martedì 8 marzo 2016

Sicurezza e controllo del territorio: iniziativa pubblica a Borgonuovo di Sasso Marconi

Venerdì 4 marzo, presso il Centro sociale di Borgonuovo, si è tenuto un incontro sul tema Sicurezza dei cittadini e controllo del territorio promosso dal PD di Sasso Marconi.
L'iniziativa ha fatto seguito a quella tenuta dall'Amministrazione Comunale di Sasso Marconi per completare l'informazione sulla tematica della sicurezza.
All'incontro hanno partecipato i deputati Emanuele Fiano e David Ermini responsabili nazionali PD per la SICUREZZA e la GIUSTIZIA, l'avvocato Roberto Giorgi Ronchi esperto di questioni legate alla sicurezza e coordinatore a Bologna di vari tavoli sulla 'sicurezza' con la presenza di cittadini e commercianti. Tra i relatori vi erano anche Amedeo Landino e Roberto Braccio, agenti della Polizia di Stato, che hanno portato l'esperienza e l'opinione di chi opera e si confronta tutti i giorni con le problematiche affrontate nell'incontro. L'incontro è stato coordinato Dall'onorevole Marilena Fabbri, già sindaco di Sasso Marconi 


Il primo a intervenire è stato l'avvocato Alberto Giorgi Ronchi che ha affrontato il tema della sicurezza operando un ragionamento che va oltre il contingente, offrendo uno sguardo complessivo alla realtà con cui, quotidianamente, ci confrontiamo. L'avvocato ha asserito che nella società attuale i cambiamenti cui tutti siamo sottoposti sono veloci e numerosi: negli ultimi anni si sono modificati modelli di comportamento e valori in modo molto rapido, pensiamo ad esempio ai rapporti tra uomo e donna oppure tra genitori e figli, aspetti spesso positivi che, però, in alcuni hanno fatto emergere disagio e spaesamento poichè sono venuti a mancare punti di riferimento e certezze che perduravano da anni, in alcuni casi da secoli. Ciò ha creato confusione e paura, talvolta rabbia, sicuramente uno straniamento e una minore fiducia nelle istituzioni e una maggiore chiusura nel privato. Nel mentre  in questi anni stanno aumentando i reati contro il patrimonio, in particolare i reati predatori e con l'avvento della tecnologia, le truffe informatiche legate all'uso sempre più massiccio del web. C'è quindi un problema con il sistema della giustizia. Le riforme che si sono susseguite in questi anni non hanno dato i frutti sperati, anzi hanno creato frustrazione, sia tra chi gestisce il sistema della pubblica sicurezza, sia tra i cittadini. Contemporaneamente questi si stanno organizzando da sè: stanno crescendo comitati, associazioni, gruppi spontanei, come ad esempio le Social Street (solo nella città di Bologna sono una cinquantina), realtà slegate  dalle modalità tradizionali di concepire l'agire comunitario che ha contraddistinto le aggregazioni sociali dal secondo dopoguerra agli inizi degli anni 2000.
L'avvocato ha inoltre aggiunto che, per quanto riguarda la sicurezza, i cittadini spendono sempre più oltre ad organizzarsi da sè, per acquistare sistemi che possano renderli più sicuri all'interno delle proprie abitazioni. Tutto ciò è sintomatico di come le istituzioni non siano in grado di offrire risposte adeguate. E non è solo una questione percettiva poiché il dualismo percezione - realtà oggettiva, in quest'epoca, è ormai superato.
Giorgi Ronchi ha chiosato che, di fronte a ciò, la politica sta cercando di entrare il più possibile a contatto coi cittadini, sia per capire, sia per far comprendere la situazione in cui viviamo. Tavoli per scambiarsi buone pratiche e costruire fiducia reciproca si stanno creando un pò ovunque - ed anche qui a Sasso Marconi sarebbe opportuno realizzarli - perché è necessario tornare al confronto tra cittadini ma anche tra cittadini e istituzioni. Parlare, confrontarsi, trovare soluzioni condivise, sono essenziali per migliorare non solo la percezione, bensì la sicurezza reale. In questo contesto un ruolo significativo, posti i limiti che esse hanno , è quello delle polizie locali. Queste non possono garantire il contrasto al crimine. In realtà, però, i cittadini pongono agli amministratori locali il problema della sicurezza, per cui ciò che sta succedendo già da un po' tempo in molte municipalità e l'uso della polizia municipale per il pattugliamento del territorio. Però, attualmente, per l'organizzazione e le leggi vigenti, le polizie locali non possono svolgere certe mansioni e gli amministratori che lo fanno si muovono sul filo della normativa.

