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lunedì 20 giugno 2016

Metti una sera a Ponte Albano

PONTE ALBANO C'E'! Con questo motto, venerdì 17 giugno, si è tenuta una bellissima festa di strada presso la storica borgata di Sasso Marconi. L'iniziativa è stata promossa dagli abitanti del quartiere al fine di creare un'occasione per stare insieme, mangiare bene, ascoltare musica, incontrare tante persone e - ultimo ma non ultimo - fare solidarietà.
E' il quinto anno consecutivo che gli abitanti di Ponte Albano promuovono questo happening. Ed ogni hanno è un successo di partecipazione. Ma, come scritto sopra, è anche un momento per raccogliere fondi per il volontariato: Paolo Lolli, presentatore della serata, raccontava di come, grazie ai volontari, l'anno scorso sono stati raccolti 6.000 €. Questa cifra è stata conseguita tramite gli stand del mangiare allestiti lungo la via.

A metà pomeriggio di venerdì la strada è stata chiusa tra il ponte e il passaggio a livello, quindi sono stati allestiti i palchi e gli stand. Poco prima delle 19 è iniziato ad affluire il pubblico e sono stati aperti gli stand del cibo: dalle crescentine dell'Antico Mondo ai panini del bar Tamarindo arrivando alle prelibatezze locali - praticamente tutte a base di maiale (trippa, friggione, fagioli con le cotiche, panini con salsiccia) - preparate dai volontari di Ponte Albano.
Erano presenti bancarelle d'artigianato locale, stand di associazioni di volontariato (ANT e AGEOP) e associazioni sportive (gli arcieri della Rupe), mentre su un palco a metà della via i deejay di Radio Venere facevano la diretta della serata.
Cassa dello stand gestito dagli abitanti di Ponte Albano

Preparazione dei borlenghi a cura dei 'borlengari' dla Funtena (frazione di Sasso Marconi)

La simpaticissima spiaggia, meta molto apprezzata dai più piccoli, realizzata dai tipi del Tamarindo Cafè 
L'immancabile stand delle crescentine gestito dall'Associazione Antico Mondo Contadino
Uno scorcio della via

Una nota molto bella, per ricordare la vecchia borgata di Ponte Albano, è la mostra che ogni anno allestisce il fotografo amatoriale (ma non per questo meno bravo di tanti suoi colleghi professionisti) Sergio Marchioni, anch'egli storico abitante del quartiere. Vecchie foto e cartoline degli abitanti e dei luoghi. Un flashback che aiutare a ricordare ma anche a prendere visione di come sono cambiati il territorio e le sue genti.

L'ingresso allo spazio dedicato alla mostra fotografica su Ponte Albano curata da Sergio Marchioni
Un particolare della mostra fotografica: vecchie immagini (foto e cartoline) del ponte sul Reno
Con l'imbrunire sono iniziati gli spettacoli. Prima, però, il sindaco di Ponte Albano (Paolo Lolli) ha ringraziato i volontari della borgata e le attività commerciali che hanno contribuito alla buona riuscita dell'evento.  Subito dopo sono arrivati i bravissimi musici del folklore toscano che hanno cantano e suonato musiche popolari. Successivamente è stato il momento dell'associazione dei ballerini di tango. Infine è salita sul palco la band: "I tutta colpa di Alfredo".
Paolo Lolli, sindaco di Ponte Albano, sul palco a presentare la serata

Gruppo folkloristico toscano. Una bellissima presenza che ha animato la prima parte della serata: sia sul palco che sfilando lungo la via

Tango
Un altro momento di tango
La stada di Ponte Albano come si presentava alle 22:30 di venerdì

martedì 8 marzo 2016

Sicurezza e controllo del territorio: iniziativa pubblica a Borgonuovo di Sasso Marconi

Venerdì 4 marzo, presso il Centro sociale di Borgonuovo, si è tenuto un incontro sul tema Sicurezza dei cittadini e controllo del territorio promosso dal PD di Sasso Marconi.
L'iniziativa ha fatto seguito a quella tenuta dall'Amministrazione Comunale di Sasso Marconi per completare l'informazione sulla tematica della sicurezza.
All'incontro hanno partecipato i deputati Emanuele Fiano e David Ermini responsabili nazionali PD per la SICUREZZA e la GIUSTIZIA, l'avvocato Roberto Giorgi Ronchi esperto di questioni legate alla sicurezza e coordinatore a Bologna di vari tavoli sulla 'sicurezza' con la presenza di cittadini e commercianti. Tra i relatori vi erano anche Amedeo Landino e Roberto Braccio, agenti della Polizia di Stato, che hanno portato l'esperienza e l'opinione di chi opera e si confronta tutti i giorni con le problematiche affrontate nell'incontro. L'incontro è stato coordinato Dall'onorevole Marilena Fabbri, già sindaco di Sasso Marconi 


