Visualizzazione post con etichetta storia. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta storia. Mostra tutti i post

mercoledì 25 aprile 2018

I luoghi del cuore di Sasso Marconi (secondo gli utenti di Facebook)

Lunedì 16 aprile 2018, nel gruppo Facebook denominato "Sei di Sasso Marconi se...", è stata lanciata una piccola indagine sui luoghi del cuore: gli iscritti al gruppo sono stati invitati a segnalare ambiti del territorio di Sasso Marconi che sentono particolarmente cari e importanti e che vorrebbero fossero ricordati per ciò che rappresentano e hanno rappresentato. Questi posti sono collante tra le persone e le generazioni perchè evocano l'orizzonte non solo fisico ma di senso che regola la convivenza in un luogo concreto. Quindi, facendosi aiutare da un luogo virtuale come il social network per eccellenza, si è cercato d'individuare quali sono i luoghi (fisici) del cuore e del ricordo per cittadini ed ex residenti di Sasso.
La richiesta d'indicare quali sono i contesti che più emozionano gli internauti ha coinvolto oltre 120 iscritti al gruppo che hanno cortesemente espresso le proprie preferenze.
E' emerso che a rappresentare i contesti più emozionanti sono colline, prati, parchi e anfratti che contornano il territorio di Sasso Marconi e loro rendono un luogo particolarmente incantevole e accogliente. La località più citata sono i prati di Mugnano: indicata da oltre 1/3 dei partecipanti all'indagine come il posto che evoca loro i ricordi più piacevoli.
Un altro luogo gettonatissimo è il ponte di Vizzano che, insieme a Palazzo de Rossi (ove si tiene l'antica Fira di Sdaz) ha riscosso grandi apprezzamenti.
Visione area dell'Area di Palazzo de Rossi (immagine dal web)
Particolare del ponte di Vizzano (immagine dal web)
Altra località segnalata da molti è stato il fosso del diavolo,
oggi un pò dimesso e utilizzato per lo più da cittadini anziani che tra il torrente e lo stradello coltivano orti.

Le colline di Moglio, sopra la frazione di Borgonuovo (che in passato si chiamava appunto Moglio), hanno ricevuto più di 20 citazioni. Così come sono state più volte indicate le località di Mongardino, Monte Adone e Badolo con la sua rocca a strapiombo oggi meta di molti climber.
La valle del Reno vista dalle colline di Moglio

  Bologna e la pianura viste dalle colline di Moglio
I più anziani hanno espresso grande calore, ma anche rimpianto, nei confronti del parco di Villa Marini (sede della scuola primaria a tempo pieno)
e, soprattutto, della vecchia piazza dei martiri sulla quale un tempo sorgevano due baracchine (una rivendita di giornali e una gelateria) e 3 bar s'affacciavano sulla piazza, rendendola un importante punto di riferimento per la comunità locale.
Piazza Martiri (già piazza Roma). Immagine ripresa dal sito sassomarconifoto.it 
In definitiva, Sasso Marconi risulta amatissima dai suoi cittadini in particolare per i suoi paesaggi e i suoi luoghi immersi nel verde delle colline marconiane.
In alcuni commenti è presente nostalgia, in particolare dei luoghi che col tempo hanno cambiato fisionomia e frequentazioni. Alcuni internauti sembrano avere malinconia dei tempi che furono e auspicano un ritorno - almeno in parte - ai fasti del passato. In particolare la piazza principale del capoluogo era descritta come viva e vivace e ora come un luogo spoglio e un pò anonimo. 

