nel post, usa prodotti biologici, latte fresco e per alcune tipologie di gelato prodotti dei presidi slow food.

5) CREMERIA FUNIVIA, piazza Cavour (sede storica in via Porrettana n.158)
La Funivia
(Immagine tratta da Tripadvisor)
Quando ci si reca presso le due sedi della gelateria Funivia, in particolare nei caldi mesi estivi, è facile imbattersi in lunghe file che escono dai negozi. I gelati alle creme, talvolta dai nomi originali, sono molto buoni, sebbene se un pò pesanti da digerire. I gelati alla frutta variano in base alla stagione, a riprova della freschezza degli ingredienti. Nelle vetrinette presenti in negozio è possibile scegliere anche gelati biscotto, stecco oppure torte gelato. 






Mi permetto infine di segnalare altre 2 gelaterie molto buone:
Gelateria Cremeria Mascarella in via Mascarella
- il Gelatauro in via San Vitale n.98/b
Il bancone della gelateria Gianni di via Montegrappa
*: ovviamente quella di Freak Antoni era un'allegoria. 

martedì 22 marzo 2016

Via del Borgo di San Pietro a Bologna tra degrado ed eccellenze

Via Borgo di San Pietro è una delle strade più fatiscenti del centro storico di Bologna: sporca, bigia e con numerose saracinesche abbassate. Ci sono però alcuni locali e frequentatori della strada che la vivacizzano e, a suo modo, la rendono pittoresca.
Ad esempio c’è il “professore”, un ex insegnante dalla lunga barba bianca che si prodiga ogni giorno (ma proprio ogni giorno) per tenere pulita la via e in particolare i suoi portici; c’è un adolescente che sembra la copia di Telespalla Bob, personaggio dei Simpson dalla capigliatura stranissima, coi capelli ricci biondi e cotonatissimi; c’è quindi una copia di ragazzi (nell’accezione adierna in cui uno è giovane anche se ha 40 anni) dark o post punk che sembrano usciti direttamente da un club di musica alternativa degli anni 80: entrambi vestiti di nero, alti e magri, lui con il chiodo e le braghe di pelle attillate e, in inverno, un berretto da aviatore di quelli che usavano i piloti americani durante la seconda guerra mondiale. Infine, tra i personaggi della strada, c’è Gennarino, un senza fissa dimora che per molti è quasi un filosofo di strada, non è inusuale vedere ragazzi – per lo più studenti universitari – che si fermano a parlare e ascoltare (bravi loro che capiscono cosa dice) le storie di questo clochard. Ci sono poi quelli che gli versano un obolo a ‘patto che non usi i soldi (o i buoni pasto) per acquistare alcoolici’. Ovviamente il barbone fa come gli pare, però i poveri illusi sono contenti perché ritengono d’aver fatto una buona azione. Nel mentre Gennarino continua a pisciare sotto il portico o contro le auto in sosta.
Sebbene le attività commerciali siano per lo più brutte o fatiscenti, vi sono anche delle eccellenze vere come il forno pasticceria Pallotti, bar piccoli ma accoglienti come Notturno Sud e, nella zona alta della via, una bottega dove aggiustano biciclette e, partendo da vecchi mezzi a pedali, ne costruiscono di nuove, su ordinazione oppure tramite l’estro del bravo e giovane artigiano che ha aperto il laboratorio. Infine, proprio in fondo alla via c’è Alessandro Distribuzioni, una delle più belle fumetterie d’Italia. Un luogo che, per gli amanti del genere, è come la caverna dei tesori di Alì Babà.

venerdì 12 febbraio 2016

Fatti questo slego! [In ricordo di Roberto Freak Antoni a 2 anni dalla scomparsa]


Oggi è il secondo anniversario della scomparsa di Freak Antoni, voce degli Skiantos e inventore, insieme al suo gruppo, del genere rock demenziale.
Mi piace ricordarlo con l'introduzione alla prima canzone del disco MONOtono: un dialogo accelerato in gergo giovanile bolognese dell'epoca.

Ehi sbarbo smolla la biga che slumiamo la tele...
Sei fatto duro, sei fatto come un copertone!
Ci facciamo?
Sbarbi sono in para dura!
Ok, ok nessun problema ragazzi, nessun problema!
Sbarbi sono in para dura!
Schiodiamoci! schiodiamoci!
C'hai della merda?
Ma che viaggio ti fai?
C'hai una banana gigantesca!
Oh c'hai della merda o no?
Un caccolo!
Ma che viaggio ti fai?
Intrippato!
Brutta storia ragazzi, brutta storia...
C'ho delle storie ragazzi, c'ho delle storie pese!
C'hai delle sbarbe a mano?
No c'ho delle storie!

