Il presidente del Consiglio italiano, Matteo Renzi, nella sua newsletter di domenica 20 marzo, ha lodato il sindaco di Sasso Marconi, Stefano Mazzetti, per il suo impegno nella lotta allo spreco e per la sensibilizzazione di cittadini e istituzioni riguardo il tema del consumo consapevole. Renzi scrive: "C'è una politica che sa fare anche buone cose, anche nel silenzio pressoché totale di media e addetti ai lavori. Anzi, lasciatemi ringraziare - oltre ai parlamentari - chi lavora da tempo sul territorio in questo settore, a partire dai primi cittadini, specie dei piccoli comuni: il prode sindaco di Sasso Marconi Stefano Mazzetti lavora da tempo sulla rete dei sindaci antispreco, con la collaborazione del prof. Andrea Segrè che è un'autorità in materia. Non sprecare ciò che abbiamo è una assoluta priorità. E chi vuole saperne di più:www.sprecozero.net".
La lotta allo spreco, anche osservando i dati, non è di poco conto: la pattumiera è la nostra cattiva coscienza ma è anche una possibilità di riscatto. Racconta di noi, popolo di spreconi che compra troppo, consuma male e non sa riutilizzare il cibo cucinato. In quel bidone in cui ogni famiglia brucia 348 euro all'anno, gettando anche un chilo di pane o verdure a settimana, è nascosto un tesoro che vale 13 miliardi di euro. Cui ne vanno aggiunti altri cinque: è il valore degli alimenti persi lungo la filiera, nel viaggio dai campi alla nostra tavola.
Diciotto miliardi di euro: tanto valgono i 15 milioni di tonnellate di cibo perduto ogni anno. E sotto accusa sono soprattutto i privati cittadini: il 43% del cibo viene buttato via nelle nostre cucine. Secondo un'indagine del Politecnico di Milano, in Italia lo spreco di alimenti avviene infatti per il 21% nella ristorazione; seguono la distribuzione commerciale (15%), l'agricoltura (8%), la trasformazione (2%).
Quasi la metà dunque si "perde" e va a male nelle nostre case. E i distratti sono soprattutto i giovani, dicono i dati di Waste Watcher, l'osservatorio sugli sprechi dell'Università di Bologna che da 15 anni monitora il problema tra iniziative e progetti che hanno portato anche alla legge per facilitare le donazioni di aziende e industrie, appena approvata alla Camera.
Il lavoro di Waste Watcher racconta un Paese diviso. Il record negativo va infatti alle Isole, dove ogni famiglia getta nella spazzatura alimenti per 7,4 euro a settimana. Seguono il Centro con 7,2 euro e il Sud con 6,8 euro. Nel Nord Ovest, ogni nucleo butta via in media cibo per 6,3 euro, e il Nord Est è il più virtuoso con "solo" 6,1 euro.
Perché si getta il cibo? I motivi cambiano a seconda della latitudine, stando a un'indagine Lmm-Swg. Abruzzesi, pugliesi, calabresi e campani ammettono di aver cucinato troppo e calcolato male gli acquisti. Le confezioni troppo grandi che invitano a esagerare sono la giustificazione invocata da veneti e umbri. Sardi ed emiliani imputano gli sprechi ad abitudini alimentari e acquisti sbagliati mentre in Liguria a far riempire troppo il carrello è "la paura" di non avere scorte sufficienti.
"I dati in questo campo vanno presi con giudizio: sono spesso frutto di questionari che risentono di un margine di soggettività", spiega Andrea Segrè, professore all'università di Bologna, fondatore di Last Minute Market e Waste Watcher, consulente anti-sprechi del ministero dell'Ambiente. "Abbiamo scoperto - aggiunge - che molte cifre vanno riviste. Facendo tenere diari puntuali alle famiglie, è venuto fuori che si getta via il 50% in più di quello che si pensa. Ecco perché gli 8,4 miliardi di euro stimati nella pattumiera domestica diventano almeno 13".
Siamo un Paese a due velocità, dentro e fuori casa: lasciamo marcire gli alimenti in frigo perché non guardiamo la scadenza, ma allo stesso tempo siamo capaci di organizzare una lotta agli sprechi che coniuga volontariato e solidarietà.
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