P.s: chi desiderasse altre immagini o approfondire aspetti sul territorio di Sasso Marconi si consigliano i seguenti siti:
- Sasso Marconi Foto: www.sassomarconifoto.it
- Pro Loco Sasso Marconi: www.prolocosassomarconi.org 

martedì 27 giugno 2017

37esimo anniversario della strage di Ustica

Il 27 giugno 1980 un aereo della compagnia Itavia s'inabissò nel mare vicino l'isola di Ustica. A bordo 81 persone, tra passeggeri e membri dell'equipaggio. 
Il vettore era partito dall'aeroporto "G. Marconi" di Bologna alle 20:08 ed era diretto a Palermo. Il volo si svolge regolarmente fino all'ultimo normale contatto radio tra il velivolo e "Roma controllo" avvenuto alle 20:58. Alle 21:04, chiamato per autorizzare l'avvio della fase di atterraggio su Palermo, il DC9 non risponde. Alle 21:25 si avviano le operazioni di ricerca.
Durante la notte, diversi aerei, elicotteri e navi percorrono invano il tratto di mare sul quale si sono perse le tracce dell'aereo, soltanto all'alba un elicottero avvista una chiazza oleosa tra le isole di Ustica e Ponza, segue il rinvenimento d'oggetti e corpi umani. Di questi ne saranno recuperati 38.
Le indagini che furono avviate dalle Procure di Palermo e Roma e dal Ministero dei Trasporti, considerarono le ipotesi di cedimento strutturale, di una attentato con bomba a bordo, di una collisione in volo, oppure di un missile. La prima ipotesi sarebbe presto caduta, la commissione ministeriale chiude i propri lavori escludendo il cedimento strutturale, ma il sospetto che si era diffuso sulla cattiva manutenzione dell'aereo aveva portato alla chiusura - l'anno successivo la tragedia - della compagnia Itavia. 


Sulla vicenda scese il silenzio fino al 1986 quando, dopo un'inchiesta giornalistica che indicava il DC9 quale vittima di un'azione militare, un gruppo di politici ed intellettuali si rivolgeva con un appello al Presidente della Repubblica perchè "qualsiasi dubbio, anche minimo, sull'eventualità di un'azione militare lesiva di vite umane e di interessi pubblici primari fosse affrontato".
Nel 1988  nacque l'associazione dei parenti vittime della strage di Ustica per iniziativa di Daria Bonfietti - sorella di una delle vittime.
Ne seguirono due importanti effetti: con due successive campagne di recupero - svolte a 3.700 metri di profondità, nel 1987 e nel 1991, furono recuperati il 96% dei resti dell'aereo. Qundi la vicenda divenne oggetto della Commissione parlamentare che si occupa di stragi. Quest'ultima giunse a segnalare comportamenti di militari, in servizio presso alcuni centri radar, volti ad occultare ciò che era avvenuto quella sera nei cieli del mar Tirreno.
Nel 1992 i vertici dell'Aeronautica militare furono accusati di alto tradimento perchè "dopo aver omesso di riferire alle autorità politiche e a quella giudiziaria le informazioni concernenti la possibile presenza di traffico militare, l'ipotesi di un'esplosione coinvolgente il velivolo e i risultati dei tracciati radar, abusando del proprio ufficio, fornivano alle Autorità politiche informazioni errate". Gli imputati furono prosciolti per prescrizione nel 2004, e all'inizio del 2007 assolti dalla Cassazione.
Nel 1999 il giudice Rosario Priore affermò che l'incidente "del DC9 era occorso a seguito di azione militare di intercettamento". Il DC9 era coinvolto in una azione militare nel corso della quale un missile ne aveva causato la caduta.
L'ipotesi di una bomba collocata a bordo, per lungo tempo andata avanti insieme a quella del missile, si rivelò solo un'operazione di depistaggio.

Anche la satira, nel corso degli anni, ha voluto dire la sua in merito quest'atroce vicenda. Numerosi disegnatori e giornalisti sono intervenuti, con sarcasmo o ironia, per mettere a nudo l'ipocrita situazione creatasi a seguito della strage, dei tentativi d'insabbiamento e depistaggio occorsi negli anni.



