lunedì 16 maggio 2016

Il sindaco di Sasso Marconi si fa prende la mano e inventa la raccolta differenziata dei politici

Il problema dello smaltimento dei politici in esubero, dopo le vacche grasse della Prima Repubblica, sta diventando sempre più annoso. Al proposito è uscita un'intervista, sul famoso sito d'informazioni Lercio.it, al primo cittadino di Sasso Marconi, noto per le sue lotte contro lo spreco.
Mazzetti ha dichiarato che, dopo i grandiosi risultati nella raccolta dei rifiuti nel suo comune, con oltre il 150% differenziata, ora vuole passare al recupero delle persone e, nella fattispecie, dei politici: ex ministri, parlamentari, sindaci, presidenti di enti e partecipate pubbliche che, a seguito delle nuove leggi, faticano a trovare adeguata collocazione.
Mazzetti ha affermato che, dato la politica è piena di riciclati, è opportuno che questi trovino il loro posto in un'ottica di riuso, questo per esportare la filosofia del sindaco di Sasso Marconi, inventore del portale web Sprecozero.net (che si occupa di sensibilizzare sul tema del consumo consapevole) e di numerosi #hashtag di successo. 
Ormai tutti sanno che la coerenza in politica non paga, mentre è risaputo che i politici che si sanno riciclare hanno spesso lunga vita e riescono a superare anche le polemiche più aspre. Per cui è importante adottare azioni per sostenerli e valorizzarli dato che, anche se usati e con parecchi mandati sulle spalle, detengono un know-how che può tornare utile poiché in Italia la storia si ripete spesso e - come sosteneva Carlo Marx componente del famoso gruppo comico i fratelli Marx - lo fa in forma di farsa.
È per questo motivo che il sindaco di Sasso Marconi ha pensato che - dopo aver dato una sede all'associazione dei comuni che si occupano di riciclo ed economia circolare - si potrebbe fare altrettanto per un sodalizio in cui ospitare i politici che non vogliono abbandonare il potere dopo appena una o due legislature. Al proposito sono già stati presi contatti con alcuni importanti parlamentari che in questa legislatura hanno offerto prova di sapersi riciclare in modo ottimale. Hanno già risposto all'appello l'on. Razzi, l'on. Verdini e alcuni ex bersaniani, lusingati di poter offrire il proprio contributo. Ma si sta lavorando per coinvolgere rappresentanti di tutti i partiti che fanno parte dell'arco costituzionale, compreso il movimento capitanato da quel comico che fino poco tempo fa affermava che "uno vale uno".
Il sindaco di Sasso Marconi s'è detto certo che vi sarà unanimità anche in Consiglio Comunale, per quanto riguarda la sua proposta, poiché anche nelle file dell'opposizione non mancano politici, sia vecchi che giovani, che hanno saputo riciclarsi in modo egregio. E, nel caso alcuni consiglieri comunali neofiti che siedono tra i banchi del partito del  primo cittadino dovessero avere perplessità non ci sarà problema ad emarginarli, questo per offrire un esempio di come si gestiscono i dissidenti nella politica odierna. 
Sono, infine, previsti incontri formativi tenuti da autorevoli docenti (giornalisti delle principali testate nazionali e manager di stato di lungo corso) che spiegheranno le tecniche più efficaci per riciclarsi e galleggiare in qualsiasi contesto. Al momento si prevedono i seguenti corsi
- salto della quaglia
- tutto cambi affinché nulla cambi
- per un nuovo miracolo italiano
- tutti busoni col culo degli altri
- indignazione e paraculaggine 
- instillare la paura porta sempre consensi
- partecipazione efficace ad eventi mondani, inaugurazioni e commemorazioni 