Il primo a intervenire è stato l'avvocato Alberto Giorgi Ronchi che ha affrontato il tema della sicurezza operando un ragionamento che va oltre il contingente, offrendo uno sguardo complessivo alla realtà con cui, quotidianamente, ci confrontiamo. L'avvocato ha asserito che nella società attuale i cambiamenti cui tutti siamo sottoposti sono veloci e numerosi: negli ultimi anni si sono modificati modelli di comportamento e valori in modo molto rapido, pensiamo ad esempio ai rapporti tra uomo e donna oppure tra genitori e figli, aspetti spesso positivi che, però, in alcuni hanno fatto emergere disagio e spaesamento poichè sono venuti a mancare punti di riferimento e certezze che perduravano da anni, in alcuni casi da secoli. Ciò ha creato confusione e paura, talvolta rabbia, sicuramente uno straniamento e una minore fiducia nelle istituzioni e una maggiore chiusura nel privato. Nel mentre  in questi anni stanno aumentando i reati contro il patrimonio, in particolare i reati predatori e con l'avvento della tecnologia, le truffe informatiche legate all'uso sempre più massiccio del web. C'è quindi un problema con il sistema della giustizia. Le riforme che si sono susseguite in questi anni non hanno dato i frutti sperati, anzi hanno creato frustrazione, sia tra chi gestisce il sistema della pubblica sicurezza, sia tra i cittadini. Contemporaneamente questi si stanno organizzando da sè: stanno crescendo comitati, associazioni, gruppi spontanei, come ad esempio le Social Street (solo nella città di Bologna sono una cinquantina), realtà slegate  dalle modalità tradizionali di concepire l'agire comunitario che ha contraddistinto le aggregazioni sociali dal secondo dopoguerra agli inizi degli anni 2000.
L'avvocato ha inoltre aggiunto che, per quanto riguarda la sicurezza, i cittadini spendono sempre più oltre ad organizzarsi da sè, per acquistare sistemi che possano renderli più sicuri all'interno delle proprie abitazioni. Tutto ciò è sintomatico di come le istituzioni non siano in grado di offrire risposte adeguate. E non è solo una questione percettiva poiché il dualismo percezione - realtà oggettiva, in quest'epoca, è ormai superato.
Giorgi Ronchi ha chiosato che, di fronte a ciò, la politica sta cercando di entrare il più possibile a contatto coi cittadini, sia per capire, sia per far comprendere la situazione in cui viviamo. Tavoli per scambiarsi buone pratiche e costruire fiducia reciproca si stanno creando un pò ovunque - ed anche qui a Sasso Marconi sarebbe opportuno realizzarli - perché è necessario tornare al confronto tra cittadini ma anche tra cittadini e istituzioni. Parlare, confrontarsi, trovare soluzioni condivise, sono essenziali per migliorare non solo la percezione, bensì la sicurezza reale. In questo contesto un ruolo significativo, posti i limiti che esse hanno , è quello delle polizie locali. Queste non possono garantire il contrasto al crimine. In realtà, però, i cittadini pongono agli amministratori locali il problema della sicurezza, per cui ciò che sta succedendo già da un po' tempo in molte municipalità e l'uso della polizia municipale per il pattugliamento del territorio. Però, attualmente, per l'organizzazione e le leggi vigenti, le polizie locali non possono svolgere certe mansioni e gli amministratori che lo fanno si muovono sul filo della normativa.

Successivamente all'avvocato, ha preso la parola la coordinatrice della serata. L'On. Marilena Fabbri che ha spiegato come sicurezza non significhi solo repressione ma anche prevenzione e coesione sociale, aspetti che consentono di non offrire spazi all’illegalità e, ove questa si presenti, i cittadini sappiano denunciare per evitare il radicamento della criminalità.
L'ex sindaco di Sasso Marconi, ha anche spiegato che, ad inizio degli anni 90 a Sasso Marconi si creò un’associazione di cittadini che si occupavano di segnalare anomalie, stranezze o altro, il sodalizio nel corso degli si spense. Non erano propriamente delle ronde ma comunque un’esperienza utile per la comunità che contribuiva ad offrire sicurezza e coesione sociale.

Dopo l'on. Fabbri è intervenuto Romeo Braccio, segretario sindacato polizia SIAP di Bologna. Innanzi tutto ha chiesto ai deputati presenti qual è l’impegno del PD, a livello parlamentare, per migliorare il sistema della sicurezza e della giustizia. Ha ammesso che negli ultimi anni il PD ha fatto numerosi sforzi per contrastare le strumentalizzazioni sui temi della sicurezza. Serve però ancora più coraggio perché la sicurezza ha bisogno di riforme. C'è bisogno di un intervento coraggioso che superi la legge 121 del 1981 che riguarda la polizia. Questa è una legge, a parere del sindacalista, non pienamente attuata e in parte obsoleta. C'è pertanto bisogno di riformare la suddetta legge, per dare una direzione unica al ministro degli interni per consentire maggiore coordinamento ed incisività d’azione. Ciò porterebbe indubbi vantaggi, ad esempio una riduzione dei centri di spesa. Centralizzando le competenze si potranno sicuramente razionalizzare le risorse e togliere le duplicazioni e gli accavallamenti tra le forze di polizia, che attualmente sono ben cinque. Questo miglioramento lo chiedono tutti, sia le istituzioni europee, sia i cittadini. Pensiamo ad esempio alla necessità di un unico numero sulla sicurezza, che già in parte sta venendo avanti.
Il poliziotto ha affermato che parlare ancora di ronde è inutile e anacronistico. Durante gli ultimi governi di centrodestra vennero lanciate ma non ebbero successo nè portarono risultati le poche ronde che vennero messe in atto. Tra l’altro furono lautamente finanziate - ha aggiunto il sindacalista - con molti milioni d'euro, togliendo soldi al sistema della sicurezza. Però - ha ribadito - non sortirono risultati, né trovarono riscontri tra la popolazione. Molto meglio sarebbe se i cittadini si riappropriassero degli spazi pubblici, tornando a uscire di casa, non abbandonando le città e le comunità ma ravvivandole e riprendendo i luoghi oggi degradati e/o abbandonati.
Al contempo il governo deve adottare provvedimenti urgenti poiché il sistema sicurezza stai vivendo un periodi di crisi: negli ultimi 10 anni sono calati di 20mila di unità i poliziotti.