Tutte le immagini a corredo del post sono state scattate da me un paio di settimane fa all'interno ed all'esterno del museo per la Memoria di Ustica. Il museo, fortemente voluto dall'Associazione dei Parenti delle Vittime della Strage di Ustica, è stato aperto il 27 Giugno 2007 e si trova in via di Saliceto n. 3/22 presso gli ex Magazzini ATC di Bologna.  

mercoledì 14 settembre 2016

A Bologna c'era un palazzo di gelato

Una volta, a Bologna, fecero un palazzo di gelato proprio sulla Piazza Maggiore, e i bambini venivano di lontano a dargli una leccatina.
Il tettto era di panna montanta, il fumo dei comignoli di zucchero filato, i comignoli di frutta candita. Tutto il resto era di gelato: le porte di gelato, i muri di gelato, i mobili di gelato.
Un bambino piccolissimo si era attaccato a un tavolo e gli leccò le zampe una per una, fin che il tavolo gli crollò addosso con tutti i piatti, e i piatti erano di gelato al cioccolato, il più buono.
Una guardia del Comune, a un certo punto, si accorse che una finestra si scioglieva. I vetri erano di gelato alla fragola, e si squagliavano in rivoletti rosa.
“Presto”, gridò la guardia, “più presto ancora!”
E giù tutti a leccare più presto, per non lasciar andare perduta una sola goccia di quel capolavoro.
“Una poltrona!” implorava una vecchiettina, che non riusciva a farsi largo tra la folla, “una poltrona per una povera vecchia. Chi me la porta? Coi braccioli, se è possibile”.
Un generoso pompiere corse a prenderle una poltrona di gelato alla crema e pistacchio, e la povera vecchietta, tutta beata, cominciò a leccarla proprio dai braccioli.
Fu un gran giorno, quello, e per ordine dei dottori nessuno ebbe il mal di pancia.
Ancora adesso, quando i bambini chiedono un altro gelato, i genitori sospirano: “Eh già, per te ce ne vorrebbe un palazzo intero, come quello di Bologna”.