lunedì 9 maggio 2016

L'albero dei libri

Nel settembre 2015, a seguito della risistemazione di alcuni alberi nella piazza principale di Sasso Marconi, l'Amministrazione comunale ha deciso di non espiantarli tutti, ma uno lo ha riusato per alloggiare uno scaffale per il bookcrossing. Questa pratica riguarda la scambio gratuito di libri, che solitamente avviene in forma anonima: le pubblicazioni si lasciano in qualche punto più o meno condiviso affinchè altri lettori possano prendere in prestito il libro e, una volta letto, lasciarlo ad altri.
Raffaella, responsabile della biblioteca di Sasso Marconi, ha proposito di realizzare una bacheca per la raccolta e lo scambio di libri dentro il tronco d'un albero destinato ad essere abbattuto. Sono così state realizzare due nicchie: in una è ospitata una statua della Madonna, nell'altra sono raccolti i libri. 
Nonostante l'interessante e innovativa idea non v'è stata un'adeguata pubblicizzazione a questa bella iniziativa che, nel suo piccolo, stimola la lettura e invoglia alla condivisione. 
Speriamo che con l'arrivo della bella stagione, che porta più cittadini a vivere il centro e la piazza di Sasso Marconi, sia fatto qualcosa, ad esempio una targa, che aiuti a comprendere cosa ci sta a fare, e cosa serva, quell'albero con dentro dei libri.