Amedeo Landino, SIULP Bologna. La sicurezza non va affrontata come tematica isolata ma va affrontata insieme al tema della giustizia.
A volte il tema della sicurezza viene affrontato solo osservando i dati statistici. Però la percezione di chi subisce un reato di cosiddetta microcriminalità ha un grande trauma.
Non ritiene che le soluzioni che siano validi le proposte che si fanno sull’onda dell’emotività. Ad esempio, è importante che i cittadini collaborino con le forze dell’ordine. E’ fondamentale un rapporto diretto tra cittadini e polizia ma non attraverso le ronde. Serve altresì un’emancipazione del controllo del territorio, limitando il controllo statico ma rendendolo più dinamico, il che comporterebbe risultati più efficaci.
Il poliziotto ha quindi toccato il tema della filiera dei servizi asserendo come sia necessario costruire nuovi modelli per il controllo del territorio tra forze diverse (Polizia, Carabinieri, Guardia di Finanza, Polizie locali). Già questo avviene nel caso di manifestazioni pubbliche ed eventi sportivi. Sarebbe utile un coordinamento similare anche per quanto riguardano le attività quotidiane di controllo del territorio. Ciò aiuterebbe a definire meglio la copertura del territorio da seguire ed eviterebbe ridondanze d’intervento, come talvolta accade.

Gli ultimi due relatori sono stati i deputati Fiano ed Ermini. Il primo dei due ha voluto affrontare per prima cosa l'aspetto riguardante la paura che pervade un numero sempre maggiore di cittadini. Esiste un timore diffuso d'essere vittime di reati, e da questo punto di vista ci sono soggetti e mezzi di comunicazione che fomentano le paure. Questo sistema che rinfocola il senso d’insicurezza ha però evidenti paradossi al proprio interno. L'on Fiano è ha asserito: "Pensiamo che non c'è mai stato un periodo storico così sicuro. Nonostante ciò quasi l’65% della popolazione ha un diffuso senso d’insicurezza. Va fatto un lavoro per contrastare il senso di insicurezza. C'è una vasta fetta della politica, non solo in questi anni e non solo in Italia, che su questi aspetti basa la sua azione politica e il conseguente successo elettorale".
E’ altresì vero che il tema della paura si alimenta quando c'è un'insicurezza sociale – perdita del lavoro, difficoltà ad accedere ai servizi in primis quelli sanitari, problema a raggiungere l'età della pensione. In questi anni la crisi economica ha rinfocolato questi timori.
Un altro aspetto è quello relativo la politica. Il tema della sicurezza in Italia ha preso piede in particolare nei primi anni novanta, dopo l'entrata in politica di Silvio Berlusconi. Questi ha sempre cavalcato la tigre della sicurezza e della riforma della giustizia ma, al contrario delle tante parole e delle tante promesse, con lui spesso sono tagliati i finanziamenti e sovente le leggi sono state modificate pro domo sua più che per rendere più efficace e snello il sistema della giustizia. Per quanto concerne la sicurezza l'allora ministro dell’interno Maroni, parliamo del luglio 2011, scrisse al premier Berlusconi per lamentarsi dei tagli al suo ministero per un miliardo di euro. L'onorevole ha quindi asserito che, come hanno ricordato anche i rappresentanti sindacali della polizia, un mancato turn over di personale con blocco delle assunzioni, blocco dei salari e tagli lineari che hanno portato all’impossibiilità d'effettuare acquisti di materiale per le forse dell'ordine. Il blocco del turn over ha comportato un aumento dell’eta media degli uomini delle forze dell’ordine, con pesanti ripercussioni sul modello di sicurezza. Modello, ha ricordato Fiano, che non può più essere quello che si aveva negli anni 70 ed 80 del secolo scorso.
fortunatamente, ha proseguito l'onorevole del PD, negli ultimi tre anni vi è stata una controtendenza per quanto riguarda il finanziamento al comportato della sicurezza e anche un aumento degli stipendi della polizia: pensiamo ad esempio agli 80 euro al mese per ogni appartenenti alle forze dell’ordine che, dal 2017, sarà strutturale.
Le risposte sulla sicurezza - ha chiosato l'onorevole lombardo - non possono essere solo di tipo repressivo ma anche di tipo culturale: riqualificazione dei territori, riforme (ancora in atto) nel campo della giustizia, educazione e integrazione debbono essere sempre più capisaldi che guidano l'azione delle istituzioni.
Serve altresì una riorganizzazione nel comportato dei servizi che si occupano di sicurezza e ordine pubblico, oltre ad un adeguato finanziamento: oggi abbiamo 540mila persone che in Italia si occupano di sicurezza, un numero alto ma non è sufficiente per un territorio vasto come il nostro, per questo sono in fase d'assunzione 5.000 nuovi uomini delle forze dell'ordine. I cittadini chiedono un maggiore presidio. Al proposito è stata messa in campo, a partire dall’agosto 2015, una riorganizzazione del personale, cercando di togliere alle forze dell’ordine tutta una serie di funzioni che non sono prettamente legate la sicurezza. Vi sono ben 37 funzioni di cui si occupano le forze dell'ordine e vi sono sovrapposizioni tra i numerosi corpi che si occupano di sicurezza. Questo - ha chiarito l'on Fiano - non va bene. È necessario riorganizzare, partendo dall’aggregazione e dalle modifiche sul territorio per quanto concerne la presenza delle diverse forze di pubblica sicurezza.
In definitiva, a concluso il deputato, sono tre gli aspetti per migliorare la sicurezza e conseguentemente la percezione:
- Investire, riorganizzare, efficientizzare le forze dell’ordine
- Ruolo più centrale delle amministrazioni locali
- Certezza della pena