Tratto da "Favole al telefono", Gianni Rodari, 1962

lunedì 12 settembre 2016

Fira di Sdaz di Pontecchio Marconi ovvero "una grande festa popolare, un momento d'aggregazione irrinunciabile per grandi e piccini, un'occasione per conoscere le tradizioni enogastronomiche dell'appennino, un rituale vivace in cui mescolano colori, suoni, sapori della cultura contadina". 
Ho preso in prestito le azzeccate parole di Silverio Ventura, presidente dell'Associazione Fiera di Pontecchio, poichè mi sembrano la chiosa ideale per descrivere, soprattutto con le immagini a corredo di questo post, quella che a ragione può essere definitiva la quintessenza della storia locale. Se si desidera conoscere questo territorio, chiuso tra gli Appennini e la città di Bologna, una gita alla Fira di Sdaz è d'obbligo. La kermesse si tiene da sempre a cavallo dell'8 settembre e, nei sui 343 anni di storia, non è mai accaduto che sia stata sospesa, neppure durante i tempi bui del secondo conflitto mondiale. Quest'anno l'apertura si è tenuta proprio l'8 settembre, puntale, ad animare il borgo e la corte del cinquecentesco Palazzo de’ Rossi, a Pontecchio. 
Passano gli anni ma la Fiera di Pontecchio conserva intatto un fascino che ci riporta indietro nel tempo, alle tradizioni popolari e alle origini contadine delle genti di Sasso Marconi. 
Prendendo ancora a prestito le parole di Ventura, egli descrive come si sia evoluta negli anni la Fiera: "Una volta andare alla Fira di Sdaz era l’occasione per approvvigionarsi di utensili per la vendemmia, festeggiare il raccolto, acquistare il bestiame e vendere i propri prodotti. Da allora tante cose sono cambiate, ma la manifestazione continua ad essere un importante momento di aggregazione per la gente del luogo e per tanti visitatori (record di presenze: 35.000 nel 2014) e un’occasione per immergersi tra i colori, i suoni e i sapori della cultura contadina, proprio come un tempo".
Anche quest'anno la Fiera si è aperta nel rispetto della tradizione più autentica giovedì 8 settembre, quando Palazzo de’ Rossi ha assunto le sembianze di un borgo rinascimentale ospitando una rievocazione storica in costume con tanto di cena medioevale a lume di candela nel suggestivo contesto del borgo rischiarato dalle torce e popolato da nobildonne, gentiluomini e gente del contado: un’occasione unica per calarsi nell’atmosfera del ‘600, quando la Fiera muoveva i primi passi proprio qui, a Pontecchio, secondo un copione destinato a riproporsi nei secoli.
Nel corso dei 4 giorni sono stati ospitati nell'area artisti, artigiani, bancarelle con prodotti per la casa, il giardino, la cantina e i caratteristici setacci (gli“sdaz”), assaggi golosi di prodotti locali, curiosità e intrattenimento dal mattino a tarda sera. 
La 343ª Fìra di Sdaz ha proposto alcune novità, tra cui uno spazio tematico dedicato allo street food e una birreria con ristoro aperta dal mattino a notte fonda, abbinata ad un’area ristorante (gestito da volontari dell'associazione fiera di Pontecchio) da 350 posti, con nuovi sapori e prodotti tipici.
Tra le novità dell’edizione 2016 c’è stato il concorso a premi “Fornai per un giorno”, che ha premiato le migliori pagnotte preparate con la farina integrale Colle Ameno. Questa farina è un prodotto naturale a Km 0, ricavato da grano antico tenero "Verna". Un'esperienza significativa promossa dal gruppo25aprile*, con la partecipazione di vari sodalizi locali.
Molto belle, interessanti e anche coinvolgenti le iniziative relative la Fattoria, all’interno dell’Area Agricola, dove sono stati riproposti gli antichi mestieri contadini, gli animali domestici, i banchi dei produttori agricoli e le esibizioni dei campanari dell'Associazione Beata Vergine di San Luca. 
Numerosi gli spazi dedicati alle associazioni con il Circolo Filatelico G. Marconi e Gruppo di Studi Progetto 10 Righe (impegnate in promozione e conservazione della storia locale), gli Arceri della Rupe, il Sasso Marconi Calcio, la scuola materna Grimaldi. Senza contare i volontari del C.S.P. Pontecchio che gestivano il parcheggio della Fiera per aiutare a finanziare le attività della loro polisportiva.
Il 10 settembre si è tenuta la Pedalata dell’antica Fiera, con gare di e-bike e mountain-bike a coppie in staffetta, a cura dell’MTB “La Rupe”. 

Infine la domenica c'è stato il grande raduno (l'ottavo) di trattori Tractor Sdaz che ha chiuso la manifestazione con prove di aratura, dimostrazione di trebbiatura del grano, giochi contadini nell’aia e il concorso di bellezza Miss Tractor Sdaz.

*: nel bando 2015 dell’Istituto per i Beni Culturali dell’Emilia Romagna Giovani per il Territorio, che ha visto tra i vincitori il gruppo25aprile di Sasso Marconi con il progetto “Colle Ameno: le radici di un futuro”, finalizzato a valorizzare Colle Ameno facendo conoscere i principali aspetti di interesse nella storia di questo luogo. Il progetto è dedicato all’attività di panificazione esistita nel ‘700 a Colle Ameno dove, tra le tante attività artigianali, artistiche e commerciali del Borgo, c’era un negozio di granaglie attrezzato con un forno per la cottura del pane (bianco e nero). L’obiettivo era quello di far conoscere questa antica attività e renderla nuovamente attuale nel rispetto della lavorazione di un tempo. Ecco allora che nell’autunno scorso, presso il fondo di Cà del Bosco, la Cooperativa Sociale “Copaps” ha seminato un grano antico, il “Verna”. Dopo la mietitura avvenuta un paio di mesi fa, il grano è stato macinato a pietra dal Mulino Ferri di Borgonuovo. E’ nata così la farina integrale Colle Ameno: un prodotto di buona qualità, ricavato da grano coltivato biologicamente sul territorio di Sasso Marconi.