mercoledì 27 aprile 2016

Considerazioni sui parchi pubblici a Sasso Marconi

Nel capoluogo di Sasso Marconi sono presenti 7 parchi pubblici in cui ci sono giochi per bambini, panchine e tavoli in legno, campi per praticare attività sportive (calcio, basket, pattinaggio, skateboard), fontanelle che erogano acqua e, nel caso del Parco Marconi, un bar-gelateria gestito da privati. 
I parchi sono dislocati un pò su tutto il territorio:
- parco Marconi il più grande, ecclettico ma anche il più trasandato, posto a sud del capoluogo nei pressi della stazione delle corriere e non distante dalla rotonda che porta al ponte sul Reno;
- parco Grimaldi (detto della farmacia) dietro la piazza principale del paese, a ridosso della Galleria Marconi, lambito da una bellissima ed antica ghiacciaia;
- parco "dei caduti", tra via Porrettana e a fianco dell'asilo Grimaldi, al suo interno vi sono le steli che ricordano le vittime sassesi dei conflitti mondiali;
- parco nei pressi della Coop di via Amedani;
- parco tra via Helston e via Achillini, il meno conosciuto e utilizzato;
- parco tra viale Europa e via Nuova dei campi, il più grande insieme al parco Marconi, ospita campi per pratica sport;
- parco Sassenange, inaugurato nel 2014 è posto tra viale Kennedy e via del mercato.
Ogni parco ha la propria utenza e ospita diverse tipologie di giochi e attività: il parco nei pressi della Farmacia Grimaldi è frequentato da famiglie con bimbi piccoli, quello tra via nuova dei campi e Ponte Albano usualmente accoglie sia da bimbi che adolescenti, poichè oltre ai giochi ospita un campo da basket e uno da calcio. Il parco Marconi ha l'utenza più trasversale, avendo un campo da basket, lo skate park, le giostre per i bimbi e la gelateria, inoltre qui si tengono numerose iniziative durante l'anno: festa della birra, luna park, eventi per gli amici dei cani, ecc. 
Sicuramente i due luoghi verdi più frequentati sono quelli che offrono maggiori e differenziate opportunità di svaghi e servizi: parco Marconi e parco in zona ponte Albano. Questi sono quelli che, insieme al parco dei caduti in via Porrettana, hanno subito maggiormente l'usura del tempo (dovuta anche a scarsa manutenzione) e il maggio numero di atti di vandalismo.
Parco dei caduti
Manutere sette parchi non è sicuramente facile e, forse, per un comune piccolo come Sasso Marconi, non è conveniente avere così tanti luoghi da gestire. E' altresì vero che, nonostante quando sopra affermato, il comune (appena due anni fa a ridosso delle elezioni amministrative) ha realizzato il settimo parco, dedicato a Sassenange città francese gemellata con Sasso, in cui ha posto un monumento a ricordo di quest'amicizia e, tra le altre cose, un tavolo da ping pong in cemento. Va altresì dato atto che in quell'occasione l'Amministrazione Comunale ha restituito alla popolazione un rettangolo di verde, un luogo che non si riusciva usare, sia a causa di questioni economiche, sia a per contenziosi con la parrocchia che è proprietaria di 3/4 dell'area con cui confina il parco.
Spesso, quando il sindaco viene interpellato riguardo questioni relative le manutenzioni (di qualsiasi tipo) tende a trincerarsi dietro il fatto che "non ci sono soldi", che è sicuramente vero, ma la risposta di per sè non lascia certo soddisfatti. 
Parco Sassenange tra via del mercato e viale Kennedy
Recentemente il primo cittadino di Sasso Marconi ha sostenuto che nei prossimi mesi si interverrà per sistemare le situazioni più annose, come ad esempio il parco dei caduti in via Porrettana, che ormai da più di un anno vede i giochi transennati perchè praticamente distrutti: una situazione pericolosa ma anche triste da vedere.
Parco tra via Helston e via Achillini
Resta ora da capire cosa farà (e quando) l'ente locale ma anche con chi lo farà. Se, come sarebbe opportuno, si vuole lavorare per una cogestione di questi spazi pubblici. In passato qualche proposta era stata avanzata ma, al di là dei buoni propositi, non si è neppure iniziato a progettare affinchè dalle intenzioni si passasse ai fatti.
Mi domando, poi, se c'è qualcosa che i cittadini possono fare. Poichè vi sono delle lacune da parte dell'ente locale - non parlo di eventuali negligenze ma proprio dell'impossibilità ad intervenire - è plausibile che la popolazione, organizzata, possa offrire un contributo per rendere la situazione dei parchi migliore e più vivibile? Sono possibili interventi di manutenzione, abbellimenti, arricchimento dei prati e delle strutture in essi contenute? 
A Sasso Marconi vi sono numerose associazioni di volontariato e promozione sociale, vi sono scuole di vario ordine e grado, c'è infine una spiccata sensibilità a ciò che è pubblico e al decoro urbano. 
Preso atto dei vari soggetti che potrebbero contribuire a restituire dignità e usabilità ai parchi, mi domando se - con o senza un ruolo attivo dell'ente locale - si possa intervenire per renderli più vivibili. Ad esempio, presso il parco Marconi si potrebbero realizzare orti didattici, come già si fa in altre realtà della provincia di Bologna,  con la collaborazione di scuole e Centro Sociale, dove anziani e bambini/ragazzi potrebbero diventare protagonisti. Si potrebbe altresì organizzare, in collaborazione con Legambiente o altre associazioni, una giornata per la raccolta dei rifiuti, come avviene - sempre promossa dall'associazione sopraccitata - per quanto riguarda la pulizia delle sponde del fiume Reno.
Parco Marconi
Una raccolta fondi per l'acquisto di nuovi giochi che vadano a sostituire quelli distrutti, in particolare nel martoriato parco dei caduti. Così come - ma qui sta precipuamente al Comune intervenire - bisogna aumentare il numero di bidoni dei rifiuti quando al parco Marconi si tengono eventi come il luna park ospitato nell'ultima decade d'aprile. 
Andrebbero altresì attivate forme di controllo, magari con il coinvolgimento dei cittadini, poichè gli atti di vandalismo sono all'ordine del giorno (e non penso si tratti di gente che viene da fuori paese) eseguendo anche un'azione educativa verso le generazioni più giovani affinchè abbiano cura del contesto in cui vivono. 
In definitiva, le azioni da fare - al di là degli esempi sopraccitati - potrebbero essere numerose. Spero che, a partire dai soggetti più autorevoli (vi sono rappresentanti nel mondo dell'associazioni e della società civile molto ascoltati e seguiti), si crei la possibilità di prendersi carico di questa situazione poichè vedere languire le aree verdi destinate ai più piccoli è veramente triste. Sono altresì convinto che tanti semplici cittadini, come il sottoscritto, aderirebbero entusiasti e offrirebbero il proprio contributo.

martedì 26 aprile 2016

Festa Unità al Parco del Chiù

Venerdì 29 aprile inizia la Festa dell’Unità al Parco del Chiù in località Pontecchio Marconi. Come ogni anno, nei mesi scorsi, i vari settori della Festa hanno fatto numerosi incontri per prepararla, grazie alle zdaure e agli umarell sono stati realizzati tortellini e tortelloni, poi è stato pulito e congelato il pesce, allestiti gli spazi e infine pubblicizzato l'evento. Il tutto per cercare di accogliere al meglio i cittadini che andranno a vivere la Festa dal 29 aprile al 30 maggio 2016.
Da queste parti, nonostante la crisi della politica e dei partiti, le Feste dell'Unità restano una tradizione. Una kermesse (come si diceva un volta) antica che risale ai primissimi anni del secondo dopoguerra e che ancora oggi va avanti quasi immutabile, refrattaria sia alla perdita di credibilità dei partiti che all'affievolirsi della passione politica. 
A Sasso Marconi fino agli anni 80 del secolo scorso le feste erano numerose, praticamente ce n'era una in ogni frazione, anche se la più importante si svolgeva nel capoluogo, nell'area dove ora sorge la casa della salute. 