David Ermini è stato l'ultimo ad intervenire tra i relatori ufficiali della serata. E' partito dal presupposto che "la parte della giustizia è quella che arriva al termine della prevenzione e della sicurezza". L'onorevole toscano ha quindi spiegato che in merito il tema della giustizia è necessario migliorare il sistema carcerario. Creare efficaci misure alternative: queste provocano meno recidiva.
Inoltre ha specificato che il problema relativo coloro che fanno furti, scippi, ecc. e dopo poche ore dal fermo e/ o dall’arresto escono dal carcere. Molti di questi reati sono commessi da cittadini extracomunitari che non hanno sempre fissa dimora, non sono facilmente identificabili, non ha lavoro, ecc. Questi elementi vanno  valutati dalla magistratura. Da parte della politica, però, non è facile intervenire rispetto le valutazioni fatte dai giudici.
Ermini ha inoltre asserito che uno dei criteri "pesanti" per il fermo preventivo è dato dalla pena minima associata al reato, per questo stanno preparando una modifica alla legge in modo da aumentare la pena minima per i furti portandola da 1 a 6 anni, in questo modo anche col patteggiamento e le attenuanti comunque chi ruba in casa va in galera.
Il responsabile sicurezza del Pd, sul tema della legittima difesa ha asserito che “Un ragionamento vero va fatto perché la realtà è cambiata. Un tempo un ladro entrava in un appartamento quando era sicuro che non c’era nessuno dentro, adesso lo fa di notte mentre le persone dormono. È importante che si lavori per elaborare un concetto nuovo di legittima difesa”. In pratica, ha spiegato l’esponente democratico “bisogna studiare il momento in cui scatta la reazione. Una reazione ad esempio di ansia e di paura, come quella di un uomo vede entrare nel proprio appartamento un ladro con manette o corde pronto a legare le persone che sono in casa. I ladri poi, sempre più spesso, sono armati di pistole. Bisogna dunque approfondire l’argomento mantenendo però - ha sottolineato - il principio di proporzionalità tra offesa e difesa. Guai quindi a parlare di Far West. Anzi, in un momento in cui gli Stati Uniti tornano indietro sulla diffusione delle armi, noi non possiamo fare in modo che le persone si difendano da sole senza essere tutelate dalla legge, bisogna che lo Stato intervenga sul concetto di legittima difesa”.

Dopo gli interventi dei relatori si è succeduta un'interessante discussione. Per primo è intervenuto il sig. G.G. che ha raccontato come, in 40 anni che risiede a Sasso Marconi, abbia subito ben 17 casi d’effrazione. Ha spiegato che, sebbene abbia subito pochi danni materiali, in due casi era in casa ed in un caso in particolare ha detto d’avere temuto molto rispetto l’incolumità sua e della moglie.
Il sig. G.G. ha chiesto che questo tipo di reati non siano più chiamati reati contro il patrimonio ma violazione di domicilio. Ha aggiunto inoltre come la vita della sua famiglia sia cambiata dopo che si sono trovati i ladri in casa. Ha però ribadito che non è il danno economico quello che lo preoccupa maggiormente, dato che nella sua vita ha perso più soldi a causa delle banche, ma è molto preoccupato per l'ncolumità sua e dei suoi cari.
Il sig. G.G. ha infine asserito che, nella sia esperienza di vittima di questi reati, ha mai avuto la sensazione che la crisi economica abbia inciso in merito effrazioni subite.

Successivamente è intervenuto un cittadino residente nella zona di San Lorenzo che ha spiegato come nel suo abitato, costituito di 9 ville a schiera, ben 6 sono state visitate dai ladri nel corso di questi anni. Tra l’altro abitazioni che sono in parte abitate da appartenenti a forze dell’ordine o loro congiunti. Il cittadini ha concluso che quanto avvenuto dalle sue parti gli rende difficile pensare che sia solo una percezione d'insicurezza ma c'è qualcosa di terribilmente reale.