giovedì 4 agosto 2016

Bologna d'agosto

Nel mese d'agosto, con la chiusura dell'Università, di molte fabbriche, d'uffici e attività commerciali, Bologna tende a svuotarsi.
In questo periodo dell'anno la città risplende d'una luce nuova e - a mio parare - risulta molto più vivibile. Sicuramente è più tranquilla.
E' bello passeggiare nelle vie del centro storico, fare un bagno di sole nelle sue piazze e poi trovare ristoro all'ombra dei portici dove s'infila il vento a rendere più piacevole le passeggiate.
Agosto, se non si hanno pretese di shopping e mangiare nei numerosi ristorante che affollano il centro, è il mese ideale per scoprire la città e viverla in modo diverso dagli altri 11 mesi dell'anno.
Basilica di San Petronio
Via Orefici
Piazza Maggiore
Via Zamboni vista dal portico del Teatro Comunale
Sempre via Zamboni
Portico del Pavaglione
Piazza VIII Agosto

giovedì 16 giugno 2016

Spunti per una gita di due giorni a Bologna

Bologna oltre che essere "una regola", come sostiene Luca Carboni, è diventata ormai una delle città italiane più visitate.
L'interesse verso il capoluogo dell'Emilia-Romagna nasce per vari motivi, al di là dell'intrinseca bellezza della città: il cibo, siti storici e architettonici notevoli, mostre di pregio (la prima è stata quella su Vermeer e i fiamminghi ma ogni anno se ne tengono numerose), inoltre sono in corso sinergie con altre realtà del territorio emiliano-romagnolo che, nelle sue principali città, offre bellissimi spunti di viaggio: Ferrara, Ravenna, Parma, la riviera romagnola, ecc. Poi, ultimo ma non ultimo, l'aeroporto di Bologna che in questi anni è diventato una delle basi più importanti di compagnie low cost, in primis RyanAirQuesti aspetti hanno permesso di rendere bologna sempre più appetibile per i turisti, in particolare coloro che desiderano conoscere una città e i suoi dintorni nel corso di pochi giorni, ad esempio un weekend. E Bologna si presta benissimo a questo tipo di vacanze brevi.

VIAGGIO e ALLOGGIO
  • Bologna è lo snodo viario tra nord e sud Italia: da qui passano le principali arterie autostradali e ferroviarie del paese. E' presente il già citato aeroporto dedicato a Guglielmo Marconi dal quale ogni anno transitano milioni di passeggeri. Quindi, per arrivare a Bologna, non c'è che l'imbarazzo della scelta. Ad esempio, se si viene in treno usando l'Alta Velocità, essa dista 30 minuti da Firenze, 60 da Milano e circa due ore da Roma. Ora, se si proviene dal centro e sud Italia è più facile percorrere l'autostrada A1, dopo l'apertura della variante di valico tra Barberino e Sassso Marconi, che collega più volocem
  • Per pernottare a Bologna non c'è che l'imbarazzo della scelta: hotel, bed & Breakfast, agriturismi se ci si sposta in provincia, pure il campeggio. Gli alberghi, va detto, sono un pò costosi, ma negli ultimi anni si stanno sviluppando - soprattutto grazie a piattaforme come Airbnb - opportunità di soggiorno a prezzi più contenuti ma comunque di pregio.
  • Il cibo a Bologna è un must! La gente viene a Bologna da tutto il mondo principalmente per guastare le sue prelibatezze. E i bolognesi (autoctoni e d'importazione) l'hanno ben compreso, così stanno fiorendo attività commerciali legate l'alimentazione ed il cibo in modo considerevole. Non tutte sono di pregio, ma sempre più si sta operando per offrire qualità e stile: dal mercato di mezzo al mercato delle erbe, passando per le storiche salumerie e gastronomie sparse per il centro città, fino ad arrivare ai laboratori di pasta fresca. Questi ultimi - per lo meno i migliori - situati in periferia della città e nell'hinterland: Casalecchio, San Lazzaro di Savena, Sasso Marconi, Castelmaggiore.
Di seguito alcuni suggerimenti su cosa vedere e fare a Bologna nel corso di un fine settimana. Tra l'altro il sabato e la domenica (oltre che nei festivi) la zona T - comprendente via Rizzoli, via Ugo Bassi e la parte terminale di via Indipendenza che sfocia tra le due strade sopraccitate - viene chiusa al traffico veicolare, rendendo così molto più vivibile il centro storico. Una scelta molto apprezzata dai turisti.