Da circa una decina d'anni la kermesse è stata spostata in un'area ad hoc in località Borghetti non distante dalla frazione di Pontecchio Marconi. Qui è stato realizzato un parco, denominato 'del Chiù' (nome che deriva dall'omonima via in cui è situato), urbanizzato per ospitare la Festa che usualmente si tiene dall'ultimo fine settimana d'aprile per tutti i weekend di maggio.
Da sempre, e ancor più in questi anni, la Festa dell'Unità ha avuto l’ambizione di non essere una “semplice” festa di partito ma molto di più. Certamente ci sono tanti volontari che sono iscritti al PD, ma ci sono anche molti volontari che danno il proprio contributo di tempo, fatica e voglia di esserci senza avere in tasca nessuna tessera di partito. Persone splendide per il tempo e per la voglia di offrire le loro energie per una causa comune. Li riconoscerete dall’impegno, dal sorriso, da quella serenità che viene dallo stare insieme facendo qualcosa che si ritiene utile per sé e per gli altri. 
All'interno dell'area della Festa si trovano il ristorante (tradizionale e di pesce), lo stand delle crescentine, quello dei borlenghi, la tradizionale balera, alcuni spazi espositivi, le bancarelle e alcuni giochi per i bambini. 
La Festa è vocata al divertimento e allo stare insieme con spensieratezza, sebbene vi siano alcuni momenti di confronto e discussione, di riflessione ed elaborazione politica e culturale. Un altro obiettivo importante che si prefigge la festa è quello del finanziamento trasparente della politica, essenziale per fare vivere il partito cui fa riferimento e organizzare l’azione di uomini e donne che vi aderiscono, mettendo a loro disposizione mezzi per agire, per comunicare, per essere presenti nella società e nelle istituzioni.
I volontari della Festa, nel territorio di Sasso Marconi, sono impegnati anche in altri due eventi che si svolgono nel corso dell'estate: la Festa campagnola a Tignano, che si tiene dal secondo al quarto weekend di luglio in una location unica tra le colline marconiane, e la Festa sotto le stelle nel weekend di ferragosto, sempre all'interno del parco del Chiù. 
Infine molti volontari contribuiscono alla gestione del ristorante tipico bolognese "I Castelli" all'interno della Festa provinciale dell'Unità, che da 30 anni a questa parte si svolge al Parco Nord di Bologna dalla fine di agosto alla terza settimana di settembre.

Tutte le immagini (tranne il volantino che è tratto da La Repubblica ed. Bologna) sono tratte dalla mostra fotografica realizzata nel 2012 da Gianni Pellegrini per ricordare le Feste dell'Unità di Sasso Marconi e l'impegno dei volontari che in esse hanno prestato servizio dal 1946 ad oggi.

giovedì 21 aprile 2016

Radici

Quanti tempi e quante vite sono scivolate via da te, come il fiume che ti passa attorno, 
tu che hai visto nascere e morire gli antenati miei, lentamente, giorno dopo giorno 
ed io, l'ultimo, ti chiedo se conosci in me qualche segno, qualche traccia di ogni vita 
o se solamente io ricerco in te risposta ad ogni cosa non capita
Radici, Francesco Guccini