Successivamente all'avvocato, ha preso la parola la coordinatrice della serata. L'On. Marilena Fabbri che ha spiegato come sicurezza non significhi solo repressione ma anche prevenzione e coesione sociale, aspetti che consentono di non offrire spazi all’illegalità e, ove questa si presenti, i cittadini sappiano denunciare per evitare il radicamento della criminalità.
L'ex sindaco di Sasso Marconi, ha anche spiegato che, ad inizio degli anni 90 a Sasso Marconi si creò un’associazione di cittadini che si occupavano di segnalare anomalie, stranezze o altro, il sodalizio nel corso degli si spense. Non erano propriamente delle ronde ma comunque un’esperienza utile per la comunità che contribuiva ad offrire sicurezza e coesione sociale.

Dopo l'on. Fabbri è intervenuto Romeo Braccio, segretario sindacato polizia SIAP di Bologna. Innanzi tutto ha chiesto ai deputati presenti qual è l’impegno del PD, a livello parlamentare, per migliorare il sistema della sicurezza e della giustizia. Ha ammesso che negli ultimi anni il PD ha fatto numerosi sforzi per contrastare le strumentalizzazioni sui temi della sicurezza. Serve però ancora più coraggio perché la sicurezza ha bisogno di riforme. C'è bisogno di un intervento coraggioso che superi la legge 121 del 1981 che riguarda la polizia. Questa è una legge, a parere del sindacalista, non pienamente attuata e in parte obsoleta. C'è pertanto bisogno di riformare la suddetta legge, per dare una direzione unica al ministro degli interni per consentire maggiore coordinamento ed incisività d’azione. Ciò porterebbe indubbi vantaggi, ad esempio una riduzione dei centri di spesa. Centralizzando le competenze si potranno sicuramente razionalizzare le risorse e togliere le duplicazioni e gli accavallamenti tra le forze di polizia, che attualmente sono ben cinque. Questo miglioramento lo chiedono tutti, sia le istituzioni europee, sia i cittadini. Pensiamo ad esempio alla necessità di un unico numero sulla sicurezza, che già in parte sta venendo avanti.
Il poliziotto ha affermato che parlare ancora di ronde è inutile e anacronistico. Durante gli ultimi governi di centrodestra vennero lanciate ma non ebbero successo nè portarono risultati le poche ronde che vennero messe in atto. Tra l’altro furono lautamente finanziate - ha aggiunto il sindacalista - con molti milioni d'euro, togliendo soldi al sistema della sicurezza. Però - ha ribadito - non sortirono risultati, né trovarono riscontri tra la popolazione. Molto meglio sarebbe se i cittadini si riappropriassero degli spazi pubblici, tornando a uscire di casa, non abbandonando le città e le comunità ma ravvivandole e riprendendo i luoghi oggi degradati e/o abbandonati.
Al contempo il governo deve adottare provvedimenti urgenti poiché il sistema sicurezza stai vivendo un periodi di crisi: negli ultimi 10 anni sono calati di 20mila di unità i poliziotti.

Amedeo Landino, SIULP Bologna. La sicurezza non va affrontata come tematica isolata ma va affrontata insieme al tema della giustizia.
A volte il tema della sicurezza viene affrontato solo osservando i dati statistici. Però la percezione di chi subisce un reato di cosiddetta microcriminalità ha un grande trauma.
Non ritiene che le soluzioni che siano validi le proposte che si fanno sull’onda dell’emotività. Ad esempio, è importante che i cittadini collaborino con le forze dell’ordine. E’ fondamentale un rapporto diretto tra cittadini e polizia ma non attraverso le ronde. Serve altresì un’emancipazione del controllo del territorio, limitando il controllo statico ma rendendolo più dinamico, il che comporterebbe risultati più efficaci.
Il poliziotto ha quindi toccato il tema della filiera dei servizi asserendo come sia necessario costruire nuovi modelli per il controllo del territorio tra forze diverse (Polizia, Carabinieri, Guardia di Finanza, Polizie locali). Già questo avviene nel caso di manifestazioni pubbliche ed eventi sportivi. Sarebbe utile un coordinamento similare anche per quanto riguardano le attività quotidiane di controllo del territorio. Ciò aiuterebbe a definire meglio la copertura del territorio da seguire ed eviterebbe ridondanze d’intervento, come talvolta accade.