SABATO
  • Arrivati in città, prendendo come punto d'avvio del percorso la stazione dei treni, si percorre via Indipendenza (bella ma ormai una sorta di centro commerciale a cielo aperto) principale via d'accesso al centro storico. La si percorre tutta, fino a piazza Re Enzo, dove si trova la fontana sormontata dalla statua del Nettuno, quindi si entra in piazza maggiore dove si trova la basilica di San Petronio con i portali di Jacopo della Quercia e con il suo grande interno gotico: Cappella Bolognini (a pagamento) con affreschi di Giovanni da Modena (famoso il quadro con la rappresentazione di Maometto all'inferno). Passando sul retro della basilica, da piazza Galvani si può salire sul terrazzo (a pagamento) e godersi una splendida vista della città.
  • Uscendo dalla Basilica, e tenendo San Petronio di fronte a sè, si svolta a sinistra per un immancabile giro per le strade che compongono il quadrilatero dei mercati (via Pescherie vecchie, via Drapperie, via Clavature) col colore delle botteghe tipiche e il Mercato di Mezzo, 
    per mangiare in modo informale. Questo luogo ospita numerose eccelnenze del territorio: dal forno Calzolari di Monghidoro alla carne della macelleria Zivieri (presso il banco RoManzo) di Monzuno, arrivando alle paste di Gino Fabbri presso la pasticceria gestita dalla Granarolo. Attenzione all'orario in cui ci andate poichè dopo le 12:30 c'è spesso troppa gente per godersi questo spazio e fermarsi a pranzo nei tavoli al centro del grande salone.
  • Superata la zona del Quadrilatero e attraversata via Castiglione, si passa davanti al bellissimo palazzo della Mercanzia (sede della Camera di Commercio felsinea) e ci si immette in via Santo Stefano (la parte pedonale), si arriva di fronte al complesso di Santo Stefano (la Santa Gerusalemme bolognese): uno degli scorci più belli di Bologna, sia per la piazza omonima, sia per le 7 chiese, di epoche diverse, ospitate in questa poliedrica struttura.
  • Proseguendo nel giro, ci si può recare in via Oberdan per un caffè da Terzi quindi, riprendendo via Oberdan, proseguire verso via Righi, poi svoltare a destra ed entrare in via Piella (parallela via Indipendenza nella quale c'è una finestrella con affaccio sul canale delle Moline, esempio dell'intreccio dei torrenti appenninici che creavano energia per le manifatture tessili preindustriali.
piazza Santo Stefano e la basilica