La memoria storica e le esperienze di vita dei nostri anziani sono un patrimonio inestimabile. Gli anziani, insieme ai bambini (anche se per motivi diversi), sono un bene preziosissimo. Nei giovani abbiamo il futuro, nei vecchi rivive la storia: soprattutto dai loro racconti tratti dalle esperienze vissute in prima persona. Gli anziani ci aiutano a capire da dove siamo venuti e comprendere come si è evoluta (talvolta involuta) la nostra società. Ascoltandoli, soprattutto quelli con più di 80 anni, possiamo meglio capire cosa abbiano rappresentato eventi come la guerra, la fame, la fatica fisica, le famiglie numerose (qui in appennino erano usuali quelle di tipo patriarcale*), il cibo come legame sociale, i tempi dilatati del vivere quotidiano.
Sono pertanto contento che i miei figli - qui a Sasso Marconi - abbiano la disponibilità di nonni e bisnonni che possono raccontare loro, e ricordare a noi adulti, storie ed esperienze del passato. 
Proprio in questi giorni, ad esempio, ricorre il settantaquattresimo anniversario di matrimonio di Baldo e Rina. Tale ricorrenza è stata quindi occasione per condividere coi bimbi un pò della storia dei bisnonni. 
La famiglia di Rina è originaria di Montorio (vicino Rioveggio) da cui si è trasferita nei primi anni 30 a Sasso Marconi, dopo che il padrone presso cui facevano i braccianti era deceduto. A quel tempo per i lavoratori agricoli c'era molta precarietà e non erano riconosciuti diritti, così - dopo la scomparsa del proprietario terriero - la famiglia fu mandata via e i genitori, insieme ai figli, scelsero di trasferiti ai prati di Mugnano, in un territorio che, sebbene ancora povero, offriva comunque maggiori oppurtunità di lavoro.
Rina, all'epoca in cui la famiglia si trasferisce nel comune di Sasso Marconi, era poco più che una bambina, come si può vedere nella foto a fianco. L'immagine fu realizzata a metà degli anni 20 del secolo scorso, pochi mesi prima che la sua famiglia si trasferisse a Praduro e Sasso (nome antico dell'attuale Sasso Marconi). Nella foto oltre a lei c'è il fratello Oreste, il primogenito, arriveranno poi altri 10 tra fratelli e sorelle, quasi tutti nati a Sasso Marconi. I figli all'epoca erano l'unica ricchezza che famiglie proletarie possedevano. 
Come ricordato sopra, quando la numerosa famiglia si trasferisce verso Bologna s'insedia ai prati di Mugnano. Poi, nel secondo dopoguerra, dato l'elevato numero di persone,  si sposta verso la vallata e acquisisce la casa del bosco, oggi sede di una cooperativa agricola. Rina, poco prima che la famiglia si trasferisse giù in valle, esce di casa e si sposa con Baldo. La famiglia di quest'ultimo era originaria di Castelmaggiore ma si trasferisce anch'essa in zona Sasso quando Baldo è ancora piccolo. Trova così lavoro nel caseificio alle Ganzole e questo gli permette di sostenere e aiutare la famiglia, in particolare dopo la perdita del padre, quando Baldo è appena adolescente. Nel suo lavoro al caseificio ha il compito di pulire il formaggio da stagionare, pertanto in quel periodo ne mangia parecchio e così non soffre la fame come tanti suoi coetanei, inoltre - a differenza di molti in quell'epoca - non viene pagato in natura, ma riceve settimanalmente un piccolo compenso che gli permette d'acquistare una bicicletta. Un mezzo che pochi potevano permettersi a quei tempi. Così accadeva sovente che parenti e amici gliela chiedessero in prestito per recarsi in paese a Sasso Marconi. Ciò gli permise anche di farsi conoscere e benvolere nella borgata.
Baldo e Rina si conoscono nel maggio del 1938: lei ha il compito di portare il latte delle mucche, che erano state affidate dal padrone alla sua famiglia, al caseificio/latteria delle Ganzole. A fianco c'era il bar dove nel tempo libero andava Baldo a vedere giocare a bocce. In una domenica di maggio Baldo avvicina Rina e le chiede se può accompagnarla a casa. Da quel momento hanno iniziato a "filare" e nel 1939 si fidanzano ufficialmente. L'anno successivo, però, Baldo viene chiamato alla leva poichè l'Italia si stava preparando ad entrare in guerra. Essendo primogenito di una famiglia numerosa e orfano di padre dall'età di 14 anni, alla fine del 1942 viene congedato e può tornare a casa per seguire la madre e i fratelli più piccoli, al suo posto viene chiamato alla leva il fratello minore, appena diciottenne. Sempre in quell'anno Rina resta incinta di Romana, così ad aprile si sposano presso la chiesa di Vizzano (una località di Sasso Marconi) con una cerimonia molto spartana e, non potendosi permettere i confetti, offrono ai 20 invitati (una ristretta selezione dei parenti d'entrambi) degli zuccherini montanari preparati dalla madre di Rina. Dopo Romana, in pochi anni, seguono altri due figli: Gianni e Gianna (allora non c'era molta fantasia nella scelta dei nomi) nati nel 1945 e 1946. 