Per terzo è intervenuto Stefano Montuori: troppe forze dell’ordine che fanno attività di tipo burocratico e amministrativo. Ha inoltre chiesto si facciano corsi, da parte delle forze dell’ordine, in cui si spieghi come comportarsi e cosa fare per essere d’aiuto nel percepire cose strane. Stefano ha quindi proposto di legalizzare le droghe leggere, in questo modo le forze dell'ordine non dvrebbero occuparsi degli spacciatori e avremmo più agenti a disposizione, inoltre la legalizzazione genererebbe introiti anche per lo stato e si potrebbe utilizzare una parte di queste risorse per investire sulla sicurezza 

Prima delle conclusioni dei relatori ha preso la parola Stefano Mazzetti, sindaco di Sasso Marconi. Egli ha affermato che il tema della conoscenza e della formazione è fondamentale. Ritiene quindi comprensibile che chi ha subito un reato sia più sensibile e abbia una percezione più spiccata del senso di insicurezza. Il primo cittadini di Sasso Marconi ha poi aggiunto che la modalità dei reati ha avuto un accentuazione di aggressività. Anche nel caso di piccoli furti. E questo incide in modo particolare sulla paura dei cittadini.
Il sindaco ha proseguito asserendo che: "una cosa è certa, da soli non si possono risolvere i problemi: né gli amministratori, né le forze dell’ordine, né tanto meno le ronde. Ognuno deve fare il proprio mestiere ma tutti hanno il dovere di collaborare in base al proprio ruolo. La soluzione, perciò, nasce dall’accrescimento del senso di comunità".
Mazzetti ha concluso informando che il Comune sta realizzando un bando, cofinanziato da amministrazione comunale, privati e cittadini che possa aiutare a a creare maggiore sicurezza. Nel mentre il comune di Sasso Marconi ha investito quasi 100.000 euro per migliorare la sicurezza dei cittadini, in particolare acquistando un impianto di videosorveglianza agli ingressi della città.





lunedì 29 febbraio 2016

Diamo i numeri su Sasso Marconi/3

Economia e Lavoro
Il reddito pro capite è utilizzato per misurare il grado di benessere di una determinata popolazione comparandolo con altri paesi o città. E' altresì vero che numerosi studiosi ritengono che il indicatore non sia esaustivo per calcolare il grado di benessere di un determinato territorio. Nuove teorie stanno lentamente progredendo a partire dal concetto di economia relazionale: una branca delle scienze economiche che studia un territorio non solo dal punto di vista del PIL prodotto ma anche dallo scambio di valore umano, dalla solidarietà e dalla condivisione. Aspetti non di poco conto, soprattutto se vogliamo vedere qual è la qualità di vita in comunità medio-piccole.
Se ci limitiamo a osservare Sasso Marconi con gli strumenti economici classici, vediamo che è il terzo comune della Provincia di Bologna con Reddito Medio pro capite più alto (€ 17.976). Lo precedono San Lazzaro e Bologna.
Da un’indagine de Il Sole24ore scopriamo inoltre che nel 2015 Sasso Marconi è risultato essere il 108° comune più ricco d’Italia, con un Reddito Imponibile Medio (questi viene calcolato tramite la suddivisione del reddito dei dichiaranti e non di tutta la popolazione residente in un determinato contesto) pari a 24.252 €, con un incremento dell’1,8% rispetto il 2014. 

A Sasso Marconi, al primo Gennaio 2015, erano presenti 396 aziende. Le sottocategorie principali afferiscono a: Alimentari (14), Agenti e Rappresentanti di Commercio (13), Bar e Caffetterie (12), Abbigliamento (10), Imprese Edili (10), Ristoranti (10), Impianti Elettrici, Civili ed Industriali - Installazione (9), Studi Tecnici ed Industriali (9), Parrucchieri (8), Banche e Istituti di Credito (5), Autofficine e Centri Assistenza (5), Studi Medici Generici (5), Ingegneri (5) Autotrasporti (5), Agriturismi (6), Assicurazioni (5).

Lotta all’evasione
Il Comune di Sasso Marconi - ha tenuto spesso a sottolineare l'amministrazione locale - è da molti anni impegnato nella lotta all’evasione fiscale, sia attraverso il progetto di recupero evasione delle tasse locali, sia attraverso la collaborazione con l’Agenzia delle entrate. Oltre 3 milioni di Euro accertati (tra il 2009 e il 2013) di evasione Ici/Tarsu/Agenzia entrate. Al 1 primo gennaio 2014 erano stati accertati oltre 1 milione di Euro d'imposte recuperate, mettendo Sasso Marconi al terzo posto tra tutti i Comuni della provincia di Bologna (compreso il capoluogo) per capacità di recupero dell'evasione fiscale.

