venerdì 9 agosto 2019

Il sistema d'affidamento familiare dei minori nei Comuni dell'Unione Reno Lavino Samoggia


Nei 5 Comuni dell'Unione Valli del Reno, Lavino e Samoggia (Casalecchio di Reno, Monte San Pietro, Sasso Marconi, Valsamoggia e Zola Predosa), l'attivazione dell'affido familiare avviene a fronte di una valutazione di recuperabilità delle competenze genitoriali effettuata dal Servizio Sociale Territoriale affidato ad ASC InSieme, in raccordo con il Servizio A.A.A. – Adozione, Affido, Accoglienza e i Servizi specialistici dell'Azienda USL di Bologna (consultorio familiare e/o Neuropsichiatria Infantile a seconda dei casi).

In particolare il Servizio A.A.A. è nato nel 2011 grazie all'impegno dell'AUSL di Bologna e di ASC InSieme per offrire un luogo di informazioni, orientamento e sostegno alle famiglie adottive, affidatarie o a coloro che si candidano ad accogliere un/a bambino/a.
Al servizio fanno riferimento 1 psicologa di AUSL (responsabile), 1 assistente sociale di ASC InSieme e una psicologa a contratto libero-professionale (15 ore settimanali) che fa capo ad ASC InSieme ma i cui costi sono rimborsati dalla AUSL. Responsabile per la parte sociale è la Responsabile dell'Area Minori e Famiglie di ASC InSieme. Le linee di indirizzo del Servizio sono state approvate nel Comitato di Distretto del 14.01.2011, con una gestione diretta da parte degli enti pubblici incaricati della tutela dei minori.

“A differenza di quanto avvenuto in altre realtà la nostra gestione è storicamente diversa – spiega Roberto Parmeggiani, assessore alle politiche socio-sanitarie dell’Unione e sindaco di Sasso Marconi - poiché non esternalizza le diverse fasi dell’affido bensì si avvale di una struttura consortile controllata dai Comuni, a cui affida l’intero percorso di affido, selezione delle famiglie e successivi monitoraggi. I casi di affidamento familiare gestiti dal 2010 a oggi da ASC InSieme sui 5 Comuni dell'Unione sono 60 per un totale di 76 minori complessivamente coinvolti in questi 9 anni. Per le famiglie che accolgono un bambino in affidamento familiare è previsto un contributo economico pari a 520 € mensili, aumentati a 780 € in casi di minori al di sotto dei 3 anni oppure con disabilità o gravi problematiche sanitarie”.


Come funziona il servizio
Il percorso specifico di conoscenza e di formazione per le aspiranti famiglie affidatarie, previsto dalla normativa, è condotto dalle operatrici delle équipe multidisciplinari di A.A.A., che ne garantiscono poi il sostegno individuale e di gruppo, in costante raccordo con l'équipe psico-sociale del territorio in un percorso che intende coordinare gli sforzi dei diversi soggetti coinvolti (operatori, famiglie di origine, famiglie affidatarie) per garantire opportunità di crescita a minori in condizione di fragilità.
Per il reperimento di famiglie affidatarie viene svolto un lavoro di sensibilizzazione e promozione costante, in collaborazione con le associazioni di famiglie, che nel frattempo sono nate sul territorio, e le risorse della comunità.
L'orientamento sessuale non è un criterio di valutazione delle competenze richieste per entrare a far parte delle potenziali famiglie affidatarie e il percorso di conoscenza delle famiglie affidatarie avviene attraverso colloqui anche domiciliari con lo scopo di approfondire e valutare:
         la motivazione all'accoglienza familiare
         le caratteristiche personali dei soggetti che si candidano e le eventuali  modalità di relazione all'interno del nucleo
         la reale condivisione di questa progettualità nel caso di una coppia o di una famiglia con figli
         la composizione, le caratteristiche del nucleo familiare e la sua storia, il suo contesto socio-ambientale di riferimento
         le competenze affettive, educative e di cura della risorsa
         la capacità di mantenere una relazione (diretta o indiretta) con la famiglia d'origine
         la capacità e disponibilità di stare all'interno della complessa rete dei servizi a tutela dei minori
         la reale disponibilità
         la capacità di separazione, intesa come accompagnamento del minore al rientro in famiglia.


L'affidamento familiare è un intervento di aiuto e di sostegno a un minore e alla sua famiglia che si trova temporaneamente in una condizione di difficoltà nel provvedere a fornire risposte adeguate psico-fisiche ai bisogni del/la figlio/a.
L'istituto dell'affidamento familiare è regolamentato a livello nazionale dalla legge 184/1983 e successive modificazioni, e a livello regionale dalla D.G.R. 1904/2011 "Direttiva in materia di affidamento familiare, accoglienza in comunità e sostegno alle responsabilità familiari" e successive modificazioni, e rientra nelle competenze di tutela dei minori affidate dalla normativa ai Comuni.
L'affidamento familiare può essere realizzato in diverse forme (a tempo pieno o a tempo parziale) e con diverse tipologie:
         consensuale: quando è stato concordato con la famiglia di origine. In questo caso l'affido viene formalizzato dal Servizio Sociale e reso esecutivo dal Giudice tutelare.
         giudiziale: quando non vi è il consenso della famiglia di origine. In questo caso l'affido è disposto da un provvedimento del Tribunale per i minorenni e il servizio sociale provvede alla sua attuazione.


Ufficio stampa Unione dei Comuni Valli del Reno Lavino Samoggia – 9 agosto 2019

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