A seguito del matrimonio Rina e Baldo vivono alle Ganzole, anche se Baldo per alcuni mesi si deve rifugiare in mezzo ai boschi per sfuggire ai rastrellamenti dei nazi-fascisti: alcuni giorni dopo l'8 settembre del 1943 il datore di lavoro chiede a Baldo come mai sia aggregato ai militari della Repubblica Sociale. Baldo risponde che circa un anno è in congedo per motivi familiari. Il padrone, che era una militante del Partito Nazionale Fascista, gli chiede di mostrare la documentazione che attesta il suo status. Quando Baldo, in buona fede, gliela porta il padrone gliela requisisce, cosicchè Baldo non ha più alcuna pezza d'appoggio per dimostrare che non è renitente alla leva. Perciò, per evitare d'essere arrestato, si nasconde per circa un anno nei boschi, dormendo in buche che lui e molti come lui, adattano a giacigli. Una situazione precaria e pericolosa anche a causa degli smottamenti che provocano cadute di terreno, che in in un paio di casi seppelliscono e uccidono gli ospiti di quei ripari di fortuna. 
Solo nell'ottobre del 1944, quando i cittadini di Sasso Marconi vengono sfollati a Bologna a causa del progredire del fronte di battaglia, Baldo riesce a ricongiungersi stabilmente coi propri cari. Da quel periodo fino alla fine del secondo conflitto mondiale, lui e la famiglia occupano una casa diroccata, a seguito dei bombardamenti, in via Azzo Gardino a Bologna
Terminata la guerra la famiglia torna a vivere alle Ganzole e riparte letteralmente da zero: non c'era più niente, nè attrezzi  per lavorare la terra (che saranno ricostruiti utilizzando pezzi di bombe e altro materiale bellico), nè bestie da allevare con cui sostentarsi. Solo miseria. In più c'era il pericolo degli ordigni inesplosi, essendo state le colline sopra Sasso Marconi oggetto di massicci bombardamenti.
Baldo, alla fine degli anni 40, trova lavoro come guardiacaccia presso la riserva di Ermete Giordani (fondatore della omonima fabbrica di giocattoli di San Biagio di Casalecchio), mentre Rina accudisce i figli e saltuariamente, in base alle stagioni, lavora nei campi.
Verso la fine degli anni 60 il patriarca della famiglia Giordani decide di chiudere la riserva ma, al contempo, chiede a Baldo se vuole gestire i laghetti per la pesca sportiva presso il Piccolo Paradiso, a fianco dell'omonimo parco giochi realizzato dalla famiglia GiordaniRina aiuta il marito a gestire il laghetto e, in particolare, si occupa della parte alimentare, rifocillando i pescatori con i panini preparati da lei. In quel periodo i coniugi conoscono molti giocatori del Bologna F.C. (ad esempio: Haller, Cervellati, Cresci) e Rina inizia la sua passione per la squadra rossoblu che coltiva ancora oggi. 
A metà anni 80, dopo la pensione, Baldo e Rina decidono di trasferirsi in centro a Sasso Marconi: sia per essere più vicini ai figli, sia per comodità ai servizi. In tutti questi anni ci sono state alcune costanti nella loro vita, prima tra tutte il legame con i parenti, soprattutto quelli - numerosissimi - di Rina, residenti quasi tutti a Sasso e dintorni. Così come non è venuto meno l'interesse di Rina per il Bologna calcio e la Ferrari: quando ci si reca a casa sua, le domeniche in cui c'è campionato del mondo di Formula Uno, lei è seduta in cucina a seguire le corse. Perchè, se c'è un aspetto che ha avuto rilevanza nel rendere così longeva questa coppia, è proprio la capacità di non isolarsi: stare insieme, avere i propri cari vicini, tenersi aggiornati, vivere in un contesto fecondo sono aspetti fondamentali che aiutano a vivere a lungo e in condizioni dignitose.

*:M. Barbagli, Sotto lo stesso tetto. Mutamenti della famiglia in Italia dal XV al XX secolo, Il Mulino, Bologna, 1988-