Associazionismo
Se guardiamo al capitale sociale (nell'accezione sociologica del termine) rappresentato dalle associazioni attive sul territorio, vediamo che le realtà censite (sebbene il dato non sia del tutto aggiornato) dal Comune di Sasso Marconi sono quasi cento, così suddivise:
-          Ambito sociale: 43
-          Ambito culturale: 25
-          Ambito sportivo: 23
-          Altro (non specificato): 12
Questo è un indicatore di una grande vitalità anche se, per certi aspetti, di una certa dispersione del capitale umano poichè vi sono realtà con un esiguo numero d'iscritti, in un momento storico in cui si sta palesando un calo del numero di associazioni e volontari.
Grazie alla collaborazione con Amministrazione Comunale, Pro Loco, InfoSasso e associazioni di categoria (ad esempio ASCOM) e parrocchie, sono numerose le attività svolte nel corso dell'anno per animare la città e le frazioni. Pensiamo, ad esempio a:
-          Carnevale a febbraio
-          Notte blu a metà giugno: fortemente voluta dai commercianti del centro
-          Serate estive nei mesi di giugno, luglio e settembre
-          Fira di sdaz il primo weekend di settembre
-          Tartufesta tra fine ottobre e il primo fine settimana di novembre
-          Natale in piazza: il secondo weekend di dicembre
-          Festa de L'Unità nel capoluogo e nella frazione di Tignano
-     Sagre e celebrazioni legate i patroni locali del capoluogo e delle frazioni
-          Rievocazione storica "Nicolosa va in sposa" presso la frazione di Fontana: fine giugno
-     Corsi di vario tipo promossi dalle realtà operanti sul territorio, a partire da quello sul primo soccorso da parte della Pubblica Assistenza fino all'ultimo nato (promossa da Pro Loco) per imparare a tirare la sfoglia e fare i tortellini
-          Mercatino dell'usato a Tignano e in via dell'Orologio
-          Raccolta alimenti e altri beni per i più bisognosi organizzate da commercianti e associazioni di volontariato

Mezzi a motore immatricolati nel comune di Sasso Marconi
Secondo i dati ACI, il parco veicolare nel comune di Sasso Marconi al 31 dicembre del 2013 (in base alle registrazioni nel PRA) constava di 9.500 automobili (praticamente 647 auto ogni mille abitanti) e quasi 1.900 motocicli. Elevato anche il numero di mezzi per il trasporto merci (1.082), anche se il dato, rispetto i due precedentemente citati, è rimasto stabile nel corso degli 10 anni. 

Conclusioni
Da una prima analisi dei dati s'evince che a Sasso Marconi c'è benessere economico: un territorio tra i più ricchi d'Emilia e d'Italia, dove però anche acquistare un garage è oneroso.
Gli indici presentati in un precedente post evidenziano alcuni aspetti preoccupanti, anche se in linea con i macro dati a livello regionale e nazionale. La comunità sassese sta significativamente invecchiando: il terzo comune con il più basso tasso di natalità nella realtà metropolitana bolognese, preceduto solo Val Samoggia e Malalbergo. Sebbene il numero di bambini e preadolescenti sia in costante aumento, progredisce più velocemente il numero di over 65enni. Ciò significa che le due fasce di popolazione più vulnerabili e bisognose di cura creeranno una crescente domanda di servizi. Non solo servizi dedicati all'assistenza, ma anche attività ludico-ricreative e culturali. Se osserviamo la nostra realtà possiamo effettivamente notare una crescita nell'offerta, in particolare di servizi (sia profit che non profit) verso l'infanzia, e in misura minore verso la popolazione anziana, basti pensare alla vivacità dei centri sociali e delle associazioni sportive.
Molte le attività promosse dai commercianti, anche con in collaborazione con ente locale, Pro Loco e associazioni di categoria. Eventi che coinvolgono centinaia, talvolta migliaia, di persone e vivacizzano il territorio. 
In definitiva Sasso Marconi dispone ancora di un elevato capitale sociale, dato dalla vivacità sia dei singoli che delle associazioni. L'istituzione locale, invece, sembra iniziare a risente dei tagli operati dallo Stato centrale che negli ultimi anni ha ridotto i finanziamenti (compresa la recente e poco efficace spending reviewagli enti locali e limitato moltissimo la possibilità d'investimenti (patto di stabilità che solo quest'anno, grazie al governo governo Renzi, è stato allentato). Va inoltre ricordato il problema del turn over dei dipendenti degli enti pubblici che, nel caso di Sasso Marconi, sono sono calati di oltre il 10% nel giro di pochissimi anni, con rischi per la tenuta dei servizi e l'efficienza della macchina comunale, da sempre uno dei fiori all'occhiello della comunità sassese. Attualmente sono al vaglio alcune ipotesi per superare quest'impasse, tra cui la fusione con altri comuni. 

lunedì 22 febbraio 2016

Diamo i numeri su Sasso marconi/2

INDICI

Indice di vecchiaia
Rappresenta il grado di invecchiamento di una popolazione. È il rapporto percentuale tra il numero degli ultrassessantacinquenni ed il numero dei giovani fino ai 14 anni. Nel 2015 l'indice di vecchiaia per il comune di Sasso Marconi dice che ci sono 193,6 anziani ogni 100 giovani. La media regionale è 171,4, quella nazionale si attesta su 154 anziani ogni 100. 

Indice di dipendenza strutturale
Rappresenta il carico sociale ed economico della popolazione non attiva (0-14 anni e 65 anni ed oltre) su quella attiva (15-64 anni). Ad esempio, teoricamente, a Sasso Marconi nel 2015 ci sono 67,4 individui a carico, ogni 100 che lavorano.