Gli ultimi due relatori sono stati i deputati Fiano ed Ermini. Il primo dei due ha voluto affrontare per prima cosa l'aspetto riguardante la paura che pervade un numero sempre maggiore di cittadini. Esiste un timore diffuso d'essere vittime di reati, e da questo punto di vista ci sono soggetti e mezzi di comunicazione che fomentano le paure. Questo sistema che rinfocola il senso d’insicurezza ha però evidenti paradossi al proprio interno. L'on Fiano è ha asserito: "Pensiamo che non c'è mai stato un periodo storico così sicuro. Nonostante ciò quasi l’65% della popolazione ha un diffuso senso d’insicurezza. Va fatto un lavoro per contrastare il senso di insicurezza. C'è una vasta fetta della politica, non solo in questi anni e non solo in Italia, che su questi aspetti basa la sua azione politica e il conseguente successo elettorale".
E’ altresì vero che il tema della paura si alimenta quando c'è un'insicurezza sociale – perdita del lavoro, difficoltà ad accedere ai servizi in primis quelli sanitari, problema a raggiungere l'età della pensione. In questi anni la crisi economica ha rinfocolato questi timori.
Un altro aspetto è quello relativo la politica. Il tema della sicurezza in Italia ha preso piede in particolare nei primi anni novanta, dopo l'entrata in politica di Silvio Berlusconi. Questi ha sempre cavalcato la tigre della sicurezza e della riforma della giustizia ma, al contrario delle tante parole e delle tante promesse, con lui spesso sono tagliati i finanziamenti e sovente le leggi sono state modificate pro domo sua più che per rendere più efficace e snello il sistema della giustizia. Per quanto concerne la sicurezza l'allora ministro dell’interno Maroni, parliamo del luglio 2011, scrisse al premier Berlusconi per lamentarsi dei tagli al suo ministero per un miliardo di euro. L'onorevole ha quindi asserito che, come hanno ricordato anche i rappresentanti sindacali della polizia, un mancato turn over di personale con blocco delle assunzioni, blocco dei salari e tagli lineari che hanno portato all’impossibiilità d'effettuare acquisti di materiale per le forse dell'ordine. Il blocco del turn over ha comportato un aumento dell’eta media degli uomini delle forze dell’ordine, con pesanti ripercussioni sul modello di sicurezza. Modello, ha ricordato Fiano, che non può più essere quello che si aveva negli anni 70 ed 80 del secolo scorso.
fortunatamente, ha proseguito l'onorevole del PD, negli ultimi tre anni vi è stata una controtendenza per quanto riguarda il finanziamento al comportato della sicurezza e anche un aumento degli stipendi della polizia: pensiamo ad esempio agli 80 euro al mese per ogni appartenenti alle forze dell’ordine che, dal 2017, sarà strutturale.
Le risposte sulla sicurezza - ha chiosato l'onorevole lombardo - non possono essere solo di tipo repressivo ma anche di tipo culturale: riqualificazione dei territori, riforme (ancora in atto) nel campo della giustizia, educazione e integrazione debbono essere sempre più capisaldi che guidano l'azione delle istituzioni.
Serve altresì una riorganizzazione nel comportato dei servizi che si occupano di sicurezza e ordine pubblico, oltre ad un adeguato finanziamento: oggi abbiamo 540mila persone che in Italia si occupano di sicurezza, un numero alto ma non è sufficiente per un territorio vasto come il nostro, per questo sono in fase d'assunzione 5.000 nuovi uomini delle forze dell'ordine. I cittadini chiedono un maggiore presidio. Al proposito è stata messa in campo, a partire dall’agosto 2015, una riorganizzazione del personale, cercando di togliere alle forze dell’ordine tutta una serie di funzioni che non sono prettamente legate la sicurezza. Vi sono ben 37 funzioni di cui si occupano le forze dell'ordine e vi sono sovrapposizioni tra i numerosi corpi che si occupano di sicurezza. Questo - ha chiarito l'on Fiano - non va bene. È necessario riorganizzare, partendo dall’aggregazione e dalle modifiche sul territorio per quanto concerne la presenza delle diverse forze di pubblica sicurezza.
In definitiva, a concluso il deputato, sono tre gli aspetti per migliorare la sicurezza e conseguentemente la percezione:
- Investire, riorganizzare, efficientizzare le forze dell’ordine
- Ruolo più centrale delle amministrazioni locali
- Certezza della pena