Fatti questo slego: Uno Due Sei Nove!

Di seguito la clip di Largo all'avanguardia 




lunedì 8 febbraio 2016

Visioni dai prati di Mugnano

 La vallata del medio Reno che si apre verso la città di Bologna

Pieve del Pino: collina tra Sasso Marconi e Sabbiuno

Sasso Marconi vista dai prati di Mugnano

La collinetta che dai prati di Mugnano sovrasta l'abitato di Sasso Marconi

mercoledì 20 gennaio 2016

Sfrappole versus crostoli

Il prossimo 9 febbraio sarà carnevale. Una festa molto amata sia dai bambini che da molti adulti. 
Essendo goloso e amante dal mangiare bene, ma soprattutto del mangiare all'emiliana, quando passo davanti a un forno (di quelli che sanno fare le cose buone!) non posso esimermi dall’entrare e, se siamo tra gennaio e febbraio, acquistare un vassoio di crostoli da portare a casa per condividerlo coi familiari. Così ho fatto la settimana scorsa. Rientrato a casa, a seguito di una trasferta nel suolo natio, dopo cena ho portato in tavola il tipico dolce di carnevale: “Oggi a Ferrara ho preso i crostoli”.

Nella foto sopra i crostoli acquistati al forno Orsatti di via Garibaldi a Ferrara

La prole mi ha guardato con fare interrogativo finchè non m’ha visto aprire il pacchetto. Così la mamma, da brava bolognese, ha puntualizzato: “Bimbi dovete capire il papà se ogni tanto parla ferrarese. Queste sono simili alle sfrappole ma non buone come le nostre. Loro [intesi i ferraresi, NdA] non le sanno fare”. Come se il copyright di questo dolce di carnevale fosse esclusivamente felsineo. In realtà le sfrappole o crostoli sono presenti un po’ tutta Italia, anche se ognuno le declina nel proprio idioma: bugie (Genova, Torino, Imperia), cenci (Toscana), cròstoli (Ferrara, Veneto, Trentino, Friuli Venezia Giulia), galàni (Venezia, Padova), sfrappole (Bologna, Modena) chiacchiere (Romagna), cioffe (Sulmona, Centro Abruzzo), sfrappe (Marche).


Nella foto sopra sfrappole nella bacheca del forno Pallotti di via Borgo S. Pietro a Bologna

Riflettendoci la consorte ha le sue ragioni poiché l’Italia è il Paese dei campanili e quindi, anche se Ferrara e Bologna distano appena 50 km, si tendono spesso a rimarcare le differenze. Senza contare che pure all’interno di una stessa comunità, nella preparazione di una pietanza o d'un dolce, si possono riscontrare modifiche anche significative che solitamente arricchiscono e danno valore aggiunto al prodotto. 
Ad esempio, molte zdaure ritengono che le sfrappole si debbano cuocere rigorosamente nello strutto, giusto per dare quel tocco di 'leggerezza' in più. Diversamente, nelle ricette che si trovano online o su pubblicazioni cartacee, viene consigliata la cottura nell’olio di semi. Qualcun'altro suggerisce di usare l’olio d’oliva, più digeribile e salubre, ma si rischia che il sapore dell'olio prevalga sul resto. Molti forni, invece, usano il vituperato olio di palma ritenuto il male assoluto dagli ambientalisti.
Un'altra differenza importante, che non avevo notato quando abitavo nel ferrarese, è che qui a Sasso molte zdaure bagnano le sfrappole con l'Alkermes un liquore dal colore rosso che solitamente si usa per le pesche dolci o per la bagna di dolci farciti, ad esempio la zuppa inglese.
C'è poi la questione dello spessore della sfoglia: i bolognesi la fanno molto sottile, mentre a Ferrara usualmente è più spessa, il che porta a un maggiore assorbimento del liquido in cui si cuociono i crostoli. 
E anche sulla forma, come si evince dalle foto presenti nel post, ci sono fior di diatribe: rettangolari, a fiocco, col taglio in mezzo?
Infine la questione dello zucchero sopra le sfoglie di pasta: a velo, vanigliato o granulare?

Nella foto sopra le sfrappole realizzate da una zdaura di Pontecchio Marconi


Su di una cosa, però, penso siamo tutti d'accordo: le sfrappole/crostoli/chiacchiere confezionate, che si vendono solitamente nei supermercati e nei centri commerciali, fanno schifo e hanno ragione d'esistere.