  • Palazzo Pepoli in via Castiglione sede della fondazione Genius Bononiae. Attualmente, in questo palazzo, sono in corso due mostre: la prima sulla "Street art" denominata 'Bansky & Co' (aperta fino al 26 giugno), la seconda Barbie: la famosa bambola americana, icona di generazioni di bambine.
  • Proseguendo in un tour delle chiese, mi permetto di suggerire le seguenti: S. Maria della Vita (a pagamento) con Compianto di Nicolò dell'Arca e museo della medicina e dell'assistenza; Basilica di S. Domenico (arche dei glossatori all'esterno) all'interno tomba di S. Domenico di Nicolò dell'Arca e Michelangelo, affreschi di Guido Reni; Basilica di S. Francesco (esterno arche dei glossatori) imponente interno gotico. Notevole sul l'altar maggiore ancona marmorea dei fratelli Dalle Masegne.
  • Per quanto riguarda la sera, ed in particolare la cena, si consiglia un salto al rinnovato mercato delle erbe: di giorno un vivacissimo mercato, di sera luogo ideale per aperitivi, ristorazione e per stare in compagnia in modo informale. Il Mercato delle Erbe rappresenta il cuore originario del centro cittadino, un luogo dove, oltre che al commercio, si può scoprire la continuità della storia di Bologna strettamente legata alla gastronomia, al cibo e alla tradizione. Immersi in aromi di ogni genere si possono ammirare i commercianti indaffarati con clienti di tutte le generazioni e dalle più svariate provenienze. Signore e signori locali, universitari, e turisti sono gli avventori quotidiani di questo spazio che celebra la vita di Bologna.
DOMENICA

  • Di prima mattina si può salire alla Basilica di S. Luca: partendo dall'arco del Meloncello si percorre tutto il bellissimo portico fino in cima al colle di guardia dov'è situata la basilica. Si può salire anche in auto oppure con il trenino che si prende da piazza Maggiore e percorre tutte le vie del centro storico.
  • Tornati in centro, non può mancare una visita al Museo medievale in via Manzoni e Palazzo Fava sede della mostra sul pittore contemporaneo statunitense Edward Hopper aperta fino al prossimo 24 luglio. 
  • Si consiglia di tornare ancora nel quadrilatero dei mercati per pranzo in via Clavature: Ristorante Clive T (ottima cucina informale con vere specialità bolognesi, antipasto di mortadella e piadina, friggione, lasagne, tortellini e tagliatelle al ragù, cotoletta alla petroniana) oppure presso il ristorante di Eataly all'interno dell'ex cinema Ambasciatori (ingresso da via Orefici o via Drapperie). Nel caso, invece, si desideri qualcosa di più formale ci si può spostare presso l'osteria de Poeti, nell'omonima via, locale che un tempo fu gestito da Francesco Guccini (in quell'epoca si chiamava osteria delle dame).
  • Una passeggiata dopo pranzo in Via Zamboni: percorrendola si incrociano i principali palazzi universitari e la sede del rettorato. Ma vi sono anche importanti basiliche: S. Giacomo Maggiore per vedere la cappella Bentivoglio con bellissimi affreschi del Costa e del Francia. Difficile da vedere (bisogna chiedere) dietro altar maggiore a sinistra, ma bisogna andare da destra perché a sinistra c'è un cantiere di restauro.
  • Dopo alcune centinaia di metri via Zamboni si apre in una piazza dedicata a Verdi e qui si trova il Teatro Comunale (dei Bibbiena). 
  • Parallela a via Zamboni si trova via belle arti, dove ha sede la Pinacoteca Nazionale (pagamento) con la S. Cecilia di Raffaello, magnifico polittico di Giotto e Opere di Vitale da Bologna e tanto altro.
  • Spostandosi in un'altra zona del centro (in via don Giovanni Minzoni)  per completare una giornata dedicata all'arte, è consigliata una visita al MAMbo  museo arte moderna di Bologna con la collezione di Giorgio Morandi.
  • Infine, prima di partire, per i nostalgici della Bologna che fu di Guccini e Dalla,
    si consiglia una cena presso la Trattoria da Vito in via Musolesi nel cuore della Cirenaica ed a due passi da Via Paolo Fabbri 43, già residenza di Francesco Guccini.

Si ringrazia Diego Cavallina per le indicazioni riguardanti musei e siti storico-architettonici della città

Tutte le foto sono state scattate dall'estensore del post