David Ermini è stato l'ultimo ad intervenire tra i relatori ufficiali della serata. E' partito dal presupposto che "la parte della giustizia è quella che arriva al termine della prevenzione e della sicurezza". L'onorevole toscano ha quindi spiegato che in merito il tema della giustizia è necessario migliorare il sistema carcerario. Creare efficaci misure alternative: queste provocano meno recidiva.
Inoltre ha specificato che il problema relativo coloro che fanno furti, scippi, ecc. e dopo poche ore dal fermo e/ o dall’arresto escono dal carcere. Molti di questi reati sono commessi da cittadini extracomunitari che non hanno sempre fissa dimora, non sono facilmente identificabili, non ha lavoro, ecc. Questi elementi vanno  valutati dalla magistratura. Da parte della politica, però, non è facile intervenire rispetto le valutazioni fatte dai giudici.
Ermini ha inoltre asserito che uno dei criteri "pesanti" per il fermo preventivo è dato dalla pena minima associata al reato, per questo stanno preparando una modifica alla legge in modo da aumentare la pena minima per i furti portandola da 1 a 6 anni, in questo modo anche col patteggiamento e le attenuanti comunque chi ruba in casa va in galera.
Il responsabile sicurezza del Pd, sul tema della legittima difesa ha asserito che “Un ragionamento vero va fatto perché la realtà è cambiata. Un tempo un ladro entrava in un appartamento quando era sicuro che non c’era nessuno dentro, adesso lo fa di notte mentre le persone dormono. È importante che si lavori per elaborare un concetto nuovo di legittima difesa”. In pratica, ha spiegato l’esponente democratico “bisogna studiare il momento in cui scatta la reazione. Una reazione ad esempio di ansia e di paura, come quella di un uomo vede entrare nel proprio appartamento un ladro con manette o corde pronto a legare le persone che sono in casa. I ladri poi, sempre più spesso, sono armati di pistole. Bisogna dunque approfondire l’argomento mantenendo però - ha sottolineato - il principio di proporzionalità tra offesa e difesa. Guai quindi a parlare di Far West. Anzi, in un momento in cui gli Stati Uniti tornano indietro sulla diffusione delle armi, noi non possiamo fare in modo che le persone si difendano da sole senza essere tutelate dalla legge, bisogna che lo Stato intervenga sul concetto di legittima difesa”.

Dopo gli interventi dei relatori si è succeduta un'interessante discussione. Per primo è intervenuto il sig. G.G. che ha raccontato come, in 40 anni che risiede a Sasso Marconi, abbia subito ben 17 casi d’effrazione. Ha spiegato che, sebbene abbia subito pochi danni materiali, in due casi era in casa ed in un caso in particolare ha detto d’avere temuto molto rispetto l’incolumità sua e della moglie.
Il sig. G.G. ha chiesto che questo tipo di reati non siano più chiamati reati contro il patrimonio ma violazione di domicilio. Ha aggiunto inoltre come la vita della sua famiglia sia cambiata dopo che si sono trovati i ladri in casa. Ha però ribadito che non è il danno economico quello che lo preoccupa maggiormente, dato che nella sua vita ha perso più soldi a causa delle banche, ma è molto preoccupato per l'ncolumità sua e dei suoi cari.
Il sig. G.G. ha infine asserito che, nella sia esperienza di vittima di questi reati, ha mai avuto la sensazione che la crisi economica abbia inciso in merito effrazioni subite.

Successivamente è intervenuto un cittadino residente nella zona di San Lorenzo che ha spiegato come nel suo abitato, costituito di 9 ville a schiera, ben 6 sono state visitate dai ladri nel corso di questi anni. Tra l’altro abitazioni che sono in parte abitate da appartenenti a forze dell’ordine o loro congiunti. Il cittadini ha concluso che quanto avvenuto dalle sue parti gli rende difficile pensare che sia solo una percezione d'insicurezza ma c'è qualcosa di terribilmente reale.

Per terzo è intervenuto Stefano Montuori: troppe forze dell’ordine che fanno attività di tipo burocratico e amministrativo. Ha inoltre chiesto si facciano corsi, da parte delle forze dell’ordine, in cui si spieghi come comportarsi e cosa fare per essere d’aiuto nel percepire cose strane. Stefano ha quindi proposto di legalizzare le droghe leggere, in questo modo le forze dell'ordine non dvrebbero occuparsi degli spacciatori e avremmo più agenti a disposizione, inoltre la legalizzazione genererebbe introiti anche per lo stato e si potrebbe utilizzare una parte di queste risorse per investire sulla sicurezza 

Prima delle conclusioni dei relatori ha preso la parola Stefano Mazzetti, sindaco di Sasso Marconi. Egli ha affermato che il tema della conoscenza e della formazione è fondamentale. Ritiene quindi comprensibile che chi ha subito un reato sia più sensibile e abbia una percezione più spiccata del senso di insicurezza. Il primo cittadini di Sasso Marconi ha poi aggiunto che la modalità dei reati ha avuto un accentuazione di aggressività. Anche nel caso di piccoli furti. E questo incide in modo particolare sulla paura dei cittadini.
Il sindaco ha proseguito asserendo che: "una cosa è certa, da soli non si possono risolvere i problemi: né gli amministratori, né le forze dell’ordine, né tanto meno le ronde. Ognuno deve fare il proprio mestiere ma tutti hanno il dovere di collaborare in base al proprio ruolo. La soluzione, perciò, nasce dall’accrescimento del senso di comunità".
Mazzetti ha concluso informando che il Comune sta realizzando un bando, cofinanziato da amministrazione comunale, privati e cittadini che possa aiutare a a creare maggiore sicurezza. Nel mentre il comune di Sasso Marconi ha investito quasi 100.000 euro per migliorare la sicurezza dei cittadini, in particolare acquistando un impianto di videosorveglianza agli ingressi della città.





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