Indice di ricambio della popolazione attiva
Rappresenta il rapporto percentuale tra la fascia di popolazione che sta per andare in pensione (55-64 anni) e quella che sta per entrare nel mondo del lavoro (15-24 anni). La popolazione attiva è tanto più giovane quanto più l'indicatore è minore di 100. Ad esempio, a Sasso Marconi nel 2015 l'indice di ricambio è 157,8 e significa che la popolazione in età lavorativa è molto anziana.

Indice di struttura della popolazione attiva
Rappresenta il grado di invecchiamento della popolazione in età lavorativa. È il rapporto percentuale tra la parte di popolazione in età lavorativa più anziana (40-64 anni) e quella più giovane (15-39 anni). Un valore contenuto dell’indice evidenzia una struttura per età più giovane della popolazione potenzialmente lavorativa e quindi maggiori possibilità di dinamismo e di adattamento al lavoro. Ad esempio, a Sasso Marconi questo valore è in costante aumento, significativamente superiore alla media regionale che s'attesta intorno a 137.

Indice di natalità
Rappresenta il numero medio di nascite in un anno ogni mille abitanti. Per quanto riguarda Sasso Marconi è in costante calo da 12 anni a questa parte. L'ultimo dato disponibile è del 2014: l'indice s'attestava a 6,7 nascite ogni mille residenti. 

Indice di mortalità
Rappresenta il numero medio di decessi in un anno ogni mille abitanti. Nel territorio di Sasso Marconi questo indicatore risulta abbastanza stabile nel corso degli anni 2000. L'ultima rilevazione, risalente ad inizio 2014, ci informa che nel 2013 si erano avuti 11,3 morti ogni 1000 abitanti. 



lunedì 15 febbraio 2016

Diamo i numeri su Sasso Marconi/1

Per comprendere una luogo bisogna viverlo. Penso che su questo non ci siano dubbi. Ma anche studiare i dati su popolazione, reddito e altri aspetti socio-economici, ha una valenza per capire dove ci troviamo e quale evoluzione (o involuzione) può avere la comunità che si frequenta.
Ho cercato alcuni dati riguardanti Sasso Marconi e redatto una breve analisi. Di seguito riporto alcune informazioni e indici che possono essere utili per un approccio oggettivo al territorio sassese.

Sasso Marconi e il suo territorio
  • Popolazione residente al 31/12/2014: 14.612
  • Kmq di estensione: 97,20 
  • Altitudine: 128 m s.l.m. 
  • Densità demografica (abitanti a Kmq): 151,29 
  • Km di strade (pubbliche e private): 344 
  • Tonnellate di rifiuti trattati: 7.476 
  • Km di rete fognaria (collettori principali): 42 
  • Km di rete idrica: 229 
  • Km di rete gas: 77 
  • Km di illuminazione pubblica: 37 
  • Mq. di verde pubblico: 1.658.092 
  • Superficie verde pubblico: 113 mq. x abitante
  • Spazi attrezzati a parco 30 mq x abitante

Struttura della popolazione di Sasso Marconi dal 2002 al 2015
L'analisi della struttura per età della popolazione considera tre fasce di età: giovani 0-14 anni, adulti 15-64 anni e anziani 65 anni ed oltre. In base alle diverse proporzioni fra tali fasce di età, la struttura di una popolazione viene definita di tipo progressiva, stazionaria, regressiva a seconda che la popolazione giovane sia maggiore, equivalente o minore di quella anziana.
Lo studio di tali rapporti è importante per valutare alcuni impatti sul sistema sociale, ad esempio sul sistema lavorativo o su quello sanitario.
A Sasso Marconi, come si evince dai grafici riportati sotto, la struttura della popolazione è regressiva poichè, sebbene aumentino sensibilmente i giovani tra 0 e 14 anni (si è passati dall'11,7% del 2002 al 13,7% del 2015) aumentano molto di più gli over 65enni (passati dal 20,5% della popolazione al 26,5% attuale). Questo comporta un costante e progressivo aumento dell'età media della popolazione e in particolare dei grandi anziani, ovvero di coloro che hanno più di 75 anni d'età. Ciò, inevitabilmente, avrà un'impatto sia sui servizi alla persona che sulla struttura sociale ed economica di Sasso Marconi.



La popolazione di Sasso Marconi, nel corso degli ultimi 15 anni è aumentata di circa 1.000 unità. Anche se in questi due lustri si è avuto uno scostamento minimo: dal 2007 al 2014 vi è stata un'oscillazione di poche decine di residenti, in entrata ed uscita, che ha fatto si che il numero di abitanti restasse praticamente stabile.


Presenza stranieri
La percentuale di cittadini stranieri residenti nel comune di Sasso Marconi nel 2015 è pari al 6,7% della popolazione residente. E’ in lenta ma costante crescita, sebbene significativamente inferiore rispetto quasi tutti gli altri comuni della provincia di Bologna.


