Nei 5 Comuni
dell'Unione Valli del Reno, Lavino e Samoggia (Casalecchio di Reno, Monte San
Pietro, Sasso Marconi, Valsamoggia e Zola Predosa), l'attivazione dell'affido
familiare avviene a fronte di una valutazione
di recuperabilità delle competenze genitoriali effettuata dal Servizio
Sociale Territoriale affidato ad ASC
InSieme, in raccordo con il Servizio
A.A.A. – Adozione, Affido, Accoglienza e i Servizi specialistici dell'Azienda USL di Bologna (consultorio familiare e/o Neuropsichiatria Infantile a
seconda dei casi).
In particolare il Servizio A.A.A. è nato nel 2011 grazie
all'impegno dell'AUSL di Bologna e di ASC InSieme per offrire un luogo di informazioni, orientamento e
sostegno alle famiglie adottive, affidatarie o a coloro che si candidano ad
accogliere un/a bambino/a.
Al servizio fanno
riferimento 1 psicologa di AUSL (responsabile), 1 assistente sociale di ASC
InSieme e una psicologa a contratto libero-professionale (15 ore settimanali)
che fa capo ad ASC InSieme ma i cui costi sono rimborsati dalla AUSL.
Responsabile per la parte sociale è la Responsabile dell'Area Minori e Famiglie
di ASC InSieme. Le linee di indirizzo del Servizio sono state approvate nel
Comitato di Distretto del 14.01.2011, con una gestione diretta da parte degli enti pubblici incaricati della
tutela dei minori.
“A differenza di quanto avvenuto in altre realtà la
nostra gestione è storicamente diversa – spiega Roberto Parmeggiani, assessore alle
politiche socio-sanitarie dell’Unione e sindaco di Sasso Marconi - poiché non esternalizza le diverse fasi
dell’affido bensì si avvale di una struttura consortile controllata dai Comuni,
a cui affida l’intero percorso di affido, selezione delle famiglie e successivi
monitoraggi. I casi di affidamento familiare gestiti dal 2010 a oggi da ASC InSieme sui 5 Comuni dell'Unione sono 60 per un totale di 76 minori complessivamente coinvolti in
questi 9 anni. Per le famiglie che accolgono un bambino in affidamento
familiare è previsto un contributo economico pari a 520 € mensili, aumentati a 780 € in casi di minori al di sotto dei
3 anni oppure con disabilità o gravi problematiche sanitarie”.
Come funziona il servizio
Il percorso specifico di conoscenza e di formazione per le aspiranti
famiglie affidatarie, previsto dalla normativa, è condotto dalle operatrici
delle équipe multidisciplinari di
A.A.A., che ne garantiscono poi il sostegno individuale e di gruppo, in
costante raccordo con l'équipe
psico-sociale del territorio in un percorso che intende coordinare gli sforzi
dei diversi soggetti coinvolti (operatori, famiglie di origine, famiglie
affidatarie) per garantire opportunità di crescita a minori in condizione di
fragilità.
Per il reperimento di famiglie
affidatarie viene svolto un lavoro di sensibilizzazione e promozione costante,
in collaborazione con le associazioni di famiglie, che nel frattempo sono nate
sul territorio, e le risorse della comunità.
L'orientamento sessuale non è un
criterio di valutazione delle competenze richieste per entrare a far parte
delle potenziali famiglie affidatarie e il percorso di conoscenza delle
famiglie affidatarie avviene attraverso colloqui anche domiciliari con lo scopo
di approfondire e valutare:
•
la motivazione all'accoglienza familiare
•
le caratteristiche personali dei soggetti che
si candidano e le eventuali modalità di
relazione all'interno del nucleo
•
la reale condivisione di questa progettualità
nel caso di una coppia o di una famiglia con figli
•
la composizione, le caratteristiche del
nucleo familiare e la sua storia, il suo contesto socio-ambientale di
riferimento
•
le competenze affettive, educative e di cura
della risorsa
•
la capacità di mantenere una relazione
(diretta o indiretta) con la famiglia d'origine
•
la capacità e disponibilità di stare
all'interno della complessa rete dei servizi a tutela dei minori
•
la reale disponibilità
•
la capacità di separazione, intesa come
accompagnamento del minore al rientro in famiglia.
L'affidamento
familiare è un intervento di aiuto e di sostegno a un minore e alla sua
famiglia che si trova temporaneamente in una condizione di difficoltà nel
provvedere a fornire risposte adeguate psico-fisiche ai bisogni del/la
figlio/a.
L'istituto dell'affidamento familiare
è regolamentato a livello nazionale dalla legge 184/1983 e successive
modificazioni, e a livello regionale dalla D.G.R. 1904/2011 "Direttiva in
materia di affidamento familiare, accoglienza in comunità e sostegno alle
responsabilità familiari" e successive modificazioni, e rientra nelle
competenze di tutela dei minori affidate dalla normativa ai Comuni.
L'affidamento familiare può essere
realizzato in diverse forme (a tempo pieno o a tempo parziale) e con diverse
tipologie:
•
consensuale: quando è
stato concordato con la famiglia di origine. In questo caso l'affido viene
formalizzato dal Servizio Sociale e reso esecutivo dal Giudice tutelare.
•
giudiziale: quando non
vi è il consenso della famiglia di origine. In questo caso l'affido è disposto
da un provvedimento del Tribunale per i minorenni e il servizio sociale
provvede alla sua attuazione.
Ufficio
stampa Unione dei Comuni Valli del Reno Lavino Samoggia – 9 agosto 2019