Tra gli stranieri maggiormente presenti nel territorio di Sasso Marconi ci sono (in ordine di numero di presenze): romeni, marocchini, albanesi, moldavi, ucraini, tunisini, polacchi, bengalesi, filippini, cingalesi, indiani, serbi, russi, cinesi, britannici, statunitensi, spagnoli, croati, macedoni, bielorussi.



[Continua...]

lunedì 8 febbraio 2016

I dati socio-demografici mostrano la dura realtà italiana

Dove sta andando il nostro Paese? E' ben riposto l'ottimismo del premier Renzi? E lo scetticismo e la rabbia hanno senso oppure sono eccessive o magari indirizzate verso obiettivi errati?
Le considerazioni di seguito riportate sono suffragate da dati e link ad articoli (principalmente da Il Sole24Ore) e afferiscono precipuamente a indicatori socio-demografici. 
In queste settimane sono uscite alcune indagini che mostrano come nel 2015 in Italia siano decedute oltre 68.000 persone in più rispetto l'anno precedente. I ricercatori dell’Università di Milano Bicocca parlano di  un collasso demografico sempre più allarmante che si deve a 4 motivi:
- crollo della natalità
- aumento della mortalità
- drastico calo dell’immigrazione
- fuga all’estero dei giovani più qualificati
Innanzitutto c’è il crollo delle nascite, che già nel 2014 ci aveva fatto toccare il record negativo della peggior natalità dal 1861, anno dell’Unità d’Italia, anche se purtroppo è risaputo che il nostro Paese non ama i bambiniPoi c’è un ancora poco chiaro aumento dei decessi, sebbene l'ISTAT si sia affrettata a chiarire che è presto per affermare che sia così.Il nostro Paese non riesce più ad attrarre l’immigrazione, nemmeno quella poco qualificata, che pure aveva dato una mano al Paese sia sul fronte natalità che su quello lavoro (e quindi della tenuta del sistema previdenziale).Al contrario, l’Italia assiste impotente a una continua fuga all’estero di giovani qualificati. Nel 2014 vi sono stati oltre 100mila italiani emigrati oltreconfine, come risulta dai dati dell’Aire, l’Anagrafe italiana dei residenti all’estero.Tra i quattro nodi forse il peggiore è proprio quello della fuga di cervelli
Il demografo Gian Carlo Blangiardo, docente all’Università di Milano Bicocca ha calcolato che in media il compimento del percorso scolastico di uno studente italiano costa alle casse pubbliche (cioè a noi tutti) circa 100mila euro. Bene: questo studente, una volta laureato, non trovando soddisfazioni professionali in Italia se ne scappa in Germania, Gran Bretagna o Stati Uniti, e con le sue competenze crea valore in quelle economie (versando in quegli Stati esteri i suoi contributi previdenziali). Ecco che i 100mila euro italiani serviti a formare quel professionista italiano che non trova lavoro nel nostro Paese volano oltreconfine. Forse per sempre.Un capitolo a parte, inquietante, riguarda l’aumento dei decessi. «Obbedendo a logiche inattese e tuttora da approfondire, i decessi hanno subito una brusca impennata, tale da accreditare l’ipotesi di un altro record: quello della più alta crescita del numero di morti in un anno non perturbato da eventi bellici», spiegano i demografi dell'Università Bicocca. Dai bilanci demografici mensili forniti dall’Istat si rileva infatti come il totale dei morti in Italia nei primi otto mesi del 2015 sia aumentato di 45mila unità rispetto agli stessi primi otto mesi del 2014. «La cosa non è affatto marginale se si pensa che ciò corrisponde a un aumento dell’11,3% e che, se confermato su base annua, porterebbe a 666mila morti nel 2015 contro i 598mila dello scorso anno», sottolinea il demografo. Che aggiunge: «per trovare un’analoga impennata della mortalità, con ordini di grandezza comparabili, si deve tornare indietro sino al 1943 e, prima ancora, occorre risalire agli anni tra il 1915 e il 1918».
Se confermato, quello del 2015 sarebbe un triste primato in tempo di pace. Tali dati andrebbero sviscerati senza ricorrere alle solite categorie che siamo abituati a leggere sui social network, che non aiutano a identificare le cause e le possibili soluzioni, ma provando a comprendere, con l'aiuto della demografia, com'è possibile sia potuto accadere ciò e cosa si può fare per invertire una tendenza che, vista la situazione italiana, potrebbe protrarsi ancora a lungo, visti anche gli ultimi dati e le notizie di questi giorni.
Inoltre, nella situazione in cui ci troviamo, c'è il rischio di essere condannati a non invecchiare. O meglio a non diventare adulti. Una minaccia che, come hanno rammentato di recente Ezio Mauro (su La Repubblica) e Gustavo Zagrebelsky (in un saggio pubblicato da Einaudi), incombe sugli italiani. I due pensatori affermano che siamo abitanti di un Paese che non c'è. In un tempo che non c'è. Per questo dovremmo fare appello alla demografia. Leggerne le indicazioni e gli ammonimenti. Ma per non estinguerci, per non finire ai margini, dovremmo davvero chiudere le frontiere. Verso Nord. Per impedire ai nostri giovani di andarsene altrove. E di lasciarci "a casa nostra". Sempre più vecchi. Sempre più soli. Sempre più incazzati. Con gli altri. Ma, in realtà: con noi stessi.